Kiernan Shipka è la streghetta mezza umana al centro dell'aggiornamento più tetro e meno scanzonato - e infarcito di omaggi - del fumetto fanta-horror della Archie Comics prodotto da Netflix, un discreto passatempo teen in vista di Halloween
Quest’anno ci pensa Le terrificanti avventure di Sabrina (The Chilling Adventures of Sabrina) a riempire coi suoi 10 episodi da un’ora il palinsesto Netflix di Halloween e soddisfare così i binge watcher dell’horror seriale rimasti orfani (almeno per qualche tempo), dopo due stagioni, delle vicissitudini legate al Sottosopra dei ragazzini di Stranger Things. Reboot decisamente più dark della popolare comedy pomeridiana Sabrina, vita da strega (Sabrina, the Teenage Witch) di fine anni ’90, questa nuova versione attinge a piene mani dalla graphic novel della Archie Comics, ma la sua protagonista – Kiernan Shipka – non ha nulla in comune con la simpatica streghetta interpretata al tempo da Melissa Joan Hart, a partire dalla pesante mancanza degli scambi di battute con il sarcastico gatto Salem, qui completamente privo di eloquio.
Ben più evidenti invece sono le similitudini con Riverdale, la recente serie di CW tratto sempre dai fumetti della Archie Comics, con cui Le terrificanti avventure di Sabrina condivide non a caso alcuni membri del team, tra cui proprio lo sceneggiatore Roberto Aguirre-Sacasa (già capo creativo della sopracitata casa fumettistica e che ha collaborato anche con la Marvel).
Greendale infatti è separata da Riverdale soltanto dal fiume Sweet Water, lo stesso che percorrono i gemelli Blossom all’inizio dello show della CW. Le due cittadine sono il teatro degli strani accadimenti che coinvolgono via via i protagonisti, i classici temi adolescenziali che potrebbero coinvolgere in misura minore un pubblico più adulto si tingono di così macabro e vengono ricoperti da un alone di mistero, in una sorta di Twin Peaks prepuberale (molto meno geniale) che non riesce naturalmente a scavare così a fondo nell’anima dei suoi personaggi, rimanendo confinato nella prevedibilità e linearità della sceneggiatura e senza offrire spunti umoristici degni di nota (ma non era quello l’obiettivo a quanto pare).
A trattenerla dal seguire le orme del padre ci sono i suoi affetti terreni: il fidanzato Harvey Kinkle, interpretato da un monocorde Ross Lynch (scuola Disney e recentemente protagonista di Il mio amico Dahmer) e le amiche e compagne di scuola Roz Walker (Jaz Sinclair) e Susie Putnam (Lachlan Watson), la ragazza androgina che ricorda sotto certi aspetti la Bev dell’IT di Andrés Muschietti.
Sabrina, nel mondo mortale, frequenta la Baxter High School e fino alla 1×06 di questa prima stagione la vediamo ergersi a paladina della giustizia – anche molto petulante … – sfidando a più riprese il preside Hawthorne (Bronson Pinchot), mentre combatte stereotipi triti e ritriti che sembrano essere inseriti a forza per fare passare i soliti messaggi di solidarietà contro il bullismo, la discriminazione di genere e i diritti delle donne, la censura di alcuni libri considerati immorali ecc. ecc., fondando addirittura un Club il cui acronimo è, sarcasticamente, WICCA.
Se appunto la sua vita mortale sembra noiosa e scorre lenta tanto quanto i primi episodi di Le terrificanti avventure di Sabrina, tanto che ci si domanda perché non passi subito al “lato oscuro”, la controparte ‘magica’ appare molto più interessante anche dal punto di vista narrativo e quando per la grande e prevedibile testardaggine riesce a tenere il piede in due mondi, la lotta tra Bene e Male per ottenere la sua anima dà vita ad una serie di complotti e sottotrame che incalzano il ritmo della serie in parallelo con la corruzione della sua anima, anche se la ragazza agisce sempre con nobili intenti, al punto da far riflettere su quanto sia labile il confine tra ‘buono’ e ‘cattivo’ e se sia così necessario scegliere l’uno o l’altro.
In ogni caso, a un certo punto l’adolescente dalla doppia identità inizia a frequentare l’Accademia delle Arti Occulte, una sorta di Hogwarts a sfondo satanico, dove proprio come Harry Potter viene bullizzata dalle Weird Sisters, che non ne accettano la natura di mezzosangue, capitanate dalla perfida Prudence (Tati Gabrielle). Il preside è l’infernale portavoce di Satana Padre Backwood (un convincente Richard Coyle) che fa di tutto per persuaderla a diventare adepta del Signore Oscuro, anche per non far perdere credibilità a tutta la congregazione di streghe e stregoni. Ruolo fondamentale e magistralmente interpretato da una malefica Michelle Gomez (Doctor Who), è poi quello di Ms. Wardwell, che sotto le spoglie di consigliera scolastica nel mondo degli umani mette Sabrina di fronte a delle scelte che faranno vacillare la sua integrità morale, corrompendo la sua anima.
I set nascondono succulenti riferimenti alla cultura pop horror, la serie ricorda molto anche Buffy l’ammazzavampiri e Prudence sembra l’incarnazione di Nancy di Giovani streghe, mentre tutto è pervaso da un’atmosfera anni ’60 e da tematiche che ricordano il celebre Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York. In questo calderone galleggiano fianco a fianco demoni, esorcismi, necromanzia, zombi e bambini fantasma, in una parata orrorifica che ricorda quella dei costumi indossati dai bambini che percorrono i viali delle case nella notte di Halloween per il caratteristico “dolcetto o scherzetto!”. Gli episodi, così come i ragazzini mascherati, esibiscono un susseguirsi di differenti riferimenti all’estetica macabra tipica della festività, che nell’insieme corale regalano eterogeneità e colore al preponderante tema della stregoneria.
Un altro collegamento diretto con il film del 1987 è l’incisione nascosta nella Chiesa della Notte, luogo di culto della setta satanica, che riporta una citazione di Pinhead. Altri riferimenti architettonici li possiamo ritrovare nel corridoio e nella porta di ingresso dell’ufficio del preside Blackwood all’interno della Accademia delle Arti Oscure, un chiaro riferimento alle porte della Tanz Dance Academy del Suspiria di Dario Argento.
Lo stesso ingresso della casa/obitorio in cui vive Sabrina è sormontato da una vetrata colorata che ricorda molto la finestra del classico del 1977. Inoltre, tra gli oggetti presenti nell’abitazione ritroviamo un Seymour in miniatura da La Piccola Bottega degli Orrori. Il rivestimento laterale della porta di ingresso dell’attico dove vive Ambrose invece è stato preso dal set di Bates Motel, mentre l’esterno stesso della casa è un riferimento al romanzo gotico La casa dei sette abbaini di Nathaniel Hawthorne (la struttura esiste davvero e si trova a Salem, in Massachusetts). Infine, nei pressi del bosco, dove Sabrina si inoltra per evocare il famiglio, c’è un cimitero di animali che omaggia apertamente il Pet Sematary del maestro Stephen King.
In definitiva quindi, Le Terrificanti Avventure di Sabrina si può considerare alla fine come un piacevole binge watching di Halloween per gli appassionati del genere e i nostalgici del vecchio telefilm, ammesso che si riesca a passare sopra ai primi sei ‘faticosi’ episodi e a non farsi spaventare dall’aria tipica da teen drama che la ammanta. Ah, il ‘to be continued’ alla fine della 1×10 anticipa la messa in cantiere della stagione 2, le cui riprese sono iniziate proprio in questi giorni.
Di seguito trovate una scena della prima stagione di Le terrificanti avventure di Sabrina, nel catalogo Netflix dal 26 ottobre: