All'epoca 52enne e con due premi Oscar in tasca, il maestro degli effetti speciali pronunciava parole ingenerose - e ben poco lungimiranti - su alcuni giovani 'colleghi' americani
All’epoca 52enne, Carlo Rambaldi – già vincitore di due premi Oscar (ne avrebbe vinto un terzo l’anno seguente) – veniva intervistato nel maggio del 1982 da L’Unità per fare un po’ il punto della situazione sulla sua illustre carriera. Maestro riconosciuto degli effetti speciali, autore di memorabili creazioni fanta-horror per film come King Kong del 1976, il primo Alien, Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. l’extra-terrestre, Possession e Profondo Rosso, l’artista emiliano classe 1925 aveva ottenuto fama internazionale grazie alla perfetta fusione tra le tecnologie più avanzate e l’estro da antico artigiano italiano.
Sono bravini, ma il loro campo preferito è il make-up. Al massimo arrivano a mettere una pompetta d’aria tra la pelle dell’attore e la maschera di silicone. Vorrei vederli di fronte all’articolazione di una mano o al movimento di un animale. La gomma inanimata non mi interessa.
Parole un po’ ingenerose, oltre che ben poco lungimiranti. Se Richard Emerson “Dick” Smith, noto per il trucco su L’Esorcista e Il Padrino, ha infatti vinto poi l’Oscar nel 1984 per Amadeus (e più tardi un Oscar alla carriera), Stan Winston di statuette se ne sarebbe aggiudicate ben quattro – di cui tre per gli effetti speciali e una sola per il trucco – nel 1987 (Aliens – Scontro Finale), 1992 (Terminator 2 – Il giorno del giudizio) e 1994 (Jurassic Park). Rick Baker, proprio nel 1982 vinse invece il primo dei suoi ben 7 premi Oscar ritirati in carriera (tutti per il make-up, da Un lupo mannaro americano a Londra a Wolfman del 2011). Rob Bottin infine, è l’unico del mazzo ad essersi aggiudicato ‘solamente’ un Oscar speciale per gli effetti visivi di Atto di forza, ma è ancora oggi ricordato per il suo lavoro su La Cosa di John Carpenter e in RoboCop.
Di seguito il trailer originale di King Kong: