James Freedson-Jackson e Alex Pettyfer sono i protagonisti di uno straniante viaggio sospeso tra realtà e oscuro dominio della mente
Denso di atmosfera e straniante, The Strange Ones, scritto e diretto da Christopher Radcliff e Lauren Wolkstein, nell’errabondare attraverso le sterminate lande americane delinea un doloroso cammino psicologico che conduce a verità truci e inconfessabili.
The Strange Ones è anzitutto profondamente disturbante, non tanto per la presenza di scene particolarmente scioccanti (anche se qualche immagine forte è presente, come un volto ricoperto di sangue), quanto per la capacità di trasmettere allo spettatore un senso di ansia, quasi per immedesimazione con il silenzioso e introverso protagonista. Viene allora sviluppato un crescendo nel cammino labirintico della coppia di viaggiatori attraverso una successione di luoghi su cui incombe un pericolo strisciante e intangibile. Prima incarnato dall’elemento umano, esso si diffonde poi quale fantasmatico Male all’intera realtà circostante, divenendo così la proiezione d’una totalizzante angoscia, che dall’interno, dalla psiche, si espande ovunque intorno a Sam, fino a portare alla confusione tra reale e mentale. Ogni elemento della sfera sensibile, allora, rimanda ad altro, dalla distesa di alberi nella boscaglia, al capanno sperduto in esso, alla grotta buia e profonda, alla strada, al cielo tutto ha un implicito valore archetipico e rimanda ad altro, a fantasmatici emisferi, in un processo di significazione da film horror. Intensifica altresì tale declinazione orrorifica e surreale la regia, a partire dalla successione di campi lunghissimi con cui sono catturati i paesaggi o i personaggi da lontano e che vengono resi con una fotografia latamente sfumata, quasi a conferirgli un senso onirico o di irrealtà. Non solo, concorre a edificare il medesimo sentore il montaggio, che traduce l’alienazione del soggetto inframezzando frammenti di ricordi al presente, nonché il mentale al tangibile, disorientando in tal maniera il pubblico.
Benché dunque non smaccatamente demoniaco come altri horror affini per il punto di vista soggettivo e straniante, quali il recente February: L’innocenza del male (The Blackcoat’s Daughter) di Osgood Perkins, The Strange Ones riesce a cristallizzare i fantasmi, le ossessioni e le fobie del giovane protagonista a livello diegetico, visivo, dialettico e recitativo, costruendo un’impalcatura perfetta, la cui unica pecca è stata forse quella di aver lasciato, per non intaccare la volontaria fumosità del racconto, fin troppo indefinite le psicologie dei personaggi che vengono solo abbozzate, ma mai appieno delineate.
Di seguito il trailer ufficiale: