Il regista apprezzò i complimenti, ma ne fu anche sconvolto
Terminator 2: il giorno del giudizio è da tempo considerato un punto di riferimento della fantascienza. James Cameron realizzò un sequel che non si limitò ad ampliare il concetto originale, ma lo reinventò completamente.
Il film ribaltò le aspettative sul cyborg assassino interpretato da Arnold Schwarzenegger, approfondì i personaggi in modi intelligenti e sorprendenti e offrì sequenze d’azione che ancora oggi sembrano irraggiungibili. È facilmente uno dei migliori sequel mai realizzati e un’enorme influenza sullo storytelling sci-fi.
Ma dietro i viaggi nel tempo, le macchine inarrestabili e la mitologia della guerra futura, c’è un momento in Terminator 2 che si è rivelato inquietantemente reale – e nasce direttamente dalle ricerche di Cameron.
In una lunga retrospettiva per Vanity Fair, Cameron ha discusso le scelte fatte nel plasmare Terminator 2, in particolare il suo approccio a Sarah e John Connor.
Ha spiegato come abbia collaborato con Linda Hamilton per l’evoluzione di Sarah e quanto fosse importante proteggere il giovane Edward Furlong durante le riprese. Ma quando ha parlato dell’incubo di Sarah riguardo all’esplosione nucleare su Los Angeles, il discorso è diventato decisamente più inquietante.
Cameron rivelò che quella sequenza non era una visione stilizzata o esagerata della devastazione. Era basata su studi reali che gli scienziati successivamente confermarono come disturbantemente accurati. Cameron disse:
“Avevo fatto molte ricerche sugli effetti delle armi nucleari e su cosa accadrebbe davvero se ne detonassi una sopra una città, o quale sarebbe l’esperienza, anche se per un istante. Ed è molto accurato. In effetti, ho ricevuto una lettera dai cosiddetti ‘Blast Gurus’ del Sandia Lab, nato da Los Alamos come uno dei principali centri nucleari degli Stati Uniti. Ed era piena di complimenti: avevo fatto tutto esattamente nel modo giusto.”
Poi arrivò la parte che lo colpì più profondamente:
“‘Sì, ti brucerà la carne riducendola in cenere, e poi l’onda d’urto spazzerà via la cenere dalle ossa.’ Fantastico, ragazzi, grazie dei complimenti! Ma è sconvolgente realizzare in che mondo vivessimo all’epoca … Quando quel film fu scritto nel 1990, eravamo appena oltre il picco della proliferazione nucleare. C’erano qualcosa come 70.000 o 80.000 testate nucleari in giro, ognuna delle quali avrebbe potuto fare ciò che mostriamo nel film. Oggi siamo scesi a un ‘comodo’ totale di 12.000 testate. E siamo in una situazione geopolitica ancora più precaria. Quindi è rilevante oggi quanto lo era allora.”
Così, mentre gli incubi di metallo liquido del T-1000 o la caccia incessante delle macchine future sono pura fantascienza, la visione di Sarah Connor sulla distruzione nucleare è radicata nella realtà fisica di un’arma atomica.
Grazie, James. Ora ogni rewatch porta con sé la consapevolezza che questo momento in Terminator 2: il giorno del giudizio non è solo orrore cinematografico – è molto vicino a una dimostrazione reale di ciò che accadrebbe davvero.
La scena in questione: