Il docufilm di Chris Griffiths racconta tutti i retroscena del cult del 1987 e dei sequel attraverso le testimonianze di quasi tutti i protagonisti
Quest’anno ricorre il trentesimo compleanno di uno dei più interessanti e controversi film degli anni ’80, RoboCop di Paul Verhoeven. L’idea di un futuro distopico e cupissimo in cui il crimine dilagante viene affrontato da un agenti di polizia robotico è certo una delle più affascinanti di sempre in ambito sci-fi moderno, senza contare quel finale con la battuta a effetto “Dick … Sei licenziato!”
Quest’ultimo infatti ha rifiutato diverse richieste di intervista, ma fortunatamente il filmmaker è riuscito a recuperare e utilizzare materiale video d’archivio (vecchio e nuovo) al posto di una testimonianza di prima mano dell’attore, che è stato aggiunto al montaggio definitivo.
È un peccato, però, che l’agente Alex Murphy non abbia partecipato, perché il docufilm sembra davvero ottimo e completo e, basandoci sul trailer appena diffuso, sono molteplici gli aspetti interessanti relativi a RoboCop che emergono dalle immagini, dalle vicissitudini con l’MPAA (ente della censura americano) da parte della produzione fino a estesi segmenti dedicati al sound design, per non parlare del lavoro in stop motion e dell’ideazione dell’armatura del protagonista. Non è ancora chiaro quando i fan potranno vedere RoboDoc completo, ma è probabile nel 2019.