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Intervista esclusiva a William Fichtner: da Prison Break al Cavaliere Oscuro, fino ai vampiri di Talamasca

20/10/2025 news di Alessandro Gamma

Premiato a Sitges 2025, abbiamo chiacchierato con l'attore della sua sfaccettata carriera

william fichtner sitges 2025

Con oltre settanta produzioni all’attivo, William Fichtner ha costruito una filmografia costellata di successi. Attore di straordinaria versatilità, ha brillato tanto al cinema quanto in televisione – difficile dimenticare il direttore di banca che affronta il Joker nella celebre scena d’apertura de Il cavaliere oscuro. Più che chiedersi in quali film o serie sia apparso, la vera domanda è: in quali non è stato?

Da blockbuster come Armageddon, Black Hawk Down, Heat – La sfida o Crash a serie come Invasion e la cult Prison Break dove resterà per sempre il glaciale agente dell’FBI Alexander Mahone – Fichtner ha persino prestato la voce a Ken Rosenberg nel videogioco di culto Grand Theft Auto: Vice City.

In riconoscimento del suo talento e della sua lunga carriera nell’industria audiovisiva americana, il Sitges Film Festival gli ha conferito il Time Machine Award 2025, prima della première europea di Talamasca: The Secret Order, nuova serie tratta dall’universo di Anne Rice che debutta su AMC+ il 26 ottobre.

Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo e fare una chiacchierata con lui.

Raccontami del tuo rapporto con il genere dei vampiri – libri, fumetti, film – e cosa ti attrae e sorprende ancora oggi di questo universo

Sai, è interessante, perché fin da quando siamo piccoli sentiamo parlare di vampiri. È una di quelle cose misteriose, un po’ spaventose, legate ai vampiri. Ma non è che ci siano stati poi così tanti film – e certamente, quando ero giovane, non c’erano molte serie televisive sui vampiri. Il più vicino a un vampiro che avevamo in TV era il nonno de I Mostri (The Munsters). Al Lewis, sì, quello era tutto ciò che sapevo su un vampiro! Davvero, fino a Intervista col vampiro. Certo, ci sono state altre cose nel frattempo, ma quello fu un evento enorme.

Saltiamo avanti di trent’anni, ed ecco che esce la serie Interview with the Vampire. Mi era piaciuto il film, ricordo di averlo visto quando uscì. E all’inizio di quest’estate ho visto la prima stagione della serie, e ho pensato che fosse realizzata e recitata in modo incredibile. Mi sono detto: “Wow, questa roba è davvero emozionante!”. Poi il mio agente mi ha chiamato e mi ha detto: “Ehi, vuoi incontrare i ragazzi che fanno parte del team creativo di questo show, Talamasca? È parte dell’universo di Anne Rice.” E io: “Certo!”, anche perché avevo appena finito di guardare la prima stagione e ne ero molto incuriosito.

will fichtner cavaliere oscuroPrima di sedermi con loro per parlare di questo nuovo progetto, ho visto la seconda stagione di Intervista e devo dire che mi è piaciuta ancora più della prima. L’ho trovata davvero avvincente. Così, quando ho incontrato queste persone – John Lee Hancock, Mark Lafferty, Mark Johnson – e mi hanno raccontato la serie che volevano creare, ero già entusiasta. John Lee, il nostro showrunner, è stato molto preciso quando l’ho incontrato per la prima volta: “Jasper è un vampiro diverso. È americano, un tipo operaio, marcia al suo ritmo e non mente mai.” Mi raccontava tutto questo davanti a un caffè. Credo che già prima di leggere i primi episodi volessi farlo. Mi piaceva tutto ciò che mi stava descrivendo. Sai, in qualsiasi progetto, c’è sempre un salto di fede, specialmente in televisione. Non tutti gli episodi sono ancora scritti, quindi accetti di partecipare e poi vedi come si sviluppa. Ed è stato proprio così per Talamasca.

E Jasper è uno dei pochissimi personaggi non umani che hai interpretato nella tua carriera. Credo solo in Drive Angry e The Lone Ranger, giusto?

Sì, esatto. Ma in The Lone Ranger… era davvero non umano?

Mi ricordo di un incontro in cui ti avevano detto qualcosa su un licantropo…

Sì, qualcuno lo aveva detto, e io: “Davvero?? Non l’avevo mai sentito!”. Quindi sì, Drive Angry e questo sono praticamente gli unici due. Ma la verità è che nel mondo di Anne Rice questi personaggi sono comunque umani – solo diversi. Vivono, si arrabbiano, sono felici, soffrono. Tutte emozioni reali. Non si tratta solo di “quando scorrerà il sangue?”. Quello è solo un elemento della loro esistenza, ma non è ciò che li definisce. Sicuramente non è ciò che muove Jasper. Lo si capisce già dal primo episodio.

La mia ultima domanda riguarda proprio questo. In Talamasca, come in Il cavaliere oscuro, compari nella scena iniziale. Cosa significa per te lasciare un impatto così forte in così poco tempo sullo schermo?

In  Talamasca, il personaggio è… beh, la mia mente va subito a “che cosa sta combinando ora quel tipo?”. L’impatto che ha e il successo della scena o del film non mi preoccupano. Ricordo che mi offrirono una parte in Crash: solo una scena. Il mio agente mi disse: “Guarda, c’è questo film, Crash, ma è solo una scena.” E io: “Fammi leggere.” L’ho letta e ho detto: “Assolutamente sì!”. Non importa se grande o piccola – ogni scena è un mondo a sé. Come andrà a finire, non lo puoi sapere.

will fichtner hypnoticPassando a Prison Break, il tuo personaggio inizia come antagonista ma si evolve in qualcosa di più tragico. Quanto controllo hai avuto sulla sua evoluzione psicologica e quanto è emerso naturalmente con il ritmo della serie?

Una gran bella domanda. Ti dirò: amo stare nel mio studio, in garage, e riflettere su un ruolo a cui sto lavorando. Amo prepararmi tanto quanto amo girare. Mi piace capire chi è quel tipo, cosa voglio farne. Ma ti dirò anche questo: vado al lavoro, cerco di trovare il personaggio, di fare il meglio che posso. E quando la giornata finisce, lo lascio lì. Perché quando torno a casa, i miei figli vogliono giocare a football, devo occuparmi del giardino, pitturare, sistemare la macchina… Ho una vecchia auto, e magari voglio solo farci un giro. Non porto il lavoro a casa. È un’altra dimensione. Totalmente separata.

Hai lavorato con molti registi, da Michael Mann a Christopher Nolan e Ridley Scott. Chi ti ha dato le indicazioni più imprevedibili, e quale lezione ti è rimasta per il tuo mestiere di attore?

Ottima domanda. Lavorare con Ridley Scott in Black Hawk Down è stata una delle esperienze più belle della mia carriera. Ridley è una persona straordinaria, davvero incredibile da avere intorno. Sai, i grandi registi non ti riempiono di parole. Ti hanno scelto per un motivo. Ti guidano, ma ti lasciano libero. E quando un regista si fida di te, non c’è nulla di più stimolante: ti fa venir voglia di aprirti, di dare il massimo. Poi, qualche anno fa, ho lavorato a Hypnotic con Robert Rodriguez. Robert ha idee fantastiche, e volevo sentire ognuna di esse. È molto specifico, e proprio per questo volevo davvero entrare nel suo mondo. Certo, ho le mie idee, ma volevo capire cosa cercava lui. Aveva tanto da condividere – e io tanto da ascoltare. Con piacere.