Il regista di Missoula fu molto chiaro
Ci sono due tipi di persone al mondo: quelle che pensano che Twin Peaks: Il Ritorno sia una serie TV e quelle che sbagliano.
Battute a parte, il dibattito va avanti dal 2017, quando Showtime ha trasmesso i 18 episodi del ritorno firmato da Mark Frost e David Lynch. Molti critici lo considerano non una semplice stagione televisiva, ma un vero e proprio film. Nel 2019 Cahiers du Cinéma lo ha incoronato “miglior film del decennio”, mentre nel 2022 la storica classifica di Sight & Sound lo ha inserito tra i 250 migliori film di sempre. Ma come può un’opera distribuita in 16 settimane rientrare nella categoria cinema?
Parte della risposta è nel pensiero di Lynch stesso. Alla proiezione al festival Camerimage spiegò:
“Per me televisione e cinema sono esattamente la stessa cosa. Raccontare una storia con immagini in movimento e suono. Alla fine sono venute fuori 18 ore.”
Non a caso, il regista ha sempre parlato di Il Ritorno come di “un film di 18 ore”, accettando di realizzarlo solo a una condizione: budget bloccato e nessun vincolo sul numero di episodi.
“Non so quanti episodi saranno. Decideranno loro. Mi aspetto più di nove, ma è aperto. Conosciamo il piano di riprese e poi Lynch monterà il materiale come meglio crede.”
Alla fine, Twin Peaks: Il Ritorno consegnò 18 episodi, il doppio di quelli richiesti, senza raddoppiare i costi. Per chi lo seguì in diretta fu un evento settimanale irripetibile: una settimana un viaggio in più dimensioni, quella dopo un incubo in bianco e nero quasi muto, quella successiva un’avventura grottesca con Gordon Cole (interpretato dallo stesso Lynch).
Ogni puntata si chiudeva con una performance musicale al Roadhouse, scandendo la narrazione in veri e propri capitoli. Per questo, pur essendo visivamente spettacolare come un film, The Return è costruito come una serie: guardarlo tutto d’un fiato può appiattirne la ripetitività, mentre la cadenza settimanale ne esaltava il mistero.
Il dibattito resta aperto: da un lato l’idea che il cinema sia un medium “superiore”, dall’altro la visione di Lynch che rifiuta qualsiasi confine. Forse la forza di Il Ritorno sta proprio qui: nell’essere allo stesso tempo cinema e televisione, un’opera totale che rifiuta etichette. Come disse lo stesso Lynch, con una delle sue massime più enigmatiche:
“Tieni gli occhi sulla ciambella, non sul buco.”