La serie di Andy Muschietti si chiude col botto
Attenzione: questo articolo contiene spoiler sull’episodio 8 di It: Welcome to Derry
Dopo sette episodi ricchi di tensione e orrore, It: Welcome to Derry si conclude con “Winter Fire / Fuoco d’Inverno”, un episodio finale che chiude efficacemente il ciclo di morte e distruzione del 1962, inserendo nel contempo una rete di collegamenti intelligenti con l’universo narrativo di Stephen King.
Con Pennywise (Bill Skarsgård) ormai libero dalle Colonne – le strutture magiche che in passato lo avevano confinato sotto la città – la creatura emerge dalle fogne di Derry apparentemente intenzionata a saltare il suo letargo di 27 anni per continuare a nutrirsi della paura dei bambini.
A complicare le cose, un’inquietante nebbia cala sulla città, portando neve e ghiaccio fuori stagione e fornendo copertura agli omicidi del clown. I lettori di lunga data di King riconosceranno subito l’eco di un’altra cittadina del Maine travolta da una foschia mortale: Bridgton, teatro del racconto The Mist / La Nebbia (1985), contenuto nella raccolta Scheletri.
Il co-creatore Jason Fuchs ha spiegato che la nebbia di Derry non è la stessa che devasta Bridgton, ma il parallelismo è volutamente sinistro. Nel racconto originale, “La Nebbia” è causata da un esperimento militare andato storto, il Progetto Arrowhead, che ricorda da vicino il misterioso Project Precept del generale Shaw (James Remar) in Welcome to Derry.
La discesa nella nebbia
Osservando il tempo cambiare dal loro rifugio, Marge (Matilda Lawler), Lilly (Clara Stack) e Ronnie (Amanda Christine) trovano le pareti del loro rifugio coperte di volantini con le foto dei bambini scomparsi di Derry. Tra loro, anche Will (Blake Cameron James), risucchiato nella Luce dei Defunti da Pennywise nell’episodio precedente.
“Voglio ucciderlo quel fottuto clown!,” un chiaro rimando alla battuta di Richie nel duetto cinematografico It / It: Capitolo Due.
Citazioni da Scheletri: i racconti del lattaio
Durante la fuga, le ragazze seguono una scia di sangue nel bosco e, trovando un camion abbandonato, Marge decide di guidarlo pur non sapendo farlo. Accanto al veicolo, un lattaio morto – dettaglio che rimanda a due racconti brevi di Consegne mattutine – Lattaio nr. 1 (Morning Deliveries) e Quattroruote: La storia dei bei lavanderini – Lattaio nr. 2 (Big Wheels: A Tale of the Laundry Game), entrambi contenuti in Scheletri.
In quelle storie, un lattaio di nome Spike si diverte a consegnare latte avvelenato o infestato da ragni velenosi.
Quando Marge cita lo zio da cui ha imparato a guidare, i lettori più attenti ricorderanno anche Il camion dello zio Otto, racconto in cui un veicolo abbandonato sembra muoversi da solo, spinto dal senso di colpa del protagonista.
Dick Hallorann e le origini di Shining
Tra coloro che ancora combattono il clown, Dick Hallorann (Chris Chalk) è il più provato. I suoi poteri telepatici – lo “shining / luccicanza” – lo collegano direttamente a Pennywise, che lo tormenta con le anime intrappolate nella sua mente.
Per liberarsene, Dick accetta un tè offertogli da Rose (Kimberly Guerrero), una bevanda realizzata con la radice di Maturin, la stessa sostanza allucinogena apparsa in It: Capitolo Due.
Rose spiega che bere la radice lo connetterà “a tutte le cose del reame da cui proviene questo male”.
Un riferimento diretto allo spazio Todash, la dimensione liminale da cui provengono sia Pennywise che le creature di The Mist. Questo legame permette a Dick di distrarre mentalmente Pennywise, dando ai ragazzi il tempo di risigillare le Colonne – una strategia simile a quella che userà in futuro Danny Torrance in Doctor Sleep (2013).
Una volta sconfitto il clown, Hallorann rivela di voler lasciare l’esercito per diventare cuoco in un hotel di un amico.
“Che problemi potrà mai dare un albergo?”, una battuta che anticipa il suo ruolo di chef dell’Overlook Hotel in Shining (1977), dove sarà perseguitato da nuovi spettri.
La rivelazione di Marge Tozier
Nel finale di stagione, Pennywise chiama Marge “Margaret Tozier”, ma precisa che “non è ancora il suo nome”. La scena conferma le teorie dei fan: Marge è la futura madre di Richie Tozier, uno dei membri del Club dei Perdenti.
Quando compaiono i titoli di coda, la scritta “Chapter One” chiude l’episodio, promettendo il ritorno della serie.
I nuovi custodi di Derry
Affranta per la morte del nipote, Rose decide di vendere la sua fattoria alla famiglia Hanlon, incaricandoli di vigilare sulle Colonne e mantenere la pace a Derry.
“È il nostro compito ora,” dice Charlotte (Taylour Paige) al marito Leroy (Jovan Adepo), anticipando la missione che in futuro sarà affidata al loro discendente, Mike Hanlon, archivista e guardiano del male nel romanzo di King.
La scena post-credits: il ritorno di Mrs. Kersh
Nella post-credits, ci troviamo al Juniper Hill Hospital, dove una Ingrid Kersh (Madeleine Stowe) delira sul clown assassino. L’episodio salta poi al 1988, con Joan Gregson che riprende il ruolo di Mrs. Kersh, vista in It: Chapter Two.
Entrando in una stanza, la donna trova Elfrida Marsh impiccata e sua figlia Beverly (Sophia Lillis) in lacrime. Guardandola negli occhi, Mrs. Kersh sussurra:
“Nessuno che muoia a Derry muore mai davvero.” Una frase che tornerà anni dopo quando l’adulta Beverly Marsh (Jessica Chastain) tornerà in città per affrontare Pennywise.
Il titolo “Winter Fire / Fuoco d’inverno” chiude simbolicamente il cerchio: descrive la gelida nebbia che avvolge Derry e richiama la poesia romantica che Ben Hanscomb dedica a Beverly, ricordandoci che, come sempre in King, bene e male convivono dentro la stessa fiamma.