L'attore ha approfondito le sue valide motivazioni
Nel panorama ipercompetitivo del cinema d’azione, abbandonare un franchise di successo come Mission: Impossible non è una scelta che si prende alla leggera. Eppure, Jeremy Renner lo ha fatto, e con sorprendente semplicità. Niente divergenze creative, né contratti saltati. La ragione? La paternità.
Ospite del podcast Happy, Sad, Confused, Renner ha parlato del suo nuovo memoir My Next Breath e ha riflettuto sulla sua carriera e sulle scelte personali che hanno definito la sua traiettoria. Quando l’argomento è caduto sulla sua assenza dai capitoli recenti del franchise con Tom Cruise, l’attore ha risposto senza esitazione:
«Si tratta più della volontà di lasciare andare certe cose. Mia figlia è la priorità, e non è nemmeno una scelta. Devo essere un padre per mia figlia. Se continuano a girare a Londra, non può funzionare. Ho dovuto lasciare Tom Cruise, Mission: Impossible, purtroppo.»
Dopo il successo di Ghost Protocol nel 2011, molti ipotizzavano che William Brandt, il personaggio di Renner, potesse persino diventare l’erede di Ethan Hunt. I piani c’erano, l’alchimia con Cruise funzionava, e il pubblico era curioso. Ma quando il franchise ha preso la direzione delle mega-produzioni itineranti — che richiedono anni di riprese sparse in tutto il mondo — Renner ha scelto di restare con i piedi per terra.
«Amo Tom, amo quei film, sono così divertenti. Ma non potevo. Dovevo davvero essere un padre. Stanno ancora girando il settimo e l’ottavo film. Ho parlato con uno degli stuntman, ci sono voluti cinque anni. E io ho detto: “Devo essere un padre, non posso farlo.”»
Il tono non è quello del rimpianto, ma della chiarezza. Renner ha rifiutato un set da milioni di dollari per non perdersi momenti irripetibili con sua figlia. In un’epoca in cui la logica delle franchise sembra dominare ogni scelta, la sua decisione suona quasi controcorrente — e profondamente umana.
«Dio lo benedica [Tom Cruise], lo adoro, vorrei poterlo fare anch’io, [ma] amo la scelta che ho fatto. Amo essere un padre. È il ruolo migliore che abbia mai avuto.»
Oggi Renner seleziona progetti più compatibili con la sua vita familiare, come la serie Mayor of Kingstown, o film con calendari meno gravosi. Una libertà che si è conquistato col tempo, e che gli permette di bilanciare carriera e affetti.
Per quanto i fan vorrebbero rivedere William Brandt in azione accanto a Ethan Hunt, è difficile non apprezzare la coerenza e la sincerità con cui Renner ha messo la famiglia al primo posto. Il cinema sa raccontare mille forme di eroismo, ma a volte, la scelta davvero coraggiosa è restare a casa.