Categories: Azione & Avventura

James Gunn contro lo stereotipo della ‘donna cazzuta perfetta’

"Le eroine devono avere difetti per sembrare reali"

James Gunn ha sempre avuto un talento speciale per la creazione di personaggi complessi e stratificati, comprese le figure femminili. Il regista, co-presidente di DC Studios e creatore di Peacemaker, ha spiegato perché non è mai stato un fan del cliché della “donna cazzuta perfetta”, un tropo ancora troppo diffuso in cinema e serie TV.

Un esempio è Emilia Harcourt di Peacemaker: dura, preparata e assolutamente capace di cavarsela, ma tutt’altro che impeccabile. La seconda stagione, in particolare, approfondisce le sue fragilità e mostra come, dietro il carattere spigoloso, si nascondano ferite personali e difficoltà irrisolte.

Nel nuovo episodio di Peacemaker: The Official Podcast, l’attrice Jennifer Holland ha sottolineato quanto sia raro trovare ruoli femminili di questo tipo a Hollywood:

«Come donna, non capita spesso di interpretare personaggi davvero tridimensionali e complicati. O sei descritta come cattiva e spietata, oppure come dolce e adorabile. James dà sempre grande profondità ai suoi personaggi».

Gunn ha poi spiegato cosa lo infastidisce nelle eroine scritte come modelli di perfezione:

«Sono persone. Ci sono differenze tra i sessi, ovviamente, ma siamo molto più simili che diversi. Quando sono arrivato a Hollywood, i personaggi femminili erano quasi sempre perfetti. Poi è arrivato il concetto della female badass, ma non mi ha mai convinto: non erano toste come Star-Lord o Deadpool, perché mancava loro una personalità. Erano solo cazzutamente perfette. Permettere a quei personaggi di avere difetti, per me, è la cosa più interessante che si possa fare».

Questa visione spiega bene perché il lavoro di James Gunn riesce a distinguersi nel panorama dei cinecomic: invece di affidarsi ai cliché, il regista costruisce personaggi femminili realistici, contraddittori e profondamente umani.

Share
Published by
Stella Delmattino
Tags: James Gunn