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Voto: 5/10 Titolo originale: China Salesman , uscita: 16-06-2017. Budget: $15,119,234. Regista: Tan Bing.

China Salesman – Contratto mortale | La recensione dell’action cinese con Steven Seagal e Mike Tyson

07/04/2019 recensione film di William Maga

L'esordiente Tan Bing è alla regia di un film di propaganda raffazzonato e ridicolo, di cui le due star sono solo gli svogliati specchietti per le allodole

China Salesman (2017) mike tyson

Avrete probabilmente letto negli ultimi tempi della controversia sulle telecomunicazioni che sta coinvolgendo attivamente il colosso cinese ZTE. Ebbene, vedendo China Salesman – Contratto mortale non si può fare a meno di pensare che sia una sorta di semplice film di propaganda mascherato da consueto action movie di serie C americano, la cui ridicola trama – apparentemente ispirata a ‘una storia vera‘ … – vede compagnie della Repubblica Popolare ed europee in lotta per accaparrarsi un lucroso contratto in uno stato nordafricano quando scoppia la guerra civile. L’unico che può risolvere la situazione? Un umile, eroico ingegnere, Yan Jian (Dongxue Li), che non deve solo evitare di rimanere ucciso nel fuoco incrociato sul campo di battaglia, ma deve soprattutto ripristinare il servizio di telefonia mobile nel paese, lavorando al contempo per ottenere l’accordo commerciale. Come negargli poi un aumento a fine mese??

China Salesman film posterDetto questo, uno sguardo al poster o ai trailer lascerebbe però intendere che le due star principali qui siano – anche giustamente – gli attempati Mike Tyson (52 anni) e Steven Seagal (66 anni), entrambi lontani dai fasti degli inizi delle rispettive carriere e in cerca di soldi relativamente facili da intascare senza grossi sforzi fisici. Invece no, sono poco più che comparse dentro alle quasi 2 ore complessive. Tuttavia, per circa tre gloriosi minuti – tutti peraltro imballati entro i primi dieci … -, i due colossi ci offrono lo scontro che tutti aspettano dal momento in cui ci siamo avvicinati a China Salesman – Contratto mortale. Più o meno. L’ex campione del mondo di pugilato è Kabbah, un mercenario che si rifiuta di bere alcolici nel bar di proprietà dell’ex mercenario / agente delle operazioni sotto copertura Lauder (Seagal), che, naturalmente, si offende. Quindi, uno dei suoi scagnozzi offre a Kabbah un bicchiere di urina tiepida da degustare in alternativa, dando inevitabilmente il là a una rissa da saloon talmente comica e approssimativamente coreografata da far rimpiangere quelle con gli sganassoni di Bud Spencer e Terence Hill.

Purtroppo per lui, il regista Tan Bing non è messo nelle condizioni migliori per un esordiente. Il film appare incredibilmente povero dall’inizio alla fine, ma Steven Seagal e Mike Tyson non danno certo una mano a salvare la baracca. Il primo, assolutamente sempre controfigurato quando non pronuncia una battuta, ha perso da anni ogni credibilità come combattente. I colpi veloci e fluidi che hanno contraddistinto gli inizi della sua carriera negli anni ’80 sono ora così lenti che si potrebbe pensare che siano un qualche tipo di trucco studiato. Nel secondo invece, che pure nei recenti Ip-Man 3 e Kickboxer: Retaliation si era dimostrato tutto sommato prestante e ‘in palla’, la mancanza di motivazione è abbastanza eloquente. Il fatto che abbia dovuto prendere a pugni uno stuntman allo sbaraglio è certo una scusante, e voci di corridoio dicono che i due non avrebbero nemmeno messo in scena lo scontro se non fosse terminato in un prevedibile pareggio che salvasse la loro fragile reputazione sullo schermo. Tan Bing si è quindi visto costretto ad avvalersi di controfigure per aggirare questa ridicola richiesta, sfruttando poi il montaggio per nascondere il fatto che i due attori non avessero condiviso mai lo schermo per un solo momento. Il risultato brutto e amatoriale proprio quanto suona, coi colpi di entrambi che sibilano all’impazzata nell’aria.

China Salesman (2017)Se avete schiacciato il tasto PLAY solamente per vedersi menare Mike Tyson e Steven Seagal e capire chi sarebbe rimasto in piedi, la soluzione migliore è premere STOP a questo punto e andarsi a godere il resto della serata. Ricompaiono a spizzichi e bocconi anche in seguito, certo, con Kabbah alla guida di una feroce fazione ribelle legata agli europei e Lauder che emerge dallo sfondo per dispensare pillole di saggezza indesiderate, rendendo palese in ogni caso quanto poco tempo entrambi abbiano passato effettivamente sul set di China Salesman – Contratto mortale. Ogni scena sembra assolutamente improvvisata e da ‘buona la prima’, il che potrebbe in effetti essere una spiegazione attinente di come sono andate le cose. Non troverete nient’altro che massicce dosi di comicità involontaria, effetti speciali dozzinali e una sceneggiatura – dello stesso Tan Bing – erratica e inconsistente (un servizio di telefonia mobile va offline e un’intera nazione sprofonda nel caos completo??). Le stesse sequenze d’azione, che pure non sono poche, sembrano completamente slegate l’una dall’altra, e – occasionalmente – finiscono con Yan Jian che sventola letteralmente la bandiera cinese (vedere la foto qui sopra), che – apparentemente – assurge qui a simbolo internazionale di pace.

Quando però la storia si allontana dalla missione principale del protagonista di aggiustare i ripetitori fuori uso, in qualche modo diventa ancora più assurda. L’ingegnere eccessivamente zelante si ritrova preda dei locali per l’equivoco che avrebbe rapito una ragazza del luogo. Già. Più tardi, le Nazioni Unite arriva in picchiata con un elicottero d’assalto, salvandolo da un destino ben poco eroico. Qualche istante dopo, atterrano e lo informano immediatamente che tuttavia loro non possono essere coinvolti nella vicenda. In effetti, la sventagliata di missili di qualche minuto prima usata per estirpare i ribelli dal pianeta non conta. Chiaramente, la produzione non si è minimamente preoccupata dei dettagli di nulla, col solo obiettivo di sciorinare discorsi posticci sulla libertà e l’uguaglianza nel mondo delle telecomunicazioni internazionali. Interessante no?

China Salesman (2017) steven seagalSe a questo punto siete riusciti a sopportare ben sessanta minuti di cotanta beltade filmica, dovreste essere pronti per quella che allora dovrebbe essere la conclusione naturale: Yan Jian ha compiuto la sua missione, i telefoni cellulari sono di nuovo attivi ovunque, la minaccia è stata neutralizzata e il Bene ha trionfato ancora una volta. Uno sguardo più attento all’orologio vi rivelerà però che ai titoli di coda mancano comunque altri 50 minuti circa. Preziosa vita che sgocciolerà via da voi e che nessuna macchina del tempo mai potrà ridarvi indietro. Regolatevi.

Nota a margine. Abbiamo ascoltato per sfizio anche il doppiaggio italico, adeguatamente di terza categoria. Se ce ne fosse il bisogno, si tratta dell’ultimo chiodo sul coperchio della bara del film, quindi guardatelo in lingua originale se i trailer proprio non vi sono bastati per saziare la curiosità.

In attesa dell’arrivo sul nostro mercato – direttamente in home video (e ci mancherebbe pure) – il 17 maggio, di seguito trovare il trailer internazionale di China Salesman – Contratto mortale: