Il regista torna a difendere il suo ultimo film, stavolta dall'accusa di eccessiva oggettificazione della donna
Tra le diverse problematiche affrontate in Blade Runner 2049 (la nostra recensione), uno dei temi maggiormente controversi è quello della reificazione della donna, che nel distopico futuro viene sostituita da automi/replicanti dalle molteplici funzioni, capaci di svolgere mansioni domestiche, prestazioni sessuali, o quali oggetti dalla finalità meramente estetica. Dunque, se il fosco scenario avveniristico costruito da Denis Villeneuve è disumanizzante in senso generale, verso l’emisfero femminile sembrerebbe particolarmente crudele.
Ciò non ha mancato naturalmente di sollevare diverse domande, da parte di critici e fan, sul modo in cui il sessismo e l’oppressione di genere sono raffigurati all’interno del film. Sono i criteri di rappresentazione scelti davvero appropriati? Quando e in che modo in un film si supera la sottile linea di separazione tra una realistica raffigurazione del sessismo e la sua mera messa in scena? Le protagoniste di Blade Runner 2049 sono abbastanza complesse e verisimili da trasmettere una qualche forma di messaggio critico?
Sono molto attento a come rappresento le donne nei film. Questo è il mio nono lungometraggio e in sei di essi le donne hanno un ruolo principale. Il primo Blade Runner era piuttosto duro con le donne; qualcosa che riguardava l’estetica noir del film. Ma ho cercato di conferire profondità a tutti i personaggi. Per Joi [Ana de Armas], il personaggio olografico, si vede come evolve. È interessante, credo.
Poi si è chiesto: “Che cos’è il cinema?” Replicando: “Il cinema è uno specchio della società. Blade Runner non parla del domani; si tratta dell’oggi. E mi dispiace, ma il mondo non è gentile con le donne“.
Ha inoltre aggiunto:
Il delicato problema da affrontare dunque nella rappresentazione filmica, è quanto sia concesso di riprodurre un fatto socialmente stigmatizzato, prima che intercorra una collettiva censura; certo è che la più forte aggressione possibile è proprio la realistica raffigurazione del Male, senza troppe edulcorazioni o tagli, che quindi porti il pubblico a riflettere sul problema. Una terapia d’urto insomma …
Di seguito il trailer italiano di Blade Runner 2049: