Il creatore del futuro show Javier Grillo-Marxuach intende svecchiare l'immagine dello storico telefilm con Lucy Lawless e renderlo "bingeable"
Tra fantasy, mitologico e classico, Xena – Principessa guerriera, incarnata dall’atletica Lucy Lawless, ha a suo modo lasciato un segno nella storia della produzione per il piccolo schermo e appassionato un’intera generazione. Lo spin-off dell’altrettanto celebre Hercules è andato in onda in Italia tra il 1998 e il 2005 (negli USA tra il 1995 e il 2001) ed è stata citata nei contesti più disparati, da Wrong Turn 2 – Senza via di uscita a Thor, da CSI – Las Vegas a Una mamma per amica, fatto che conferma ulteriormente l’impatto che lo show ha avuto.
Dopo la sesta stagione però, la serie, prodotta da Sam Raimi e Rob Tapert, è stata interrotta, con sommo rammarico dei numerosi proseliti che negli anni aveva guadagnato. Per questi ultimi ci sono però buone nuove: da una parte infatti si parla da tempo di un reboot, dall’altra l’eroina avrà una versione a fumetti grazie alla romanziera fantasy Genevieve Valentine, che riprenderà da dove sono state lasciate le vicende della principessa guerriera e della sua compagna di viaggio, l’amazzone Olimpia (Renee O’Connor).
Fin qui tutto bene. Quello che potrebbe lasciare perplessi gli appassionati del classico seriale è però la natura del rifacimento: a dirigere i lavori ci sarà infatti una new entry, Javier Grillo-Marxuach (creatore di The Middleman e – più interessante – supervising producer di Lost), così come nuove saranno anche le due protagoniste. Intanto Grillo-Marxuach ha espresso la propria opinione su una serie di aspetti legati al suddetto show. In primis, interrogato su cosa renda Xena un’eroina epica tanto iconica, ha dichiarato:
Ci sono due ragioni. Uno è che Xena e Olimpia hanno rappresentato qualcosa che semplicemente non esisteva in TV in quel momento… è difficile immaginare che il 1995 fosse precedente all’entrata di “Test Bechdel” nel lessico comune della critica mainstream e che delle serie guidate da donne come Alias avrebbero
Sebbene rispettoso dell’eredità dell’originale, Grillo-Marxuach è altresì poco interessato a serbarne la struttura, abbandonando quella strettamente episodica per un più proficuo flusso diegetico continuo.
Non vedo l’ora di svecchiare un po’ il canone. Una grande cosa è che stiamo cercando di realizzare un storia molto più serializzata di quanto lo spettacolo sia mai stato – così formalmente stiamo già percorrendo una strada in parte diversa-, mentre i personaggi occuperanno approssimativamente gli stessi spazi tematici che hanno occupato nell’originale, le backstories di alcuni di loro saranno cambiate, e l’etica di alcuni di loro sarà ottimizzata in modo da poter narrare una vicenda di più ampio respiro, in cui ogni episodio conduca direttamente al successivo. È un equilibrio delicato: si vuole accontentare i fan di vecchia data e attirare un nuovo pubblico, che magari conosce lo show solo di nome, con una storia che li appassionerà, a prescindere dal loro quadro di riferimento -e una delle cose che su cui ho davvero insistito nel mio lavoro è di raccontare una storia epica che fosse “bingeable”-, ma allo stesso tempo caratterizzare molti dei personaggi leggendari in un modo che abbia senso nella totalità della storia. Quindi, in risposta alla tua domanda, è l’unica cosa che volevo davvero rimaneggiare.
Approfondendo la questione su quali saranno gli aspetti che conferiranno appeal al reboot, che pare mirare ad aggiornare l’estetica dell’originale, lo showrunner ha specificato:
Certo è un bello smacco per coloro che si erano affezionati all’iconica bella combattente e al suo seguito – ovviamente con abbigliamento connesso – mentre dalle dichiarazioni soprastanti sembrerebbe che la direzione punti verso l’ennesima moraleggiante e proto-femminista eroina teen – in stile Shannara e alla The 100 – oppure verso una combattente decisamente nerboruta alla Trono di Spade. E intanto si allontana quel modello femminile insieme sexy, ironico e un poco dissacrante rappresentato dalla Xena/Lawless…