I registi Chewy May e Jes Tom dicono la loro su una spinosa questione che non riguarda soltanto il film con Scarlett Johansson
Può essere facile respingere le questioni dell’appartenenza in astratto. Il casting di Scarlett Johansson come protagonista dell’adattamento cinematografico di Ghost in the Shell è stato fatto passare come parte del business, e molti di coloro che l’hanno criticato tacciandolo di whitewashing sono stati accusati di aver avuto una reazione eccessiva. Dopo tutto, “è solo un film“. Ma, come ora mostra un video, non c’è nulla di astratto in esso.
“La gente non si rende conto di come il whitewashing ci influenzi come adulti, e anche il nostro bambino interiore che ha sempre voluto vederci rappresentati”, hanno detto i due registi (entrambi di origini asiatiche e Tom, un trans non-binario). “Abbiamo deciso di dare un volto e una storia al motivo per cui la gente è arrabbiata, e di mostrare perché questo ci colpisce così tanto.”
Un argomento spinoso e delicato, che gli studi di Hollywood non dovrebbero sottovalutare: