Diane Johnson e Jan Harlan e hanno deciso di fare un po' di chiarezza su alcune sequenze chiave e su come le aveva intese Stanley Kubrick
Recentemente abbiamo condiviso alcune informazioni interessanti per quanto riguarda i finali mai girati di Shining cui aveva pensato in un primo momento Stanley Kubrick nel 1980. La scena conclusiva che è rimasta però nel film è ricordata per la misteriosa e inspiegabile fotografia in bianco e nero sulla parete in cui vediamo Jack Nicholson / Jack Torrance celebrare una festa per il 4 luglio (del 1921).
La sceneggiatrice della pellicola Diane Johnson nel corso della lunga intervista ha aggiunto che la “foto è sempre stata presente nel finale.” Allora, qual è la spiegazione della sua presenza alla fine e del perché vi è raffigurato il protagonista?
Ora abbiamo la soluzione:
C’è una spiegazione per la foto, anche se è un po’ strana e paradossale perché è reale e irreale – l’idea che Jack fosse sempre stato nell’hotel, in qualche precedente incarnazione. Jack era in qualche modo stato la ‘creatura’ della struttura attraverso la reincarnazione. Allo stesso tempo, siamo destinati a viverlo “in questo preciso momento.” Non c’è soluzione, è destinato a essere magico.
Per la pallina da tennis è la stessa cosa, come per la fotografia – è inspiegabile. Rende Stuart Ullman un altro elemento ‘fantasma’. Era lui il fantasma all’inizio? Il film è abbastanza complesso, perché nulla viene spiegato. Questa volontà di non spiegare è ciò che ha reso le cose difficili per il film inizialmente. Non fu un enorme successo.
Ora tutti pensano che sia il miglior film horror mai girato o qualcosa del genere. Ma quando uscì il pubblico si aspettava un film horror con una soluzione, con una spiegazione. Il fatto che gli spettatori rimanessero perplessi era esattamente ciò che Stanley Kubrick voleva … Ma Stanley era in realtà molto triste per aver ‘letto’ erroneamente il pubblico, pensando che potessero convivere coi rompicapo e senza risposte …
Il produttore aggiunge che molte di queste domande e preoccupazioni erano state sollevate durante le riprese dai membri del cast:
La più offensiva è l’idea che Shining sia un film sull’Olocausto. Questo è oltraggioso. Questo è un insulto a Stanley Kubrick, che avrebbe trattato il crimine più grave nella storia dell’umanità in modo così leggero, e anche un insulto alle vittime dell’Olocausto. Le altre idee sono molto più innocue, dove viene attribuito un profondo significato agli errori di continuità.
Stanley Kubrick, ovviamente, utilizzò un metodo di lavoro piuttosto peculiare mentre stava realizzando Shining, e funzionò. Shining è considerato uno dei più grandi horror psicologici mai realizzati e sicuramente il non dare risposte di alcun tipo, lasciando gli spettatori nel dubbio, ha contribuito a renderlo immortale.
Discorso diverso per chi ha letto l’omonimo romanzo di Stephen King da cui il film prende il titolo, che invece offre ai lettori un quadro più chiaro e qualche risposta in più già in partenza.
Di seguito un raro filmato tratto dal dietro le quinte di Shining: