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Jackie Chan: “Smetterò di fare le mie acrobazie quando andrò in pensione, cioè mai!”

13/05/2025 news di Stella Delmattino

Il maestro degli stunt continua a fare tutto da solo, a 70 anni

jackie chan karate kid legends

Dopo oltre sessant’anni di arti marziali, cadute mozzafiato e acrobazie impossibili, Jackie Chan continua a incarnare un’idea di cinema d’azione che sembra appartenere a un’altra epoca. Eppure, nel 2025, a 70 anni compiuti e con oltre 150 titoli all’attivo, l’icona del cinema di Hong Kong non ha alcuna intenzione di ritirarsi — anzi, ha dichiarato apertamente che non smetterà mai di fare le sue acrobazie.

Intervistato da Haute Living, Chan ha ribadito con convinzione la sua filosofia:

«Certo che faccio sempre le mie acrobazie. È ciò che sono. E questo non cambierà fino al giorno in cui andrò in pensione… che non arriverà mai! E per essere onesto, dopo 64 anni, non c’è più una preparazione fisica vera e propria. Tutto è nel cuore e nell’anima, è memoria muscolare.»

Chan tornerà presto sullo schermo in Karate Kid: Legends, dove riprenderà il ruolo del saggio Mr. Han, e — ovviamente — senza controfigure. Mentre Hollywood si affida sempre di più agli effetti digitali e alla CGI per garantire la sicurezza e l’effetto spettacolare, Chan rimane fedele a una tradizione artigianale basata su rischio reale, calcolo fisico e presenza scenica autentica.

«Ai vecchi tempi, l’unica opzione era esserci e saltare. Punto. Oggi, con i computer, gli attori possono fare qualsiasi cosa, ma manca sempre quella sensazione di realtà.»

Quella “sensazione di realtà” è il cuore del cinema di Jackie Chan, ma è anche ciò che ha lasciato su di lui i segni più profondi. Chi ha visto le sue scene finali con blooper e infortuni reali sa quanto costi, in termini di dolore e pericolo, quel tipo di autenticità. Per questo, pur non volendo abbandonare la scena, Chan sconsiglia apertamente ai giovani attori di imitarlo.

«È una lama a doppio taglio. Da un lato, gli attori possono fare cose sempre più impossibili grazie alla tecnologia. Dall’altro, il concetto stesso di pericolo e limite si confonde, e il pubblico si assuefa. Ma non sto incoraggiando nessuno a rischiare la vita come ho fatto io. È davvero troppo pericoloso.»

Jackie Chan rimane, insomma, l’ultimo stuntman totale: regista, coreografo, attore, atleta e acrobata in un corpo solo. Un simbolo vivente di un cinema che non esiste più, ma che lui continua ostinatamente a incarnare. Nessuna pensione, nessuna pausa. Solo Jackie Chan, che continua a saltare da un’impalcatura all’altra, come ha sempre fatto.