Abbiamo visto in anteprima metà degli episodi della nuova miniserie che riunisce i 4 eroi di punta della partnership tra Marvel e Netflix
SPOILER minori
Dopo i fasti delle due stagioni di Daredevil e il buon successo di Jessica Jones, Netflix ha dovuto fronteggiare gli apprezzamenti altalenanti di Luke Cage e quelli praticamente inesistenti per Iron Fist. Con un debutto previsto per il prossimo 18 agosto su Netflix, The Defenders è ora l’ultima serie in ordine di tempo ad allargare il MCU e, se ve lo state chiedendo, non è necessario conoscere a menadito gli episodi degli show sopra citati per approcciarla. Potrebbe risultare utile per il contesto, ma non è imperativo.
Diciamo subito che questi primi quattro episodi non risolvono magicamente le discutibili scelte narrative, di ritmo e soprattutto di povertà della messa in scena che avevano afflitto in maniera minore o maggiore gli show solisti, ma non mancano le note positive. Nel tentativo di omogenizzare in modo graduale stili così differenti (specie nelle scelte fotografiche, qui rimarcate, almeno in principio), nei primi due episodi seguiamo i quattro protagonisti riprendere le loro vicende ‘separatamente’. Jessica Jones è probabilmente il personaggio che spicca sugli altri, nei panni dell’investigatrice dedita all’alcol dalla battuta pronta e finta menefreghista verso il mondo che decide di accettare nonostante tutto un nuovo caso, anche se non ha ancora ben chiaro chi sia o che cosa intenda fare della sua vita. Una differenza piuttosto netta rispetto a Matt Murdock, che si è apparentemente ritirato dal lavoro di vigilante, ma che sente ancora forte il richiamo di quella parte di lui, scatenando un profondo conflitto tra l’uomo sotto la maschera e l’avvocato civile che lavora sempre pro bono. Nel frattempo, incoraggiato da Misty Knight (Simone Missick), Luke Cage – scontata la sua pena – esce di galera ed è pronto ad abbracciare il ruolo di eroe e mentore per i giovani del quo quartiere, Harlem, preoccupandosi perchè alcuni di loro stanno accettando un misterioso lavoro senza fare ritorno a casa, mentre ‘l’immortale Iron Fist’ e la prode Colleen (Jessica Henwick, che ha un minutaggio importante) sono in giro per l’Asia a dare la caccia alla Mano. Per la maggior parte dei primi episodi, i quattro eroi (che mai si definiscono tali, come Jessica dice alla fidata Trish – Rachael Taylor -, la quale sparisce dai radar quasi subito senza più riapparire …) viaggiano quindi su binari separati, con ‘stacchi’ dall’uno agli altri come nella partite di calcio, quando il commentatore interviene da un altro campo dopo che gli hanno passato la linea, indagando ciascuno su piste e casi che sembrano non collegati, ma che – naturalmente – si rivelano presto parte di uno stesso puzzle.
Venendo all’unico vero motivo di esistere di The Defenders, ovvero l’interazione contemporanea tra Luke, Jessica, Danny e Matt sullo schermo, questa si materializza effettivamente soltanto alla fine del terzo episodio, con la rissa nel corridoio anticipata dai trailer come apice degli incontri più o meno casuali tra i protagonisti avvenuti lentamente e casualmente prima. E’ abbastanza evidente che gli sceneggiatori abbiano faticato nel trovare un ritmo adeguato tra il voler/dover re-introdurre i quattro per il nuovo pubblico e il farli incontrare il più velocemente possibile per accontentare gli altri. Questo rimescolamento della carte in tavola va a inficiare anche sui tratti distintivi delle singole serie soliste e sulle specificità di ciascun eroe, che qui per forza di cose si trova monco del minutaggio necessario a esprimere tutto il potenziale di cui aveva dimostrato di essere capace (anche se per Iron Fist forse è un bene …). Come anticipato, non mancano le comparsate dei personaggi secondari di ciascuna delle quattro serie (da Carrie Ann-Moss come Jeri Hogarth a Elden Henson come Foggy Neson, fino al redivivo Stick di Scott Glenn e alla Claire di Rosario Dawson), tuttavia, come detto, The Defenders decide di non dare mai per scontato che gli spettatori li conoscano. L’andamento non è pertanto omogeneo e sembra a tratti di assistere a un lungometraggio dilatato, un aspetto che si coglie ancora di più quando i quattro eroi si uniscono, dando scossoni importanti alla storia. Non mancano anche momenti più leggeri (battibecchi e bisticci tra super-umani fondamentalmente), che fortunatamente contribuiscono a rischiarare un po’ la serietà generale che nei primi momenti sembrava dover rabbuiare lo show.
Difficile tirare delle conclusioni ora che siamo a metà strada, con uno spettacolo che sta ancora cercando di capire come bilanciare gli interventi dei quattro protagonisti con i piani della Mano e su come raccontare la storia in modo divertente e convincente. In definitiva, The Defenders si colloca da qualche parte tra la stagione 2 di Daredevil (con cui condivide forse non a caso gli showrunner, Douglas Petrie e Marco Ramirez) e Luke Cage, è sufficientemente interessante da accontentare il fandom, ma è lontana dall’essere esaltante. Finora è più un preludio che l’evento principale.
Di seguito il secondo trailer originale di The Defenders, i cui 8 episodi saranno disponibili dal 18 agosto: