Christopher Walken racconta la sua carriera, dal ruolo mancato in Star Wars al rapporto con Michael Cimino [Masterclass Sitges 49]
15/10/2016 news di Alessandro Gamma
Abbiamo incontrato il 73enne attore, che con grande disponibilità e simpatia ha risposto a moltissime domande
Uno dei nomi più attesi qui a Sitges 2016 era sicuramente quello di Christopher Walken, vero e proprio monumento vivente del cinema con oltre 150 pellicole all’attivo, molte delle quali passate alla storia, come Il Cacciatore (per cui vinse l’Oscar nel 1979), ma anche protagonista di pellicole ‘di genere’, su tutte Batman – Il Ritorno, Pulp Fiction e La Zona Morta.
Quello che segue è il resoconto del panel a lui dedicato, in cui l’attore si è lasciato andare ai ricordi parlando risponde a ogni curiosità.
Minuti Contati era stato pianificato per essere girato in tempo reale? In questo caso ci sono state ripercussioni sui piani di lavorazione?
In realtà è stato realizzato come ogni altro film, non necessariamente in sequenza. L’aspetto del real time è stato creato poi in fase di montaggio e non sul set.
Puoi dirci qualcosa di A distanza Ravvicinata?
Penso sia un bel film. L’abbiamo girato in location sparse per il Tennessee. Si trattava di una storia vera e la persona che interpretavo credo fosse in prigione all’epoca e aveva minacciato di venire a cercarmi! C’erano molti grandi attori giovani coinvolti, da Sean Penn, che era già noto, a Crispin Glover e Kiefer Sutherland.
C’è un ruolo che avresti voluto interpretare ma poi non sei riuscito ad ottenere la parte?
Moltissimi! Non ci sono molti ruoli per i quali sono dispiaciuto di aver detto no, sono più quelli che avrei voluto interpretare a hanno invece dato ad altri! [ride]
Sei probabilmente una delle persone più imitate al mondo. Hai consigli per chi ti vorrebbe ‘imitare’?
Vengo da un posto di New York in cui c’erano molti accenti particolari … Ci sono molti attori che hanno una grande mimica e sanno replicare molte voci, ma io non tanto… Se imitassi qualcuno nessuno capirebbe chi fosse! Non so questo cosa possa dire di me… [ride]
Hai partecipato al Saturday Night Live, che ricordi hai di questo iconico show?
Vi ho partecipato per parecchi anni. E’ un bellissimo programma e in America è praticamente una istituzione… Mi sono divertito a farlo. La cosa bella è che lì si usano le cue cards [il gobbo], e vorrei sempre lavorare così, anche al cinema, così da non dover memorizzare i dialoghi! Penso che fare il SNL mi abbia aiutato a entrare nei film comici, che non avevo mai fatto prima. Non so se sia stata una cosa buona o no [ride]
Che ricordi hai dei film fatti con Tim Burton (Batman e Il Mistero Sleepy Hollow)?
Tim è un uomo incredibilmente brillante. Fa film stupendi e molto popolari, totalmente unici e originali. Nessuno fa film come lui. E sa molto di recitazione. In Batman – Il Ritorno, per esempio, dovevo girare una scena che non mi era chiarissima, dovevo parlare di mia moglie, che avevo appena ucciso. Lui ha fermato tutto e mi ha preso da parte. In un minuto mi è stato subito tutto chiaro. Lui è un tipo molto chiaro e specifico.
Tra tutti i tuoi ruoli, ne hai uno a cui sei più legato?
In carriera ho partecipato a forse 150 film, non penso di averne uno favorito. Ci sono molte ragione per ricordare un film o l’altro, lo script, il regista, la location, gli attori con cui hai lavorato, a volte i soldi che ti danno. Altre volte ci sono motivi per cui non li ricordi con effetto, ad esempio non amo la giungla … non voglio più fare film nella giungla! [ride] Guardando indietro credo che quando non ti aspetti che la pellicola sia buona e invece viene fuori che lo è, questo è il risultato migliore per un attore.
Cosa pensi della moda odierna di Hollywood dei remake, sequel, prequel a scapito di pochissime produzioni originali?
Si, penso che sia un trend realizzare film molto costosi e poi fare il numero 2, 3 e 4 se hanno successo. Non penso sia un bene per attori e registi e tutti quelli coinvolti. Con 150 milioni di dollari potresti girare 15 film buoni invece che un solo blockbuster. Molti dei film che amo sono piccoli. Un anno fa ad esempio, ho visto Margin Call, con Kevin Spacey, un’opera molto bella che dimostra come se hai per le mani un’ottima sceneggiatura, un regista bravo e dei buoni attori puoi fare grandi cose. Ma forse sono solo anziano io. In America c’è un detto: ‘dove ci sono le battute ci sono i soldi’. Va bene, ma a volte ci si spinge troppo oltre.
Il tuo amore per i gatti è forse un modo per farti perdonare per aver gettato Michelle Pfiffer giù da una scarpata?
Penso di si! [ride]
Puoi dirci qualcosa di Star Wars e del provino fatto per il ruolo di Han Solo?
Quando stavano realizzando Una Nuova Speranza, stavano cercando degli attori e io feci un provino per la parte di Han Solo, con Jodie Foster per la parte della Principessa Leila, e lei forse aveva 12 anni … Però c’erano credo altri 2/300 attori per la parte, ogni ragazzo all’epoca voleva farlo. George Lucas era lì, ma non se ne è fatto niente.
Che ricordi hai di Una vita al massimo e di Dennis Hopper?
Ho lavorato due giorni sul set: il primo giorno c’era una scena in ascensore con le mie guardie del corpo, che fu poi cancellata dal film; il giorno dopo ho girato la scena con Dennis Hopper. Abbiamo girato la scena in una stanzetta, campo e controcampo e poi siamo andati a casa. Dopo le riprese, Dennis, che all’epoca non conoscevo, venne da me e mi disse: ‘sai che abbiamo girato un buona scena oggi vero’? ‘Si lo so’. E lui: ‘andiamo a mangiare!’ E da allora siamo rimasti amici.
Dal videoclip ‘Weapon Of Choice‘ di Fatboy Slim, girato da Spike Jonze, abbiamo scoperto che sei anche un grande ballerino. Da dove nasce la passione per la danza?
Quando ero piccolo, si usava mandare i bambini alle scuole di danza. Ora nn si fa più. Nel quartiere dove sono cresciuto a New York, c’erano moltissimi ragazzini che poi hanno fatto i poliziotti, seguendo le orma dei loro genitori. Se andate lì ora, vedrete che molti degli uomini della mia età sanno ballare. Io ho ballato fino ai 30 anni, poi sono diventato attore un po’ per caso, e ho fatto film e altri film. Quando ho girato Spiccioli dal cielo, cercavano un attore che sapesse ballare e scoprii che il coreografo del film era stato il mio maestro di ballo quando avevo 10 anni. Penso che Spike Jonze lo abbia e abbia pensato al video. Nella mia carriera sono successe molte cose per caso
Cosa ricordi del film di James Bond 007 – Bersaglio mobile, la cui parte che hai interpretato pare dovesse essere affidata a David Bowie?
Non lo sapevo, ma ha senso. Ho ottenuto molte parti perché altri hanno detto no.
Brainstorm – Generazione Elettronica di Douglas Trumbull ha avuto parecchi problemi. Ne sai qualcosa?
Il film era praticamente finito, quindi non penso abbiano influito molto sul risultato finale rispetto alla versione inizialmente voluta dal regista.
Ci puoi dire qualcosa del tuo rapporto con Michael Cimino e Vilmos Zsigmond?
Il Cacciatore è stato senza dubbio molto importante come film e per me. I Cancelli del Cielo è arrivato subito dopo, quasi in sequenza e Michael e Vilmos hanno lavorato insieme come regista e direttore della fotografia in entrambi. Ci abbiamo messo molto tempo a girarli: Il Cacciatore intorno ai cinque mesi, mentre I Cancelli quasi otto, quasi back to back. Quindi ho passato molto tempo con loro due per questo motivo, conosci bene le persone quando ci lavori assieme ogni giorno. Sono grandi pellicole, che mi hanno cambiato la vita. Mi mancano entrambi.
In che modo le tue origini ‘miste’ pensi abbiano influenzato la tua carriera?
Dove sono cresciuto, i genitori di molti dei bambini venivano da altri posti, quasi sempre dall’Europa. I miei genitori sono arrivati negli Stati Uniti tardi, quando avevano quasi 40 anni. Sentivi molte parlate, non era necessario l’inglese, ognuno parlava la sua lingua di origine. Mio padre, che veniva dalla Germania, faceva il panettiere e parlava in tedesco, mentre mia madre ha parlato con calcato accento scozzese per tutta la vita. Forse il mio modo di parlare deriva dal fatto di essere cresciuto ascoltando un inglese non perfetto, e forse parlo inglese anche io in questo modo, come se fossi uno straniero anche io! [ride]
Che ricordi hai di Hairspray – Grasso è bello, dove interpreti il marito di John Travolta?
Penso che il mio background musicale/comico mi ha aiutato a lavorare con John Travolta, lui è bravissimo. Mi avevano detto che era molto ‘grosso’ prima di incontrarlo, ma quando ci siamo presentati era molto magro e in gran forma, forse per poter indossare ogni giorno quel costume enorme e pesante con ore di lavoro. Io ero suo marito e abbiamo passato molto tempo a provare e a danzare.
Sappiamo che ti piacciono i film di zombie …
A tutti piacciono i film di zombie! [ride] Mi piacciono i bei film! In america abbiamo il canale TMC, che mostra tutto il giorno film vecchi e classici. Settimana scorsa ad esempio c’è stato un giorno tutto dedicato a Dracula, quessta settimana forse è il turno dell”Uomo Lupo. Gli zombie probabilmente saranno i prossimi
Che rapporto hai con il cinema europeo e asiatico. Ci sono registi e film preferiti?
Andavo spesso al cinema da piccolo. Ora vediamo film in DVD e sul satellite, abbiamo 40 film al giorno. Quando ero piccolo dovevi andare al cinema, piccole sale, vedevi Fellini, film russi e francesi, e Bergman. Sono cresciuto guardando e amando quei film. Mi piacciono ancora, ma ora ne vedo molti di più in TV. Mi manca andare nei cinema e sedermi in galleria e guardare vecchi film sul grande schermo.
Sei tentato di fare quello che fa il tuo personaggio alla fine di La Zona Morta vista la situazione americana politica attuale?
‘Stai per avere un’emicrania da gelato!’ [ride]. Ovviamente non so cosa succederà, ma in ogni caso spero vinca la Signora Clinton.
Noti differenze tra i tuoi lavori per il teatro e quelli al cinema?
Non ci sono grandi differenze. A casa mia appoggio i copioni su una mensola in cucina e li leggo, rileggo e rileggo ancora mentre faccio altro. Poi ci ritorno durante il giorno e lo riguardo. Finché all’improvviso non vieni colpito da una certa parola che acquista un senso. Se sono fortunato riesco a entrare nella mente di chi l’ha scritto e le cose cominciano ad avere un senso e a prendere forma. Da quel momento se sono fortunato riesco a coglierlo. A volte per entrare nel ruolo faccio finta di essere un attore che potrebbe essere perfetto per quella parte … A volte faccio l’imitazione di uno dei miei personaggi cinematografici preferiti di tutti i tempi, Bugs Bunny [ride]. O leggo come Woody Allen o Marlon Brando o anche Elvis. Ma solo io lo so.
Penso sia perché sono cresciuto in mezzo allo showbusiness. Dopo la seconda guerra mondiale, intorno ai primi anni ’50, il mondo della TV è letteralmente esploso nella zona di New York. La televisione stava diventando popolare, c’era una sola TV ogni cinque case all’inizio, ma c’erano 90 programmi live ogni settimana da NYC, non si registrava, tutto accadeva in tempo reale.
E tutto era davvero orientato alle famiglie. Ora si sente ogni tipo di linguaggio in TV e ogni soggetto non è più tabù. Sono quindi cresciuto vedendo queste cose. Poi sono andato a scuola e mi sono detto che da grande avrei voluto rimanere nel settore dell’intrattenimento. Quindi ho cominciato ad ottenere diversi lavori a teatro, poi al cinema ecc. Un passo dopo l’altro, per questo faccio cinema.
Sei soddisfatto della tua carriera? Cosa ne pensi dell’essere associato spesso ai cattivi?
A inizio carriera mi è successa una cosa divertente. Ho girato due film a distanza ravvicinata, il primo era Io e Annie, dove interpretavo un autista suicida, e il secondo era Il Cacciatore, dove interpreto un tizio che si spara in testa. Penso quindi che in molti mi abbiano associato da lì a qualcuno di un po’ disturbato… In questo settore capita di venire assunti perché si è bravi in un certo ruolo, e va benissimo. Io all’improvviso diventai quello bravo a interpretare i pazzi. Ma penso che sia come per ogni altro genere. Ci sono attori famosi per essere simpatici, o ottimi amanti, o muscolosi. Quindi continui a ottenere quelle parti perché è un business, e far sapere alla gente che tu puoi interpretare quella parte nel modo giusto.
E’ quello che succede, ma se succede si è anche fortunati: se fai l’attore e stai lavorando, è molto raro. Credo che circa il 98% degli attori nel sindacato non lavorino. Ho un piccolo aneddoto: un giorno ero su un aereo e mi si è seduto a fianco Walter Matthau. Appena la hostess ci ha portato i drink, si è girato verso di me e mi ha detto: ‘So chi sei. Sei quello che interpreta tutti quei personaggi matti! Credo che tu sia una persona coi piedi ben piantati a terra per farlo così spesso’. Intendeva che bisogna essere molto sensibili per poterlo fare.
Un celebre scena de Il Cacciatore:
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