Horror & Thriller

IT: Welcome to Derry, tutti i collegamenti all’universo di Stephen King (episodio 1)

Andy Muschietti ha disseminato la serie di indizi ed easter egg per i fan del Re

Attenzione: contiene spoiler su It, It: Capitolo Due e It: Welcome to Derry.

Molti fan di Stephen King – i cosiddetti Constant Readers – credono che, nonostante abbia pubblicato oltre ottanta romanzi e racconti negli ultimi cinquant’anni, lo scrittore del Maine stia in realtà costruendo un’unica, immensa storia. I suoi mondi letterari si estendono attraverso dimensioni e tempi diversi, ma spesso si intrecciano grazie a luoghi, personaggi o eventi comuni.

Uno dei pilastri di questo universo condiviso è Derry, Maine, la cittadina immaginaria che nasconde sotto la superficie idilliaca un antico male: l’entità che assume la forma di Pennywise il Clown e si risveglia ogni ventisette anni per nutrirsi della paura (e della carne) dei bambini.

Dopo il successo di It (2017) e It: Capitolo Due (2019), Andy Muschietti torna insieme a Barbara Muschietti e Jason Fuchs con la nuova serie HBO It: Welcome to Derry, che amplia la mitologia del romanzo di King. Ispirata agli Interludi presenti nel libro, la serie racconta cicli precedenti del terrore di Pennywise, esplorando come l’orrore di Derry si sia radicato nella sua storia.

L’episodio 1, intitolato The Pilot, si apre nel pieno dell’inverno. Un ragazzo sfortunato di nome Matty (Miles Ekhardt) cerca di fuggire da Derry, chiedendo un passaggio a una famiglia apparentemente gentile. Ma la sua fuga durerà poco: il viaggio si trasforma presto in un incubo.

Nel frattempo, una voce alla radio annuncia l’elezione del presidente John F. Kennedy, fissando la cronologia nel tardo 1961 – due anni prima degli eventi del romanzo di King 22.11.63, dove un insegnante viaggia nel tempo per impedire l’assassinio di JFK. In quella storia, il protagonista Jake Epping fa tappa proprio a Derry, dove incontra due futuri membri del Club dei Perdenti: Richie Tozier e Beverly Marsh.

Sebbene questa connessione diretta sia improbabile nella serie (dato che la timeline cinematografica è diversa), Welcome to Derry si posiziona chiaramente nello stesso universo, mantenendo coerenza con i riferimenti temporali del Kingverse.

Nei film di Muschietti, l’infanzia dei Perdenti è ambientata nel 1988, mentre la riunione da adulti avviene nel 2016. Ciò significa che Welcome to Derry, ambientata nel 1962, racconta un ciclo precedente di orrore – e probabilmente vedremo i genitori dei futuri Perdenti, piuttosto che i ragazzi stessi.

Tra i nuovi personaggi spicca Leroy Hanlon (interpretato da Jovan Adepo), un maggiore dell’aeronautica appena assegnato alla Derry Air Force Base dopo la guerra di Corea. I lettori riconosceranno il suo cognome: Leroy è il nonno di Mike Hanlon, il membro del Club che resterà a Derry per custodirne la memoria e monitorare i ritorni di Pennywise.

Nei flashback dei film di Muschietti, vediamo un Leroy anziano (interpretato da Steven Williams) insegnare al giovane Mike come macellare il bestiame. In Welcome to Derry, invece, il maggiore è un uomo ancora giovane e pieno di speranza, all’inizio di un nuovo capitolo familiare.

Appena arrivato in città, Leroy deve confrontarsi con il razzismo dell’America degli anni ’60. Il suo copilota si lamenta della mancanza di locali notturni e di buoni ristoranti cinesi: una battuta che cela due riferimenti per i fan di King. Il primo è il Jade of the Orient, il ristorante dove gli adulti del Club dei Perdenti si riuniscono nel romanzo e nei film. Il secondo è il Black Spot, il club per soldati afroamericani distrutto da un attentato del Ku Klux Klan, raccontato in uno degli Interludi più memorabili di It.

Tutto lascia pensare che Welcome to Derry mostrerà per la prima volta sullo schermo quella tragedia: un episodio chiave che incarna l’orrore umano che precede e accompagna quello sovrannaturale.

Come ogni ciclo di Pennywise, anche quello del 1962 presenta un gruppo di adolescenti outsider. Questa volta, però, non si incontrano nei Barrens ma nella Standpipe, la vecchia torre dell’acqua della città.

Nell’universo di King, la Standpipe è tristemente famosa: lì Stan Uris, uno dei futuri Perdenti, affronterà la visione spettrale di bambini annegati evocata da Pennywise. In Welcome to Derry, la struttura abbandonata diventa il rifugio segreto di Terry Uris (Mikkal Karim Fidler) e del suo amico Phil (Jack Molloy Legault). Entrambi appartengono a una famiglia ebraica molto devota, come quella di Stan, e si stanno preparando al bar mitzvah quando il terrore comincia a manifestarsi.

Dopo la scomparsa di Matty, Terry fa amicizia con Lilly (Clara Stack), un’altra emarginata che torna a Derry dopo un periodo trascorso al Juniper Hill, il famigerato ospedale psichiatrico menzionato in diversi romanzi di King (It, L’ombra dello scorpione, Insomnia).

Lilly racconta di essere stata internata dopo la morte del padre, un operaio del conservificio locale rimasto ucciso in un incidente orribile: intrappolato tra gli ingranaggi di una macchina, il suo corpo viene dilaniato e “impacchettato” in barattoli da sottaceti. Questa scena è un chiaro omaggio al racconto The Mangler, dove una pressa industriale diventa posseduta da un demone sanguinario.

Ma non è l’unico richiamo: in una scena inquietante, Lilly sente rumori provenire dallo scarico del bagno e vede dita umane emergere dal tubo. È un riferimento a Il Dito, storia inclusa in Incubi & Deliri (1993), in cui un uomo è terrorizzato da un dito gigante che spunta dal lavandino del suo appartamento.

A Derry High School, i ragazzi frequentano una classe con una mascotte chiamata Bert the Turtle. Un nome che i fan di La Torre Nera riconosceranno subito come un omaggio a Maturin, la Tartaruga cosmica che rappresenta la creazione e l’equilibrio, contrapposta all’entità distruttiva che genera Pennywise.

Nel multiverso di Stephen King, Maturin è uno dei dodici Guardiani che sostengono i Beams, le forze che reggono la Torre Nera – il centro di tutti i mondi possibili. È Maturin, infatti, ad aiutare Bill Denbrough (il leader dei Perdenti) a comprendere come sconfiggere Pennywise attraverso il mistico Rituale di Chüd, una lotta mentale e spirituale tra creazione e distruzione.

Il suo richiamo in Welcome to Derry è sottile ma fondamentale: un segno che la serie non solo espande l’universo di It, ma lo collega al più ampio e complesso Kingverse, dove ogni racconto è parte dello stesso ordine cosmico.

Il primo episodio di It: Welcome to Derry non si limita a riaprire la tana di Pennywise: riattiva l’intero universo narrativo di Stephen King, intrecciando i fili di opere come 22.11.63, The Mangler, L’ombra dello scorpione, Incubi & Deliri e La torre nera.

Tra riferimenti espliciti e allusioni per i fan più attenti, la serie costruisce un prequel ambizioso e coerente, dove il male non è solo un clown immortale, ma la somma di paura, colpa e memoria collettiva.

Se il resto della stagione manterrà questo equilibrio tra orrore e mitologia, Welcome to Derry potrebbe diventare la tessera mancante del grande mosaico Kingiano – e forse la serie più importante del suo universo condiviso.

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Published by
Stella Delmattino