Azione & Avventura

Spielberg e l’Orca di Lo Squalo: la barca che lo ha aiutato a guarire dal film

Il regista del classico del 1975 ha svelato un retroscena emotivo

Quando pensiamo a Lo Squalo, pensiamo a un film leggendario: il primo vero blockbuster estivo, il titolo che ha cambiato Hollywood per sempre. Ma dietro a quella pietra miliare si nasconde una storia fatta di ansia, pressione e un giovane regista che, all’epoca, stava quasi per crollare.

Nel nuovo documentario Jaws @ 50: The Definitive Inside Story, in arrivo il mese prossimo su Disney+, Steven Spielberg racconta in prima persona il peso emotivo che Lo Squalo ha lasciato su di lui — e il luogo, del tutto inaspettato, dove cercava conforto: la barca dell’Orca, parcheggiata accanto alla famosa attrazione dello Studio Tour agli Universal Studios.

“Quando hanno portato una delle barche originali da Martha’s Vineyard al backlot della Universal, e l’hanno messa in acqua vicino alla attrazione di Jaws,” racconta Spielberg, “prendevo il mio cart elettrico senza dire nulla a nessuno, mi infilavo dietro i tram per non farmi vedere, salivo a bordo e mi sedevo nella cabina, su quel sedile di pelle finta. E a volte… piangevo.”

Potrebbe sembrare strano, detto da chi ha diretto uno dei film più influenti della storia del cinema. Ma chi conosce la produzione di Jaws sa quanto sia stata logorante: lo squalo meccanico non funzionava, il set marino era ingestibile, il budget esplose, e i ritardi minacciavano la carriera di Spielberg.

“Non avevo motivo di piangere,” aggiunge. “Il film era diventato un fenomeno. Eppure ero lì, in lacrime, perché non riuscivo a separarmi da quell’esperienza. Quella barca mi ha aiutato a dimenticare. L’Orca è stata una compagna terapeutica per anni dopo l’uscita del film.”

Questa rivelazione umanizza Spielberg e ribalta la narrazione trionfalista che di solito accompagna il mito di Jaws. Non era solo un giovane genio che aveva rivoluzionato il cinema: era anche un ragazzo che aveva bisogno di un rifugio per lasciarsi alle spalle un’esperienza che lo aveva segnato profondamente.

Purtroppo, l’Orca originale non è sopravvissuta al tempo e alle intemperie. Oggi, al suo posto, c’è una replica. Ma da ora, quel tratto del tour agli Universal Studios — proprio accanto al finto squalo e ai moli di Amity Island — assume un significato diverso.

La prossima volta che passerai di lì, ricordati che, prima di essere un’icona, Spielberg era solo un uomo seduto su una barca, in silenzio, cercando di lasciar andare qualcosa che, in fondo, non l’ha mai lasciato davvero.

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Published by
Stella Delmattino