Le due star sono gli sprecati - e svogliati - protagonisti (a mezzo servizio) di un B-movie R-Rated senza budget e senza fondamentali
Chiariamolo subito, criticare un film dal budget limitato per non avere alti valori produttivi non è un buon punto di partenza quando si scrive una recensione. È l’equivalente di prendersela con qualcuno più piccolo, del voler minare in partenza la passione che un regista ha infuso in un progetto che potrebbe non aver ricevuto l’adeguato sostegno finanziario necessario a portare sullo schermo la grandiosità della sua visione. Di contro, se è vero che tale aspetto potrebbe senza dubbio avere un peso specifico (specialmente quando si gira un’opera di fantascienza), elementi portanti come la regia, la sceneggiatura e una recitazione solida da parte del cast dovrebbero ugualmente essere riconosciuti in base ai rispettivi meriti anche quando gli ‘aspetti tecnologici’ non fossero esattamente all’avanguardia.
E qui entra in gioco Cosmic Sin di Edward Drake (Broil, Animals): non solo non può contare su una regia, una scrittura o una qualche prova attoriale capaci di compensare le carenze tecniche, ma sembra aver utilizzato la maggior parte del budget a disposizione per convincere due grossi nomi di Hollywood a firmare un contratto per quella che – a conti fatti – è una produzione al livello di quelle della Asylum. E, francamente, questa mancanza di priorità cancella immediatamente ogni remora nell’esaminare senza sensi di colpa la bruttezza di questo film, sia in termini di etica che di estetica.
Frank Grillo e Bruce Willis sono ovviamente le star da spendere nella campagna pubblicitaria del film, ma se il primo appare convinto nel suo abbozzo di un comandante militare, l’altro – come ormai da molti anni a questa parte – incarna lo spirito di un ex ufficiale dell’esercito emotivamente compromesso con l’entusiasmo di chi sta andando al patibolo, apparendo a minuti alterni annoiato o assonnato nell’attesa che il regista chiami lo ‘stop’ e lui possa ritornare a casa.
In ogni caso, nonostante due protagonisti non brillanti, il primo atto di Cosmic Sin si mostra promettente mentre la forma di vita aliena prende si impossessa dei corpi delle sue vittime umane decedute, creando uno scenario in stile ‘invasione zombi di basso profilo’ che si integra bene con l’ambientazione industriale scarsamente illuminata che viene fatta passare come l’interno di una base militare segreta. Se il film si fosse degnato di capitalizzare le idee che non richiedevano viaggi interstellari e l’uso di un’ampia tecnologia futuristica, avremmo quasi certamente assistito qualcosa di divertente (o almeno di vicino al Doom con The Rock, che già non era il massimo, ma aveva qualche spunto …).
Invece, il secondo atto di Cosmic Sin si apre con la squadra di soldati che si teletrasporta su un pianeta lontano per affrontare gli extraterrestri, ma un errore nell’inserimento delle coordinate taglia convenientemente fuori dal film gli attori dal minutaggio più costoso per un po’ di tempo. Così, quelli rimasti, interpretati da Brandon Thomas Lee, CJ Perry e Costas Mandylor, devono incontrare i resti della resistenza umana e organizzare un piano contro la minaccia aliena, il tutto mentre indossano armature potenziate – anzi, delle “Icarus Suits” … – che, purtroppo, sono poco più che plastica stampata da una stampante 3D.
Ma non scoraggiatevi, visto che gli esseri alieni non sono certo particolarmente imponenti, e potrebbero essere descritti in modo caritatevole come ‘tizi buffi con mantelli’. Per quanto seriamente Cosmic Sin voglia che prendiamo la sua spavalderia militare, è molto difficile riuscirci quando la produzione sembra aver messo in piedi una sessione di un gioco di ruolo dal vivo nel boschetto dietro la casa della mamma. Il lavoro sugli effetti speciali in post-produzione sembra a posto, ma del tipo lucido e olografico che non conferisce al film un’identità visiva propria, una sorta di pallida imitazione della serie The Expanse o di un altro titolo qualsiasi prodotto da Sci-Fi Channel nell’ultimo decennio.
Nel frattempo, mentre la tensione dovrebbe presumibilmente aumentare e l’inevitabilità dello scontro finale avvicinarsi, diventa sempre più ovvio che Cosmic Sin non è minimamente interessato a criticare la modalità degli ‘attacchi preventivi’ operata dal team sotto copertura. È stabilito che la squadra si muova senza alcuna autorizzazione ufficiale, ma chi governa e detiene il potere viene anche mostrato come esplicitamente, militaristicamente, fascista in maniera così lampante che sembrerebbe satirico se qualcuno facesse mai un qualche tipo di affermazione esplicita.
È francamente bizzarro che Cosmi Sin scelga di trasformare il suo scomodo sottotesto in un vero e proprio argomento di discussione tra i personaggi, solamente per giungere alla conclusione che i modi imperialisti potrebbe in fondo funzionare. Se questo era un tentativo di satira sociale alla Starship Troopers, le intenzioni della sceneggiatura di Edward Drake sono sepolte così in profondità sotto il presunto eroismo dei protagonisti da non essere minimamente all’altezza del bersaglio.
In definitiva, Cosmic Sin – che è stato pure classificato R-Rated – non ha una storia degna di essere raccontata, ma anche se l’avesse, mancherebbe la spettacolarità necessaria per sostenerla. Si sta chiaramente puntando sui nomi di Frank Grillo e di Bruce Willis per attirare la curiosità dei fan, ma i due compaiono più o meno solo per metà film, con la star di Pulp Fiction che, peraltro, fa quasi fatica a farsi inquadrare in piedi. Difficile quindi capire a chi si potrebbe consigliarne la visione …
Di seguito trovate il trailer internazionale di Cosmic Sin, distribuito in esclusiva su Amazon Prime Video dal 15 aprile: