Nel 1994 il comico televisivo esordiva alla regia di una parodia horror spalleggiato dall'amico Mel Brooks e da Roger Corman, un film scombinato e infarcito dei grandi nomi. Ricostruiamone la genesi.
Nel corso degli anni, le parodie hollywoodiane si sono spesso guadagnate una reputazione per lo più terribile. Nonostante film come L’aereo più pazzo del mondo, Una pallottola spuntata e Frankenstein Junior (il nostro dossier) siano ormai considerati dei classici della risata, il genere ha visto entrare tra le sue fila alcuni titoli davvero orrendi negli ultimi decenni, come 3ciento – Chi l’ha duro… la vince o Disaster Movie, capaci comunque di far bene al botteghino.
In ogni caso, per una qualche bizzarra coincidenza, il 1994 vide il debutto dietro alla mdp di due comici italiani, e proprio alla regia di altrettante parodie: si tratta di Jerry Calà con Chicken Park (l’approfondimento) e di Ezio greggio con Il Silenzio dei Prosciutti (The Silence of the Hams). Curiosamente, il risultato per entrambi fu purtroppo lontanissimo da quello sperato da registi e produttori, coi due film che finirono per essere presto obliati e diventare praticamente ‘invisibili’, ridimensionando molto le ambizioni di Calà e Greggio.
Nel gennaio del 1993, Ezio Greggio, popolarissimo per le trasmissioni TV Paperissima e Striscia la Notizia, annunciava:
Sarò autore del soggetto e della sceneggiatura, regista, attore e produttore esecutivo di Il Silenzio dei Prosciutti. La lavorazione si svolgerà interamente negli USA, le riprese cominceranno in aprile a Hollywood, ma andrò in California già in febbraio. È una rivisitazione farsesca di 30 anni di thriller americani da “Psycho” a “Il Silenzio degli innocenti”. Ho descritto il soggetto a Mel Brooks che m’ha incoraggiato trovandolo divertente e molto adatto agli americani. Quasi di certo reciteranno con me Kelly Le Brok (La signora in rosso), John Astin (La famiglia Addams) e Martin Balsam.
Nel maggio del 1993, i giornali riportavano che Ezio Greggio era anche coinvolto personalmente nella parte produttiva: metà dei 6 milioni di dollari (alcuni riportano 5, altri 3 …) spesi per realizzare Il Silenzio dei Prosciutti erano infatti suoi (o meglio, dalla casa di produzione del comico, la Thirtieth Centurv Wolf), l’altra metà della Silvio Berlusconi Communications.:
Per rendermi la vita difficile ho voluto farlo in America, in inglese, per aprire il mercato. Lo ‘spoof’ , la parodia, è un genere che valica automaticamente i confini italiani. L’ idea per questo film mi era venuta circa quattro anni fa. Pensavo a ‘ Psycho’, ai film di Hitchcock, agli horror in genere. Poi un giorno, con mia moglie Isabel, venimmo qua a Los Angeles per la prima del ‘ Silenzio degli innocenti’ e rimasi di stucco. La performance e il personaggio di Anthony Hopkins erano qualcosa di memorabile.
Pensai di riscrivere il copione e metterci elementi anche da quel film. Lo abbiamo girato in grande economia, seguendo i precetti della scuola di Roger Corman [Roger e Julie Corman figurano qui tra i produttori]. Il budget si aggira sui 6 milioni di dollari. Per fare prima stiamo usando due unità, che girano in continuazione, in contemporanea. E’ un sistema estremamente pratico che ci ha consentito di girare il tutto in solo otto settimane. Abbiamo quasi finito.
Nel luglio del 1993, veniva rivelato che il cast del film sarebbe stato interamente americano, con Dom DeLuise (che aveva interpretato il malvagio Pizza Margherita / Pizza the Hutt in Balle Spaziali), Shelley Winters (La morte corre sul fiume), Martin Balsam (già presente nell’originale Psycho), Joanna Pakula, Billy Zane e Charlene Tilton tra i protagonisti.
Ezio Greggio diceva:
Il mio “Silence of the hams” (Il Silenzio dei Prosciutti) è un omaggio al genere cinematografico che amo di più, l’horror. È una parodia del thriller psicologico, da Alfred Hitchcock ad Hannibal the cannibal. Il film, ancora in fase di montaggio, sarà pronto fra un mese. Quello che mi ha spinto è un grande spirito d’avventura e l’amore per il cinema comico americano alla Mel Brooks. Il mio film ha una comicità fisica internazionale, che non ha bisogno di traduzioni, ma nella sceneggiatura ci sono anche elementi di satira politica e molti riferimenti di attualità e di costume alla società americana.
Ezio Greggio aggiungeva:
Una storia pazzesca. Nel cast ci sono attori del calibro di Dom DeLuise, Shelley Winters, Martin Balsam, Charlene Tilton (Dallas). E quattro grandi registi: Mel Brooks, Joe Dante, John Carpenter e John Landis. Brevi apparizioni, certo, però significative. Landis, per esempio, è un agente dell’FBI che arresta Hillary Clinton. All’inizio lui era un po’ perplesso, ma poi l’ho convinto dicendogli che io, con il lavoro che faccio in Italia, sono ancora a piede libero …
Tra l’altro, il comico si spingeva a svelare il suo successivo progetto, evidentemente fiducioso del successo di Il Silenzio dei Prosciutti:
Quest’anno, per esempio, faccio solo tre mesi di Striscia la notizia e poi mi butto nel mio secondo film, Jurassic Pork. Chi fa il dinosauro? È presto per dirlo, lo sto scrivendo adesso. La produzione? Ci sarà ancora Berlusconi Communications, con Mediaset, ma anche una major: che per scaramanzia non nomino.
Come ormai sappiamo, Jurassic Pork, di cui compare addirittura un teaser poster nel finale di Il Silenzio dei Prosciutti, avrebbe dovuto essere diretto sempre da Ezio Greggio, che lo aveva anche cominciato a scrivere con lo sceneggiatore Rudy De Luca, storico collaboratore di Mel Brooks che fa anche un cameo nella parodia del 1994 nei panni di Malicious Mel (chiaro riferimento a Brooks), ma finì presto nel cassetto, complice il doppio insuccesso di Il Silenzio dei Prosciutti e del ‘cugino’ Chicken Park.
Nel dicembre del 1993, Le Repubblica riportava che il film era stato presentato in anteprima al Festival del cinema italiano (dove avrebbe poi vinto il premio Exploit).
L’Unità del marzo del 1994 riportava le nuove dichiarazioni altisonanti di Ezio Greggio:
Effettivamente, non si trattava di una ‘sparata’ pubblicitaria: Il Silenzio dei Prosciutti venne inserito nel ”Guinness dei primati del 1997” con la motivazione di aver portato sullo schermo “il più alto numero di registi-attori finora riuniti in un solo film”. Oltre allo stesso Ezio Greggio, appaiono infatti nel cast Joe Dante, John Carpenter, Dom DeLuise, John Landis, Jeff Celentano, John Astin e Mel Brooks.
Contemporaneamente, La Stampa nel marzo del 1994 riportava le prime parole di Ezio Greggio – in tour per la promozione in vista dell’imminente uscita – sulla lavorazione di Il Silenzio dei Prosciutti in senso stretto:
Sono felicissimo. Era un sogno nel cassetto che avevo da tanto tempo e finalmente l’ho realizzato. Anzi è venuto meglio di quello che mi aspettavo. Da adesso in poi diventerò una rondine per seguire nelle diverse nazioni in cui la pellicola andrà in cartellone, il mio figlio di celluloide. Per due mesi mentre giravamo ci siamo divertiti, s’iniziava di notte e si finiva all’alba. Giravamo nelle strade di Los Angeles, il sole lo vedevi tramontare da una parte e poi qualche ora dopo spuntare dall’altra.
Ora, sganciandoci dai quotidiani del tempo, proviamo ad esaminare altri aspetti di Il Silenzio dei Prosciutti. Ezio Greggio – che avrebbe avuto l’idea per il film dopo che gli era stato detto che assomigliava Anthony Perkins – inizialmente aveva scritto una parodia incentrata interamente su Psycho di Alfred Hitchcock, ma fu costretto dai suoi co-finanziatori a rendere il film più ‘attuale’, inserendo molti più riferimenti a Il Silenzio degli Innocenti di Jonathan Demme del 1991 e aggiungendo cenni a eventi e personaggi di quegli anni (una scelta che lo rende oggi piuttosto datato), inclusa la “corsa” presidenziale tra George H.W. Bush e Bill Clinton.
Nel 1994 fu ‘colossale’ il lancio di Il Silenzio dei Prosciutti da parte delle reti Fininvest, come ricordava uno scandalizzato Maurizio Porro dalle pagine del Corriere della Sera nel marzo del 1994, riferendo che a Milano gli era stata concessa la sala più bella del cinema Odeon (il più prestigioso in città), mentre Schindler’s List era finito nella sala 2.
Nel febbraio del 1994, La Repubblica spiegava meglio tale ‘lancio colossale’: Canale 5 avrebbe infatti trasmesso per quattro venerdì (in seconda serata) una serie di speciali dedicati al film, intitolati Prosciutti da Hollywood, con particolari della lavorazione svoltasi a Los Angeles.
Spiegava Ezio Greggio:
Abbiamo girato 60 ore, una sorta di diario di viaggio da Il Silenzio dei Prosciutti: da questo check up continuo che facevamo sul set, abbiamo tratto i quattro speciali di mezz’ora che vedrete in televisione. Sarà divertente vedere i segreti della lavorazione, gli effetti speciali. Si potranno vedere in anteprima i sosia dei grandi personaggi, come Clinton e Bush, e scoprire che i sosia sono meglio degli originali.
Tra i pochi dati disponibili per il film, c’è il risultato lordo nel Regno Unito, dove ha guadagnato poco più di 10.000 sterline. Altre fonti mettono Il Silenzio dei Prosciutti al numero 60 della top 100 dei più visti nella stagione italiana 1993/94 (guidata da Jurassic Park). In ultimo, pare che si sia classificato al 28º posto tra i 40 film più noleggiati negli Stati Uniti nel primo fine settimana di marzo del 1995 (e tra i primi 200 in luglio), il che lascia intendere un buon riscontro casalingo ‘postumo’.
Tuttavia, sempre nel marzo del 1994, AdnKronos riportava un dato significativo:
Agli italiani piacciono i prosciutti. Almeno a giudicare dal primo weekend in cui è stato programmato, Il Silenzio dei Prosciutti ha incassato 1 miliardo e mezzo di lire nelle 110 sale che lo stanno programmando. In molte città italiane, il film di Ezio Greggio è risultato, assieme a ‘Philadelphia’ e ‘Il rapporto Pelican’, il più visto. Tra le città con maggiori incassi spiccano Milano e Roma, con quasi 200 milioni nei primi giorni.
E il regista / attore dichiarava:
Sono felice di questo debutto nonostante la situazione climatica non sia stata favorevole al cinema, perché sole e caldo hanno imperversato sulla penisola. Ringrazio i fedelissimi accorsi a vedere questa mia opera prima e scapito delle gite fuori città. Qualche giornalista ha sottolineato il massiccio lancio del film. Non solo non c’è nulla di strano, ma credo sia necessario oggi promuovere con cura i film per incuriosire il pubblico, aiutarlo nelle scelte. In Italia ‘lanciare’ il film è inusuale, solitamente si fanno uscire e basta, lasciati tristemente al proprio destino. Ed è sbagliatissimo, così si uccide il cinema e si penalizzano gli autori e attori.
Sul film in sé, su cui la critica si spaccò all’epoca (anche un po’ faziosamente, visto il dichiarato appoggio di Silvio Berlusconi), si può dire che, sebbene tecnicamente lasci molto a desiderare, il nonsense tipico di Ezio Greggio e soprattutto la gran quantità di nomi incredibili coinvolti (ci sono anche Wilhelm Von Homburg di Ghostbusters 2 e Bubba Smith di Scuola di Polizia) rendono Il Silenzio dei Prosciutti una visione per molti versi ‘incredibile’ e unica, giocata su doppi sensi, trovate assurde e citazioni ai titoli più disparati (da Basic Instinct ad Atto di Forza), che una risata la strappano, specie se si è appassionati della saga di Una Pallottola Spuntata.
Questa la trama:
Un agente dell’FBI alle prime armi, Jo Dee Foster (Billy Zane), è stato assegnato a lavorare sul caso dello Psycho Killer, un assassino che ha ucciso oltre 120 persone in una settimana. Per saperne di più sullo Psycho Killer, Jo è costretto a incontrare il Dott. Animal Cannibal Pizza (Dom DeLuise), un famoso medico diventato cannibale che mangiava pizze con parti del corpo umano. Nel frattempo, la fidanzata di Jo, Jane Wine (Charlene Tilton), ha appena rubato 400.000 dollari in contanti al suo capo affamato di soldi, Mr. Laurel (Rip Taylor), così che lei e Jo possano essere finalmente felici insieme, ma si perde per colpa di una tempesta ed è costretta fermarsi al Cemetery Motel, dove il proprietario, Antonio Motel (Ezio Greggio), vive sotto l’egida della severa e misteriosa madre (Shelly Winters).
Di seguito una scena di Il Silenzio dei Prosciutti, di cui ormai rarissimi sono anche i passaggi televisivi: