Il sovversivo regista olandese ha detto la sua sul remake e anticipato qualcosa sul futuro della saga
Intervistato recentemente durante la promozione della sua ultima opera dal sapore rape & revenge, Elle, con Isabelle Huppert, il regista olandese Paul Verhoeven, autore di una manciata di titoli sovversivi che tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90 lo hanno catapultato in cima ai box-office mondiali e incoronato maestro della sci-fi politica e del thriller erotico come Atto di Forza, Basic Instinct e Starship Troopers, ha parlato anche del valore dei sequel e dei remake – anche dei suoi film – soffermando in particolare sul remake/reboot di Robocop (1987), che negli Stati Uniti è andato piuttosto male a incassi (58 milioni di dollari a fronte dei 100 di budget).
Oh, certo, li guardo. In qualche modo sembrano pensare che la leggerezza nel dire Atto di Forza (Total Recall) e Robocop sia un ostacolo. Così prendono queste storie un po’ assurde e le rendono troppo serie. Credo che questo sia un errore. Soprattutto in Robocop, quando si sveglia gli hanno messo lo stesso cervello. Lui è una vittima orrendamente ferita e amputata, una cosa orribile e tragica fin dall’inizio. Quindi non abbiamo fatto così in Robocop. Il suo cervello è andato e lui ha solo dei lampi di memoria e ha bisogno di andare a un computer per scoprire chi è ancora. Credo che non possedendo il cervello di un robot, si realizzi un film molto più pesante e non credo che questo aiuti il film in ogni caso. Diventa più sciocco o assurdo, ma nel modo sbagliato. Entrambi questi film necessitano della distanza data dalla satira o dalla commedia per arrivare al pubblico. Puntando dritto alla mancanza di humor è un problema e non un miglioramento.
Incalzato quindi sul perchè non ritorni a fare questo genere di film, che nessun altro sembra in grado di realizzare nel modo giusto, Verhoeven ha risposto:
C’è da augurarsi soltanto che questa volta abbiano pazienza e aspettino Verhoeven, perchè sarebbe davvero interessante capire quanto saprebbe e potrebbe spingersi oltre di questi tempi.