Trasposizioni cinematografiche dai videogiochi dal vangelo secondo Uwe Boll
Momento Uwe Boll
Vincitore di un Razzie Award alla peggior carriera nella storia del cinema, l’incompreso Uwe è stato più volte criticato da media e persone. A detta della critica statunitense, ci sono alcune sue opere in grado di far sentire bene coloro che realizzano film squallidi.
La risposta del regista? Sfidare la critica a un incontro di Boxe (che Uwe vinse grazie alla sua adolescenza da puggile; con due “g” perché anche lui ‘ha i pugni nelle mani’).
Facendosi forte del termine “loosely based on” ha prodotto nel corso degli anni una serie di pellicole che potremmo annoverare nel nostro dossier.
Usiamo il condizionale perché non vogliamo farlo. Per quanto rientrino nella definizione data nella prima parte, potremmo dilungarci per ore vomitando i nostri peggiori icori contro le scelte fatte da queste braccia tolte alla boxe.
Vogliamo comunque citarvi quello che consideriamo il suo più grande successo: Alone in the Dark.
I vari titoli ludici narrano le vicende di un investigatore, Edward Carnby, alle prese con case infestate, misteri occulti tratti dalla bibliografia di H.P. Lovecraft, vodoo e molto altro.
Christian Slater è Edward e, in quello che è considerato IL peggior film nella storia del cinema (2.3 la media votot su IMDB e 1.7 su Rotten…) è accompagnato da Tara Reid (che aveva imparato il fascino dei trash-B-movies ben prima degli Sharknado). Il resto ve lo scriveremo senza punteggiatura e senza pause, per meglio rendervi il piacere provato nel vederlo:
Abbiamo sortito l’effetto opposto incuriosendovi sul titolo? C’è qualcosa che salviamo però; una canzone dei Nightwish nell’OST. Nel suo video ufficiale potrete godere di alcune immagini tratte dalla pellicola:
Vi abbiamo salvato da titoli come House of the Dead, i vari BloodRayne e In the Name of the King… Film che hanno solo un titolo in comune con i più noti videogiochi e che hanno rimarcato il grande successo del nostro eroe Boll.
Salutiamo lo stimato professionista con la risposta che gli diede la Blizzard quando ai tempi si propose per realizzare la pellicola su Warcraft, finita poi a Sam Raimi e infine a Duncan Jones:
“We will not sell the movie rights, not to you… especially not to you.” (Non venderemo i diritti del film, a te no… specialmente a te, no).
Uwe Boll fu solo il precursore del momento più triste che questo genere non genere, perché l’Inverno stava arrivando e, come George R.R. Martins ci insegna, perdura da anni.
Se precedentemente si poteva avere qualche (NDR: pochissime) soddisfazione nel vedere trasposizioni cinematografiche di videogiochi, a partire dalla seconda metà degli anni 2000, il declino verso l’abisso è stato costante.