Zoe Kazan ed Ella Ballentine sono le protagoniste di un horror teso e stratificato
Nel nuovo film di Bryan Bertino, un monster movie intitolato semplicemente The Monster, il vero mostro è l’infanzia abbandonata. No, aspettate: è soltanto la maternità. No no, aspettate! E’ l’alcolismo! Tutti e tre questi elementi sono veri, almeno fino a quando non viene introdotto il mostro del titolo, che risulta essere un mostro vero e proprio, con denti, artigli e un appetito piuttosto smodato per la carne. Il film ruota attorno ai primi indizi della presenza della creatura; a differenza di molti horror moderni, imbastiti su una struttura verticale, in cui il tema, la metafora e il significato vengono prima della trama e della storia, The Monster è costruito da zero, a partire dall’istituzione del rapporto incrinato di una donna con la figlia.
Questo è, ovviamente, parte di ciò che ha posto Bertino sul radar dei fan dell’orrore nel 2008 con il suo debutto, The Strangers, una pellicola su una coppia alle prese con attriti personali prima di sopportare la terribile prova di una home invasion; il film è più simile all’ultimo che al precedente – Mockingbird – In diretta dall’Inferno – una storia di killer mascherati che perseguitano due persone che cercano di rattoppare le crepe nella loro storia d’amore. Così pure è The Monster, un film di mostri che a quanto pare riguarda una ragazzina e sua madre e la voragine di cattivi sentimenti che mantiene le due a distanza l’una dall’altra. Bertino lascia le emozioni per lo più taciute nel presente, facendo stabilire quanto sia spinoso il legame tra Kathy (Zoe Kazan) e la piccola Lizzy (Ella Ballentine) attraverso dialoghi stratificati e secchi. Nel passato, vediamo invece la loro animosità articolata in termini più espliciti.
Quello che dovrebbe essere un tragitto tranquillo prende una piega incredibilmente storta quando un lupo compare improvvisamente in mezzo alla strada provocando un incidente e lasciando le due bloccate nel mezzo del nulla, che si scopre essere il terreno di caccia di una non classificata aberrazione vorace e selvaggia. Ne conseguono momenti ansiogeni.
Probabilmente The Monster avrebbe potuto essere realizzato senza una sguardo così retrospettivo, giusto per non sbattere proprio così forte in faccia al pubblico il suo messaggio, ma non è mai eccessivamente ovvio; piuttosto, è abbastanza evidente senza essere condiscendente. Gli orrori domestici dell’educazione di Lizzy sono enfatizzati entro confini ragionevoli, una benedizione alla luce della breve durata del film (novanta minuti, titoli di coda esclusi). Bertino ci dà quel tanto di retroscena di cui abbiamo bisogno e il resto è puro terrore survivalista. Come in The Strangers, l’azione in The Monster è in gran parte limitata a una singola location. Come in The Strangers, lo spazio cinematografico confinato di The Monster contribuisce alla sua costante tensione. Quando un nuovo personaggio entra in detto spazio, tale tensione scema, anche se tutti i veterani dell’horror riconoscono un sacrificio quando lo vedono.
E’ quello che non vediamo, almeno non per intero, che rende tanto spaventosa la pellicola. Bertino centellina il suo mostro, concedendo la sua presenza solo attraverso scorci brevi e per lo più oscurati della sua forma. Non sappiamo quello che è, solo che è affamato, feroce e terribilmente territoriale, un predatore alfa dalle origini inspiegabili, e in realtà, questo è tutto ciò che bisogna sapere su qualcosa che vi urta con violenza nella notte. (Per gli appassionati del genere, vale la pena sottolineare che la creatura è stata portata in vita attraverso un lavoro di effetti speciali pratici, e che i frutti del lavoro della squadra di effettisti sono tattilmente soddisfacenti. A volte sembra proprio di poter raggiungere e colpire la pelle nero pece e nodosa del mostro, che suona come un modo veloce per perdere una mano.)
Che siate più colpiti da una protagonista o dall’altra è probabilmente dovuto soltanto a come soppesate le prove degli attori bambini rispetto agli adulti; è anche irrilevante, in quanto entrambe regalano prestazioni magistrali e la scelta della preferita risulta in fondo un gioco pedante.
Insieme, le due consegnano a The Monster la posta in gioco, e allo spettatore un motivo per esserne investiti. Da parte sua, Bryan Bertino orchestra i loro traumi con precisione cerebrale, completando gli sforzi delle sue protagoniste per assicurarsi la nostra empatia attraverso splendidi scorci di cinema; in uno dei flashback, vediamo Lizzy raggomitolarsi contro Kathy mentre lei si trova distesa sul pavimento del bagno, un raro momento di calma in un film che è altrimenti imbevuto di panico.
Questi sono gli scorci tranquilli che elevano l’impatto degli attacchi del mostro di Bertino, la prova che c’è qualcosa di più forte in The Monster dei semplici FX e di un livello crescente di terrore. Il film non è strutturato come una’analogia di alto profilo del raggiungimento della maggiore età o di come crescere un figlio, e non dovrebbe essere così. Arriva al punto senza doversi ripiegare su se stesso, tenendo lo spettatore rapito e in ansia per tutto il tempo.
Di seguito il trailer ufficiale di The Monster: