L'esordiente Tan Bing è alla regia di un film di propaganda raffazzonato e ridicolo, di cui le due star sono solo gli svogliati specchietti per le allodole
Avrete probabilmente letto negli ultimi tempi della controversia sulle telecomunicazioni che sta coinvolgendo attivamente il colosso cinese ZTE. Ebbene, vedendo China Salesman – Contratto mortale non si può fare a meno di pensare che sia una sorta di semplice film di propaganda mascherato da consueto action movie di serie C americano, la cui ridicola trama – apparentemente ispirata a ‘una storia vera‘ … – vede compagnie della Repubblica Popolare ed europee in lotta per accaparrarsi un lucroso contratto in uno stato nordafricano quando scoppia la guerra civile. L’unico che può risolvere la situazione? Un umile, eroico ingegnere, Yan Jian (Dongxue Li), che non deve solo evitare di rimanere ucciso nel fuoco incrociato sul campo di battaglia, ma deve soprattutto ripristinare il servizio di telefonia mobile nel paese, lavorando al contempo per ottenere l’accordo commerciale. Come negargli poi un aumento a fine mese??
Purtroppo per lui, il regista Tan Bing non è messo nelle condizioni migliori per un esordiente. Il film appare incredibilmente povero dall’inizio alla fine, ma Steven Seagal e Mike Tyson non danno certo una mano a salvare la baracca. Il primo, assolutamente sempre controfigurato quando non pronuncia una battuta, ha perso da anni ogni credibilità come combattente. I colpi veloci e fluidi che hanno contraddistinto gli inizi della sua carriera negli anni ’80 sono ora così lenti che si potrebbe pensare che siano un qualche tipo di trucco studiato. Nel secondo invece, che pure nei recenti Ip-Man 3 e Kickboxer: Retaliation si era dimostrato tutto sommato prestante e ‘in palla’, la mancanza di motivazione è abbastanza eloquente. Il fatto che abbia dovuto prendere a pugni uno stuntman allo sbaraglio è certo una scusante, e voci di corridoio dicono che i due non avrebbero nemmeno messo in scena lo scontro se non fosse terminato in un prevedibile pareggio che salvasse la loro fragile reputazione sullo schermo. Tan Bing si è quindi visto costretto ad avvalersi di controfigure per aggirare questa ridicola richiesta, sfruttando poi il montaggio per nascondere il fatto che i due attori non avessero condiviso mai lo schermo per un solo momento. Il risultato brutto e amatoriale proprio quanto suona, coi colpi di entrambi che sibilano all’impazzata nell’aria.
Quando però la storia si allontana dalla missione principale del protagonista di aggiustare i ripetitori fuori uso, in qualche modo diventa ancora più assurda. L’ingegnere eccessivamente zelante si ritrova preda dei locali per l’equivoco che avrebbe rapito una ragazza del luogo. Già. Più tardi, le Nazioni Unite arriva in picchiata con un elicottero d’assalto, salvandolo da un destino ben poco eroico. Qualche istante dopo, atterrano e lo informano immediatamente che tuttavia loro non possono essere coinvolti nella vicenda. In effetti, la sventagliata di missili di qualche minuto prima usata per estirpare i ribelli dal pianeta non conta. Chiaramente, la produzione non si è minimamente preoccupata dei dettagli di nulla, col solo obiettivo di sciorinare discorsi posticci sulla libertà e l’uguaglianza nel mondo delle telecomunicazioni internazionali. Interessante no?
Nota a margine. Abbiamo ascoltato per sfizio anche il doppiaggio italico, adeguatamente di terza categoria. Se ce ne fosse il bisogno, si tratta dell’ultimo chiodo sul coperchio della bara del film, quindi guardatelo in lingua originale se i trailer proprio non vi sono bastati per saziare la curiosità.
In attesa dell’arrivo sul nostro mercato – direttamente in home video (e ci mancherebbe pure) – il 17 maggio, di seguito trovare il trailer internazionale di China Salesman – Contratto mortale: