Il mostro è stato sbattuto in prima pagina e la nostra redazione fa il punto sul nuovo scandalo che sta scuotendo la puritana Hollywood
Harvey Weinstein, un nome che nell’ultima settimana è divenuto noto anche ai non addetti ai lavori. Classe 1952, il produttore cinematografico statunitense è stato fondatore insieme al fratello Bob della Miramax, società dietro film indipendenti di successo come Pulp Fiction, Clerks – Commessi e Sesso, bugie e videotape. Vincitore di un Oscar per Shakespeare in love e di sette Tony Award per diverse commedie e musical, tra cui Billy Elliot the Musical, The Producers e Agosto, foto di famiglia, è stato co-presidente della Weinstein Company fino a poco tempo fa, quando, in seguito a numerose accuse di molestie sessuali, è stato licenziato dal consiglio di amministrazione della compagnia ed espulso dall’Academy Motion Picture Arts and Sciences.
Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri collaboratori – maschi e femmine – un’opinione sulla delicata vicenda, cercando di evitare la facile retorica posticcia da social network e il moralismo di facciata delle figure pubbliche.
Questi i primi due pareri:
Tutti sappiamo nel cuore la differenza tra giusto e sbagliato; nessuno sano di mente difenderebbe il comportamento di chi si approfitta di una donna, o di un uomo. Sono più di duemila anni che siamo soliti tirare pietre appena si inizia una lapidazione ed è sempre facile demonizzare un orco cattivo; specie se ricco, brutto e con la faccia da viscido. Non ci riferiamo al defunto Gianni Boncompagni e al caso “Non è la Rai”, ma al più recente Weinstein-Gate. Quante volte abbiamo, in modo facilone, giudicato una coppia composta da un uomo anziano e una giovane ragazza? Per quanto sia divertente commentare le dimensioni del portafogli altrui, in quell’immagine c’è una donna che ha fatto la sua scelta. Ha scelto una via facile? La domanda suona tristemente retorica. “Colpa” del vecchietto che ci ha provato o di lei che ci è stata? E quale sarebbe la colpa? Forse è difficile accettare che ci sia stato un accordo tra due contraenti e che entrambi abbiano accettato pro e contro della “transazione”. Trasponiamo questa allegoria al polverone sollevato e ribadiamo un concetto semplice prima di aizzare inutili focolai: se un uomo si approfitta di una donna, non dovrebbe far parte della nostra razza. È meschino, è patetico, è qualsivoglia aggettivo vogliate usare per descrivere l atteggiamento che porta qualcuno a chiedere prestazioni sessuali per chiudere degli affari.
Ma mettiamoci nei panni di questo “coso”: se non fosse stato estremamente ricco di famiglia, i genitori Mira e Max tagliavano diamanti. Se non avesse iniziato a organizzare concerti con il fratello. Se non avesse co-fondato la casa indipendente Miramax (NDR: casa dietro a due titoli come “Pulp Fiction” e “Clerks”). Se non avesse venduto la Miramax per 60 milioni di dollari alla Disney e tenuto per sé la Dimension Film/Weinstein Company … come avrebbe mai avuto una possibilità di perdere la verginità? Lo “sfortunato” Harvey ha fatto ben oltre quello che la natura gli ha concesso e troviamo inutile spendere ulteriori parole su qualcosa che di solito schiviamo se vista per terra su un marciapiede. La nostra attenzione si sposta sulle “vittime” di questa persona e alziamo l’asticella del nostro gretto materialismo maschilista. Così come una ragazza se lo merita se indossa abiti provocanti, così le attrici che hanno aperto bocca o gambe si meritano lo stesso giudizio.
Anni fa si chiamava Boncompagni, oggi è Weinstein. Il porco del futuro come si chiamerà? Tutti gli hashtag della nostra era non potranno mai contrastare il binomio “sesso e potere” e il tutto continuerà in sordina più di prima in tempo breve. (L. C.)
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La musica fortissima che viene dal piano inferiore, dove una bolgia enorme di invitati VIP partecipa ai moderni baccanali di un party hollywoodiano in uno dei Festival più importanti del Mondo. Nell’area privè è, tuttavia, tutto ovattato. Come se si trovasse in una dimensione proibita ai più, o forse è la sensazione che impongono quei bicchieri di troppo che la tentazione dell’offerta gratuita senza limite ha messo in circolo. I volti noti, come imbucati o come star, si mischiano in un bisbiglio confuso, e tutto ricrea quella situazione reale ma stereotipata di party estremo per una elite. Di cui tu non fai parte, se non in quel momento. Per caso. L’alcol non è abbastanza per quella allucinazione che passa di sfuggita davanti a te. L’Orco Shrek che porta al guinzaglio due bellissime ragazze, seminude. L’immagine è molto forte, e surreale per la nonchalance con cui viene esibita. Per qualche scherzo del destino, di quei pochi attimi, solo un’immagine e un suono rimangono impressi nella memoria. L’immagine del viso delle due ragazze e il suono del dialogo “ma chi è quello?”. “E’ quello che paga tutto questo.”.
Lui è una star in declino. Ha fatto troppo il matto in giro e rischia di ferirsi al botteghino, se entra nella lista nera della morale pubblica. Allora decide di colpire al ventre. Decide di infrangere le regole e attaccare il Male assoluto, quello intoccabile. Così potente da raggiungere ogni livello, fino al grande pubblico. Accetta la commedia dell’anno, ma non vuole essere se stesso. Vuole essere “quell’altro”. Quello che detta legge e che è il prepotente per antonomasia. E vuole essere sicuro che tutti lo sappiano. “Datemi una diet coke”, è una line scritta con uno stuolo di avvocati intorno. Perchè dobbiamo colpire una prima volta, ma a poco a poco infrangere il muro di omertà di un sistema basato sul favoreggiamento sessuale sul quale mangiano tutti. Il primo colpo è assestato. Alla berlina con satira, che non è indolore ma fa quasi piacere. E poi? Tanto la stampa è sotto controllo. Tanto le spalle sono coperte da anni di supporto economico delle elezione a favore dei candidati Democratici che mai mi tradiranno. E se vincono i Repubblicani? Non stanno certo a pensare a me. Ci vuole un errore del sistema, ci vuole una cellula impazzita, ci vuole un caso su cinquecento milioni perchè le cose vadano male. Allora produci Michael Moore. Ti schieri per la liberalità. Partecipi alla marcia per le donne contro il Presidente Donald Trump. Partecipi alla marcia per le donne contro il Presidente Trump. Partecipi alla marcia per le donne contro il Presidente Trump.
La sala gremita. Si spengono le luci nel fantastico anfiteatro del grande Festival e il logo con i due fari incrociati viene accolto con un enorme applauso. Il film inizia ed è ancora un grande pezzo di cinema. La storia ti ha rapito e vuoi precipitare fino in fondo in questa avventura. Ma ad un tratto non puoi più. In una scena c’è un dialogo fuori luogo. Tra due ragazze. Molto carine. Due ragazze che hai già visto. Di notte. A quattro zampe. Al suo guinzaglio. E non sei in grado di pensare ad altro. (G. P.)
continua …