Il regista Michael Shanks racconta a modo suo la dipendenza affettiva
Together di Michael Shanks è l’esempio più riuscito – e più divisivo – di come il body horror possa raccontare una relazione meglio di qualunque dramma sentimentale (la recensione). L’idea è semplice e feroce: Tim e Millie, dopo dieci anni insieme, si trasferiscono in campagna per ricominciare; bevono l’acqua di una grotta e dal mattino dopo i loro corpi si cercano, si saldano, si lacerano.
Seguono SPOILER
È una metafora della dipendenza affettiva resa carne. Il film, però, non si limita all’allegoria: spinge lo spettatore dentro una dinamica tossica fatta di bisogno, paura dell’abbandono, terrore di perdere l’identità. In questo senso Together funziona come racconto universale di coppia molto più di tanti melodrammi pettinati.
La messa in scena abbraccia la regola del “mostrare invece di spiegare”. Il regista dosa gli indizi: la grotta che fu una chiesa sconsacrata, la campana con il simbolo della setta, il vicino Jamie (Damon Herriman) che all’inizio pare solo premuroso e poi rivela . tramite un filmino rituale – di essere a sua volta il risultato di una fusione.
È una scelta che tiene il film lontano dal folklore didascalico e lascia all’immaginazione il compito di riempire i vuoti. Al tempo stesso, questa economia narrativa prepara il terreno per un terzo atto che spacca il pubblico: chi chiede una spiegazione lineare troverà “troppo poco”; chi ama l’ambiguità riconoscerà la coerenza di un’opera che lavora per suggestioni.
Tra questi due poli, i protagonisti oscillano finché l’amore – non la setta – decide per loro: quando Millie rischia di morire, Tim sceglie di salvarla permettendo al loro corpo di saldarsi per fermare l’emorragia. Da quel momento, il gesto romantico e il gesto irreversibile coincidono.
La potenza del finale sta proprio in questa doppia natura: romantico e funebre. La sequenza in cui i due si abbracciano e accettano la metamorfosi è insieme promessa e funerale dell’io. Poco dopo, alla porta di casa non c’è più Tim né Millie, ma un unico essere androgino che accoglie i genitori di lei; sulla soglia, la campana con il simbolo della setta indica che la nuova creatura ha “aderito”.
È qui che Together diventa davvero perturbante: la scelta d’amore si è trasformata, forse, in reclutamento. Vince la setta? In parte sì, perché ottiene un nuovo credente. Ma non è una vittoria pulita: la fusione nasce da un atto di cura, non da un lavaggio del cervello. È un esito inquieto, che rifiuta la consolazione e l’anatema.
Sul piano tematico il film svuota e ribalta il mito della “metà mancante”. L’idea platonica dell’anima divisa è qui portata alle estreme conseguenze: completarsi significa anche perdersi. Il significato del finale sta tutto in questa domanda: quanto di noi è negoziabile dentro un patto d’amore? Together suggerisce che l’autonomia non è un bene sacrificabile sull’altare della fusione, ma ne riconosce la potenza seduttiva. Per questo la scena conclusiva, con i genitori che arrivano ignari, suona come una chiosa ironica e sinistra: la normalità bussa alla porta e trova un mostro gentile.
Le interpretazioni sono quindi il motore segreto dell’empatia: Alison Brie disegna una Millie combattuta tra l’abitudine e il desiderio di essere vista; Dave Franco dà a Tim la fragilità di chi teme di dissolversi pur amando davvero. Insieme trasformano il viscidume degli incastri in materia emotiva: sangue e colla non sono shock ornamentali, ma grammatica dei sentimenti. Il vicino Jamie è la figura più riuscita: volto rassicurante del dogma, ponte tra il bisogno privato e l’ideologia che promette di soddisfarlo.
Insomma, Together è un horror sentimentale che mette alla prova lo spettatore sul terreno più scivoloso, quello in cui la dolcezza e il possesso si confondono. Non è un semplice avvertimento contro la simbiosi, né un inno al sacrificio totale. È una domanda aperta sulla linea di confine tra l’io e il noi. Per questo resta addosso: perché suggerisce che, per restare insieme, bisogna sapersi toccare senza saldarsi, e separarsi senza strapparsi. Ed è un pensiero più spaventoso di qualunque mostro.
Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di Together, nei cinema dall’1 ottobre: