Il supervisore degli effetti visivi Lawson Deming ha parlato della sfida rappresentata dalla creazione del Volkshalle, il ciclopico edificio che Adolf Hitler avrebbe costruito se avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale
Una delle cose migliori della serie TV The Man in the High Castle è quanto sia approfondita la ricostruzione degli edifici che vediamo sullo schermo. Non si tratta solo dell’America degli anni ’60, co-occupata dall’Impero giapponese e dalla Germania nazista – la seconda stagione ci ha mostrato anche l’inquietante grandezza di quella che avrebbe potuto essere Berlino se i nazisti avessero vinto la seconda guerra mondiale, con la creazione del monumentale edificio che Adolf Hitler aveva immaginato .
L’edificio è il “Volkshalle,” l’immensa struttura a cupola dove il Führer tiene i suoi discorsi. E’ mostrato ampiamente all’inizio del seguente filmato dei Barnstorm VFX, che mostra come siano riusciti a ricreare accuratamente quella grandiosa architettura:
“La gran parte dell’architettura è basata su piani reali che Hitler aveva per ‘Germania,’ la capitale mondiale progettata dall’architetto Albert Speer che doveva essere costruita nel cuore di Berlino”, ha spiegato il supervisore degli effetti visivi dello show di Amazon Lawson Deming. “La struttura a cupola alta mille piedi nota come Volkshalle è stata il fulcro di questo sviluppo, e ne esistono ampi progetti e modelli in scala”.
Il supervisore e lo scenografo Andrew Boughton si sono avvalsi del volume Albert Speer Architecture: 1932-1942 per intuire il possibile aspetto della Berlino degli anni ’60. In aggiunta alla sua personale ricerca, Deming e il suo team hanno usato disegni dei production designer, illustrazioni concettuali e altri progetti per costruire le parti digitali, insieme a foto dei set fisicamente esistenti per assicurarsi che combaciassero con quelli finti.
I tentativi di abbinare i piani storici effettivi sono stati cambiati quando ci si è confrontati con la realtà. Ad esempio, Deming ha spiegato come l’unico riferimento “reale” al Volkshalle sia stata questa “singola fotografia di un modello a bassa risoluzione” (qui a lato/sopra).
Il primo tentativo da parte della squadra di ricreare tale immagine non è andato bene. “Non ha funzionato sullo schermo perché la scala dello spazio fisico all’interno della cupola è incomprensibile e ci sono alcuni dettagli di dimensioni umane che non aiutano in tal senso”, ha spiegato Deming. Questo ha portato a un altro problema. “L’unica struttura al mondo di riferimento è il Pantheon, su cui si basa il disegno della cupola interna, ma la cupola del Pantheon è 1/8 della dimensione di quella del Volkshalle, e se guardate le foto di quella cupola, molte appaiono finte, come un dipinto. Quindi, come potevamo ricreare una cupola di 800 piedi in marmo che non sembrasse finta?”
Questo comunque non significa che tali aggiunte non fossero storicamente accurate. “Abbiamo aggiunto anche segni, illuminazione da parete e da soffitto per la galleria, mentre le statue ricordano le sculture di Arno Breker fuori della Cancelleria del Reich,” ha sottolineato Deming.
Il risultato è stato molto più facile da digerire. “Il dettaglio e la ri-sagomatura di alcuni elementi hanno contribuito ad aggiungere peso allo spazio, e anche se la dimensione è ancora difficile da concepire, è stato un enorme miglioramento rispetto alla pedissequa ricreazione di quella singola fotografia“, ha concluso Deming.
E’ un impegno enorme fondere il realismo storico con la finzione, ma Deming è contento del lavoro: “Al di là dell’emozione di essere in grado di creare certe cose, ci siamo sentiti addosso uno strano senso di responsabilità nel ritrarre questa storia falsa ‘con precisione’, in mancanza di una parola migliore,” ha detto. “A differenza di altre opere di fantascienza dove basta inventare, abbiamo dovuto diventare degli storici di un tempo che non è mai esistito, perché è così vicino al mondo reale.”