Il regista celebra il classico del 1975 come l'opera più rivoluzionaria mai realizzata, e incorona Spielberg il più grande di sempre
Nel panorama dei registi innovativi, Steven Soderbergh ha firmato pellicole audaci come Sesso, bugie e videotape, Traffic e Contagion. Ma per lui, il film più sconvolgente e rivoluzionario di tutti i tempi non è una sua creazione. È Lo squalo, il capolavoro di Steven Spielberg uscito nel 1975.
In occasione del 50° anniversario del film, Soderbergh ne ha parlato con Deadline, spiegando perché Jaws ha ridefinito il cinema moderno e perché, a suo avviso, Spielberg è senza dubbio il più grande regista di tutti i tempi.
Soderbergh aveva solo 12 anni quando vide Lo squalo al cinema, ma quell’esperienza gli lasciò due domande fondamentali:
“Cosa significa ‘diretto da’? E chi è Steven Spielberg?”. Quelle due domande, dice oggi, hanno segnato la sua carriera. “Era probabilmente il film più ‘filmico’ che avessi mai visto,” ricorda. “Una combinazione esplosiva tra un’idea ad alto impatto e una regia virtuosistica.”
Non fu solo il terrore del mostro marino a colpirlo, ma la qualità della costruzione narrativa e dei personaggi:
“Quello che distingue Lo squalo dalla maggior parte dei film, prima o dopo, è il lavoro sui personaggi. Se guardi alla struttura narrativa, è un vero modello di storytelling cinematografico.”
Soderbergh cita la celebre scena dell’USS Indianapolis, un monologo di nove minuti ininterrotti in cui tre uomini parlano su una barca:
“Immagina una scena di nove minuti di dialogo nel mezzo di un film di Star Wars. È impensabile.”
Il film fu rimodellato intorno a tre elementi centrali: il terrore primordiale dello squalo, la dinamica tra i tre protagonisti e, come dice Soderbergh, “un talento totalmente unico che esplode”. Secondo lui, Lo squalo fu “una tempesta perfetta di rischio e genio”: “Erano lì, in mezzo all’oceano fottuto. C’è un motivo se nessuno lo fa.”
Lo squalo animatronico era “solo un dispositivo meccanico pneumatico, nell’oceano reale. Non c’erano scorciatoie.” E quando lo squalo non funzionava? “Stavano iniziando a confrontarsi con la reale possibilità che quello che stavano cercando di fare fosse fisicamente impossibile.” Ma non si sono fermati. E Spielberg meno di tutti. “Sotto una pressione enorme, tutti hanno continuato a dare il meglio. È una vera lezione per un giovane regista: mai farsi prendere dal panico e mai arrendersi. È difficile fare di meglio.”
Soderbergh sottolinea quanto sia facile dimenticare l’impatto rivoluzionario di Lo squalo nel suo tempo. Pur riconoscendo il successo di film come Il Padrino o L’esorcista, nota che Lo squalo è stato il primo vero “event movie”: uscita su larga scala, marketing intensivo e fenomeno culturale.
“Va dato merito alla Universal, che capì di avere un razzo in tasca e decise di puntare tutto su una strategia distributiva mai vista.” Ma aggiunge: “Tutto ciò sarebbe stato inutile se il film non avesse funzionato. Quello è il punto. Solo un capolavoro poteva innescare tutto questo.”
E tutto questo è merito di Steven Spielberg. Per Soderbergh, nonostante i successi colossali e i numerosi film che hanno ridefinito generi, Spielberg è ancora sottovalutato: “È un talento unico, destinato a emergere in ogni caso. Anche se è il regista di maggior successo della storia, credo che venga dato per scontato.”
Soderbergh osserva che ci sono film che, se realizzati da altri, rappresenterebbero il culmine di una carriera, ma per Spielberg sono solo “uno dei tanti”. Cita Ready Player One come esempio di meraviglia tecnica che pochi potrebbero anche solo immaginare, senza contare che l’ha realizzato tra un film candidato agli Oscar e l’altro, come The Post.
Poi c’è il 1993: Jurassic Park e Schindler’s List nello stesso anno. “È ridicolo. Ognuno dei due manderebbe un altro regista in ospedale.”
Alla fine, ciò che rende Spielberg il più grande di tutti i tempi, secondo Soderbergh, non è solo la sua visione spettacolare, o il suo orecchio per la verità emotiva, o la sua instancabile innovazione. È la capacità di unire tutto questo, costantemente, per decenni, in generi totalmente diversi.
Lo squalo non è stato solo un punto di svolta per il cinema: è stato il momento in cui un talento generazionale ha mostrato al mondo cosa fosse possibile fare con un film. Come conclude Soderbergh: “Non c’era nessun altro regista al mondo che avrebbe potuto sopravvivere e realizzare Lo squalo. Nessuno.”
E cinquant’anni dopo, ne sentiamo ancora l’eco.
Di seguito la lunga scena iniziale di Lo Squalo: