Jamie Dornan e Dakota Johnson passano al livello successivo del loro rapporto in un film che mostra ben pochi passi avanti rispetto al predecessore
Nella cameretta di quando era bambino di Christian Grey (Jamie Dornan) è appeso un poster di Chronicles of Riddick. Anastasia Steele (Dakota Johnson) mostra un sacco il seno. Togliendoci subito il dente, questo è il massimo che potrete ottenere da Cinquanta Sfumature di Nero (Fifty Shades Darker) di James Foley (uno che non girava un film da Perfect Stranger del 2007). Potete quindi anche finire di leggere qui.
Se state invece proseguendo, lo state facendo per il puro gusto di sapere perché questo secondo capitolo della trilogia mutuata dai best seller di E. L. James ha imparato solo qualcosina dalla pochezza del predecessore. Ok, eccovi accontentati.
State tranquilli/e, quasi la metà della pellicola presenta ‘Ana’ e Mr. Grey in vari stati di nudità, intenti in varie pratiche ad opera una volta dell’uno, una voltra dell’altra. Senza rivelare troppo, diciamo solo che, pur continuando a non descrivere minimamente una reale relazione BDSM, vengono coinvolti kit di costrizione e alcune palline di metallo molto costose.
Certo, sono cose che molto probabilmente un certo numero di signore di mezza età etichetteranno senza problemi come ‘perversioni’ (‘kinky fuckery‘ per l’esattezza), per usare la meravigliosa definizione usata dalla protagonista. C’è addirittura una scena in cui la Johnson si morde il labbro e sensualmente scarabocchia sul torso di Jamie Dornan con il suo rossetto, per portare alla luce l’uomo emotivamente instabile celato sotto la muscolosa scorza. Se questo è probabilmente volto a mostrare la crescita del rapporto tra i due, in realtà appare come un momento imbarazzante che vede Christian ansimare come se avesse appena vissuto il migliore orgasmo della sua vita.
E’ interessante e bizzarro a dir poco. In fondo la saga non è altro che appagamento del desiderio, quindi perché il pubblico femminile dovrebbe essere privato di uno sguardo indiretto all’avanzamento di carriera nel lavoro dei tuoi sogni, lingerie di prima scelta e una modella miliardaria di biancheria intima appassionata di ciò che la giovane eroina di 20th Century Women definisce “stimolazione diretta del clitoride”?
Non è più la sottomessa e timida Ana, l’eroina di E.L. James morde un po’ di più. In molte occasioni, guarda Grey negli occhi e gli dice come stanno le cose. Così, quando lo scapolone più ambito di Seattle momentaneamente regredisce di nuovo ai suoi sociopatici e strani modi di maniaco del controllo (che succede abbastanza spesso, a essere onesti), lei gli tiene testa.
Quando lui la porta a tagliarsi i capelli al salone di bellezza di proprietà di Elena (Kim Basinger), la predatrice Mrs. Robinson che gli ha insegnato tutto quello che sa su nodi e corde, Ana non la prende certo bene. Quando scopre che lui possiede un dossier su tutte le sue fedelissime “sottomesse”, tra cui lei stessa, non esita a dirgli quanto questo sia sbagliato e inquietante. In definitiva, si può dire che la protagonista abbia sviluppato anche in senso figurato un bel paio di scintillanti sferette d’acciaio giù nelle parti intime.
Il personaggio della Johnson non risorge certo dalle ceneri come una sorta di ‘Fenice femminista’, che insegna al suo uomo cosa fare. E’ decisamente ancora il ventisettenne (nella finzione …) a imporsi nella loro relazione, dicendole quando e dove togliersi le mutandine. La differenza è che adesso lei è un pochino più partecipe di prima.
Allo stesso modo, il Grey di Dornan non si è miracolosamente trasformato in un sorridente principe azzurro, disposto a saltellare in un campo di rose mano nella mano con la sua amata. Rimane un miliardario spocchioso dagli istinti sadici, che continua ad alludere ad Ana come a una sua proprietà e sventola il suo denaro in giro a destra, a manca e al centro. Tuttavia, se in precedenza si dilettava nel suo sconcertante controllo sulle donne, il nuovo Christian Grey perde un po’ la spavalderia da maschio alfa che aveva nel primo film e, alla fine, questo rende il sexy robot immaginato dalla James un po’ più umano.
Tutto è pertanto così generalmente confortevole tra i due che Cinquanta Sfumature di Nero deve andare a cercare il ‘darker’ fuori dal rapporto di coppia. Che si tratti del sornione, ma all’occorrenza manesco nuovo capo di Ana, Jack (Eric Johnson), della sopracitata Elena, o della minaccia portata da una delle precedenti ‘schiave’ di Christian (l’emaciata Bella Heathcote), ora ossessionata da Anastasia, i nostri eroi devono destreggiarsi tra un ventaglio di minacce infilate in mezzo a balli in maschera, cene e impertinenti gite in ascensore.
Mancano completamente gli squarci di umorismo auto-consapevole che Kelly Marcel aveva offerto nella puntata precedente, mentre sono ancora ben presenti banalità, dialoghi stucchevoli e sguardi fissi nel vuoto.
In ogni caso, San Valentino è casualmente alle porte, quindi, questo fine settimana, sorvolate sul product placement spudorato della Apple e sentitevi libere (con maschietti al seguito loro malgrado in caso) di aggredire i cinema per ottenere la vostra sana iniezione di birichinate dozzinali di Ana / Christian, adagiate su una colonna sonora che pompa senza sosta nelle casse. Cerchiamo di essere realistici, questi sono gli unici due motivi – assieme a quelli nelle prime due righe della recensione – per cui andrete a vedere Cinquanta Sfumature di Nero in ogni caso. Ah, se siete arrivati alla fine del film, fermatevi ancora un po’ durante i titoli di coda, c’è una sorpresina.
Di seguito il trailer ufficiale italiano di Cinquanta Sfumature di Nero: