Il regista ha rivelato il retroscena
Per chi ama Terminator 2: Il giorno del giudizio, è difficile immaginare il film senza Linda Hamilton nei panni di Sarah Connor, determinata e segnata dal trauma del primo capitolo. Eppure, come ha rivelato James Cameron, tutto avrebbe potuto non accadere: la realizzazione del film dipese da una sola condizione posta proprio dall’attrice.
In una recente intervista rilasciata a Vanity Fair, Cameron ha ripercorso la sua carriera raccontando aneddoti dai suoi film più celebri, e quando è arrivato a Terminator 2 ha svelato un retroscena decisivo. Il regista ha ricordato che il progetto non poteva andare avanti finché non avesse parlato con la Hamilton di persona:
“Volevo fortemente Linda nel film. Chiesi ai produttori: ‘L’avete contattata?’ Mi dissero di no. Allora risposi: ‘Lasciate fare a me, devo sapere se ci sarà o meno prima ancora di scrivere la sceneggiatura.’”
Cameron racconta di averla incontrata a cena, mentre l’attrice era incinta:
“Le dissi: ‘Stiamo per fare un nuovo film di Terminator.’ E lei rispose: ‘Ho una sola richiesta.’ Io: ‘Quale?’ Lei: ‘Voglio essere pazza.’”
Quella frase è stata la chiave per la costruzione del personaggio. Linda Hamilton non voleva semplicemente riprendere il ruolo di Sarah Connor: pretendeva che il personaggio mostrasse le conseguenze psicologiche e il trauma vissuto. Cameron e la sua squadra accolsero l’idea, trasformandola in una sfumatura più complessa.
“Secondo Linda, tutto quello che Sarah aveva vissuto l’aveva spinta oltre il limite. Noi abbiamo modulato quella follia, mantenendola sempre sull’orlo: non del tutto pazza, ma instabile. Lo spettatore lo capisce davvero solo a metà film, quando tenta di uccidere l’uomo che darà origine a Skynet e non riesce a farlo.”
In quel gesto, spiega Cameron, si rivela l’essenza del personaggio: anche dopo tutto ciò che ha visto, Sarah Connor conserva un senso morale, capace di fermarla davanti all’omicidio, pur sapendo che il futuro dell’umanità è in gioco. È questo equilibrio tra forza e fragilità a rendere Sarah una delle figure più potenti della fantascienza cinematografica: una madre guerriera, ma ancora umana.
Il regista ha anche ricordato il difficile processo di casting che portò a scegliere Edward Furlong come John Connor, e la sfida tecnica di creare gli effetti speciali digitali rivoluzionari che avrebbero cambiato per sempre il cinema d’azione.
Per Cameron, Terminator 2 è stato un punto di svolta non solo per la tecnologia, ma per la costruzione dei personaggi: “Abbiamo lavorato insieme, in modo collaborativo”, ha detto, sottolineando come la profondità di Sarah Connor sia nata proprio dal contributo diretto della Hamilton.