Un destino diverso per i protagonisti dell'adattamento
The Long Walk, film tratto da La Lunga Marcia di Stephen King è appena arrivato in versione 4K UHD e Blu-ray negli Stati Uniti, e questa nuova edizione include un finale alternativo che offre una lettura completamente diversa del destino dei protagonisti.
Il film, diretto da Francis Lawrence e interpretato da Cooper Hoffman e David Jonsson (la recensione), racconta una distopia crudele in cui cento ragazzi sono costretti a camminare senza mai fermarsi: chi rallenta, viene ucciso. Solo l’ultimo rimasto in piedi vince.
Seguono SPOILER
Nel finale visto al cinema, Ray e Peter sono gli ultimi due concorrenti. Sotto una pioggia battente, Ray crolla, Peter esita e i soldati aprono il fuoco. Il Maggiore (interpretato da Mark Hamill) finisce il lavoro con un colpo di pistola e proclama Peter vincitore. Il giovane, sconvolto, prende il fucile di un soldato e spara al Maggiore, realizzando così la “grande richiesta” fatta da Ray prima di morire: un gesto di vendetta e ribellione, ma anche di disperazione.
Il finale alternativo, invece, cambia radicalmente il senso dell’opera. Dopo la morte di Ray, Peter solleva il fucile e punta il Maggiore, ma poi sceglie di non sparare. Lascia cadere l’arma e si allontana da solo lungo la strada deserta. Dopo il fade-out, sullo schermo appare un testo che racconta cosa succede in seguito: mesi dopo la fine della marcia, i parenti dei “Moschettieri” – il gruppo di ragazzi con cui Peter e Ray avevano stretto un legame – ricevono misteriose buste piene di denaro. Una di loro trova anche un rosario, simbolo di memoria e redenzione.
Questo finale conserva la malinconia e la violenza emotiva del racconto, ma introduce un barlume di umanità e speranza: Peter non cede alla spirale di sangue, usa la sua vittoria per onorare gli amici perduti.
La differenza tra i due epiloghi non è solo narrativa ma profondamente tematica.
Nel finale cinematografico, Peter uccide il Maggiore: un atto che riflette la disumanizzazione totale, la trasformazione di un ragazzo sensibile in una creatura distrutta da un mondo spietato. È un gesto di rabbia, ma anche di resa morale.
Nel finale alternativo, invece, Peter sceglie la compassione. Non perpetua la violenza che lo ha distrutto, ma cerca di spezzare il ciclo, trasformando la sua vittoria in un gesto di memoria.
Eppure, proprio per questo, il regista ha deciso di mantenere il finale più cupo nella versione ufficiale. L’opzione più “gentile” avrebbe forse dato sollievo, ma avrebbe anche tradito il cuore del romanzo di King: un racconto sul potere corrosivo della violenza e sull’impossibilità di uscirne indenni.
Il finale alternativo rimane un interessante esperimento narrativo, un “e se…” che arricchisce la riflessione sul personaggio di Peter McVries e offre uno sguardo su una versione del film più empatica, ma meno brutale. È una scelta che divide: alcuni spettatori troveranno più soddisfacente questo epilogo più umano, altri continueranno a preferire la crudele coerenza del finale originale.
In entrambi i casi, The Long Walk conferma la sua forza: una parabola sul sacrificio, la sopravvivenza e la perdita dell’innocenza in un mondo che non perdona.
Di seguito trovate il trailer internazionale di The Long Walk: