Horror & Thriller

Dossier | Chi è la Llorona: folklore, leggende e film usciti fino ad oggi

La Llorona - Le Lacrime del Male è solo l'ultima delle molte pellicole (e serie TV) che pesca dal noto mito della 'donna che piange' della tradizione latinoamericana. . Scopriamo sfumature e similitudini di questi titoli.

Con l’arrivo nei cinema di La Llorona – Le Lacrime del Male (la nostra recensione), horror prodotto da James Wan (SawThe Conjuring) e diretto dall’esordiente al lungometraggio Michael Chaves (premiatissimo per il corto The Maiden nel 2016), la stragrande maggioranza del pubblico occidentale conoscerà finalmente una delle figure del folklore dell’America Latina più temute e note, ovvero La donna che piange, in spagnolo la Llorona per l’appunto.

La fosca vicenda dello spirito che si dispera senza tregua per la perdita del figlioletto (o figlioletti), da lei stessa ucciso o comunque morto in tragiche circostanze, si basa su una tradizione orale di lunga data e su leggende locali di cui esistono molteplici versioni e sfumature proprio in base al paese sudamericano in cui viene narrata (si va dal Cile al Guatemala, dal Costa Rica al Venezuela). E l’entità demoniaca non è soltanto parte integrante della cultura latinoamericana fin da tempi remoti, ma anche – e non senza una certa sorpresa – della storia del cinema, in cui fece la sua prima comparsa addirittura nel 1933 con la pellicola messicana La Llorona, diretta da Ramón Peón.

Alle origini della leggenda della Llorona

Le origini del mito (di cui non è tuttavia mai stato verificato il legame diretto con un fatto realmente accaduto) rimandano a un piccolo villaggio rurale, dove abitava una giovane donna di nome Maria, proveniente da una famiglia assai povera ma conosciuta per la sua straordinaria bellezza. Un giorno, un nobiluomo si imbatté nella ragazza e ne fu subito ammaliato, al punto di chiederla in sposa, e lei subito accettò. Il padre di lui, però, era assai contrario al matrimonio e così i novelli sposi costruirono una casa nel paese nel quale Maria era nata, così da vivere distanti da lui. Dopo poco, la famiglia cominciò ad ampliarsi, con Maria che diede alla luce due bambini. Il consorte, tuttavia, con il tempo iniziò ad essere sempre più distante, a viaggiare in continuazione e a trascurare la moglie, finché un giorno tornò a casa con una donna più giovane, dicendo per giunta ai figli di ignorare la loro madre.

In tutta risposta, Maria adirata portò i piccoli al vicino fiume e li affogò nelle sue acque, ma appena resasi conto di ciò che aveva fatto, fu colta da straziante disperazione. Qualche giorno dopo, anche lei fu trovata morta nel medesimo luogo. Visto il suo terribile gesto, i custodi del Regno Celeste le impedirono di entrarvi, almeno finché non avesse ritrovato i due bambini. Da allora, lo spirito di Maria vaga senza requie, imprigionata tra i due mondi, invocando i nomi della sua progenie e versando lacrime (nere o di sangue) per loro, il motivo del nome Llorona. Da allora, si dice che chiunque la senta piangere debba fuggire di corsa dalla parte opposta e che anche il solo sentirne i lamenti rechi sventura, o addirittura porti alla morte. Inoltre, lo spettro rapirebbe i bambini che si aggirano da soli nella notte, scambiandoli per i suoi. Chi si è imbattuto in lei ha affermato di essersi trovato in prossimità di un fiume o di un lago, sempre dopo il tramonto, che la donna indossasse un abito bianco o nero (a seconda delle versioni) con un velo e che ripetesse angosciata le parole “¡Ay, mis hijos!“.

In altri casi la Llorona è identificata come la Malinche (conosciuta anche come Malinalli, Malintzin o Doña Marina). Si narra che fosse una donna Nahua, proveniente dalle coste del Golfo del Messico, che giocò un ruolo fondamentale nella conquista da parte degli spagnoli dell’Impero Azteco. Divenne difatti un’interprete di Hernán Cortés, dopo essere stata ‘regalata’ dagli abitanti di Tobasco nel 1519 al condottiero insieme ad altre 19 giovani schiave. Dopo poco diede alla luce Martin, primogenito di Cortés, ma fu abbandonata perché lui potesse sposare una nobildonna spagnola. Da qui, la ricerca di vendetta della sfortunata concubina, di cui però non ci sono fonti correlate a un infanticidio.

Secondo i Chumash, una popolazione di nativi americani stanziale lungo le coste e nella parte meridionale della California, la Llorona è altresì una nunašɨš, ossia una creatura dell’Altro Mondo, nello specifico una “maxulaw” (anche chiamata “mamismis”). Chiunque oda una di queste entità piangere o singhiozzare, nascosta tra i rami di un albero, è automaticamente maledetto, dato che il suo lamento è considerato un presagio di morte imminente. Per ciò che concerne invece il suo aspetto, stando alla loro mitologia, la Llorona apparirebbe simile a un felino, a un gatto.

In ultimo, anche il mito classico, dell’antica Grecia, prevede una figura assai simile alla Llorona; si tratta dalla Lamia, una semi-divinità a cui Era uccise i figli concepiti con Zeus per gelosia del tradimento del divino consorte. Resa folle per la perdita dei suoi pargoli, Lamia cominciò quindi a rapire i bambini lasciati incustoditi, per riempire il vuoto lasciato dalla morte dei propri.

Il Messico come culla dei primi film dedicati alla Llorona

Le prime tracce della Llorona sul grande schermo risalgono come detto al lontano 1933, quando in Messico uscirono nelle sale ben 21 lungometraggi sonori ispirati dalla terribile figura lacrimosa della tradizione vernacolare. Tra i pochissimi arrivati ai giorni nostri c’è La Llorona del regista messicano Ramón Peón. L’horror, girato in bianco e nero, vedeva protagonisti Ramón Pereda, Virginia Zurí, Adriana Lamar e Carlos Orellana ed era strutturato su due diversi piani temporali, uno calato negli anni ’30, l’altro in un indefinito passato in cui tutto aveva avuto origine. Aprendosi con la misteriosa morte nel presente di un uomo, ritrovato senza vita dopo una spettrale apparizione, in una ricca magione una famiglia era unita per celebrare il compleanno di un bambino, quando una serie di sinistri eventi iniziavano a susseguirsi. Indagando sulle cause, i personaggi si imbattevano così in due tristi vicende, quella di una donna abbandonata dall’amante, la quale per vendicarsi uccideva prima il figlio e poi lanciava un anatema e si toglieva la vita. Nella seconda invece. a una nativa americana veniva portato via il figlio dalle autorità e lei impazzita si toglieva la vita, col suo spirito che poi cercava vendetta.

Del 1947 è La herencia de la Llorona di Mauricio Magdaleno, nel quale alcuni inspiegabili avvenimenti – come il ritorno ‘impossibile’ di un uomo morto – vengono additati all’operato della Llorona.

Sempre in Messico, nel 1960, venne girata una seconda pellicola sulla ‘Donna che piange’, intitolato sempre semplicemente La Llorona e diretto questa volta da René Cardona. Ispirato alla medesima e popolarissima leggenda, anche qui l’ambientazione era la contemporaneità. Una giovane coppia, Felipe (Mauricio Garcés) e Margarita (Luz María Aguilar), era perseguitata dallo spirito di Luisa, donna del XVI secolo innamoratasi del conquistador Don Nuño de Montesclaros (Eduardo Farjado), che resa folle per l’abbandono di lui per un’altra, uccideva i loro due figli. Il fantasma di lei faceva quindi ritorno per tormentare i discendenti dell’amante e cercare di ucciderne la prole.

Pochi mesi dopo, nel 1961, sul medesimo soggetto e sempre in Messico uscì La maldición de la Llorona, film diretto da Rafael Baledón con protagonisti  Rosa Arenas, Abel Salazar, Rita Macedo, Carlos López Moctezuma ed Enrique Lucero. La pellicola si incentrava anche qui su una coppia, Amelia e Jaime, che si recava nella casa di campagna di proprietà della zia Selma. Quest’ultima, tuttavia, era in realtà una strega che praticava la magia nera e che mirava ad evocare uno spirito antico e maligno, la Llorona, utilizzando la nipote per compiere il rituale.

A chiudere il ‘primo ciclo’ di film esclusivamente messicani dedicati alla ‘Donna che piange’ sono allora nel 1974 Santo y Mantequilla Napoles En La Venganza De La Llorona di Miguel Delgado, in cui è addirittura il wrestler Il Santo a vedersela con una mummia dai mistici poteri additata come ‘La Donna che piange’ e Leyendas macabras de la colonia di Arturo Martínez, con Mil Máscaras, Lorena Velázquez, Dinorah Judith, Tinieblas e Rogelio Guerra. Protagonista di quest’ultima è un altro luchador, Tinieblas, che comprava l’antico ritratto di una donna, ignorando il monito che fosse maledetto. Raggiunto la sera da alcuni amici e due bellissime donne nel suo appartamento per una festa, i cinque si trovano proiettati, non appena le lancette segnavano la mezzanotte, nell’epoca coloniale. A causa del dipinto restavano difatti imprigionati nel passato e per tornare indietro avrebbero dovuto vedersela con conquistadores, guerrieri Aztechi e una malvagia strega, la cui madre era però uno spirito senza requie avido di sacrifici umani, nonché la donna stessa raffigurata nel quadro.

La Llorona sbarca finalmente in America

Dopodiché, devono trascorrono inspiegabilmente alcuni decenni prima che la Llorona ricompaia per terrorizzare gli spettatori. Se del 2004 è l’ancora una volta messicano Las Lloronas di Lorena Villarreal, adattamento della leggenda che segue tre generazioni di donne dell stessa famiglia maledette dalla Llorona, la grande notizia è lo sbarco televisivo del mito, che per la prima volta assoluta viene ‘sdoganato’ negli Stati Uniti. Troviamo difatti lo spettro lamentoso al centro dell’episodio pilota del 2005 della fortunata serie Supernatural, in cui la Donna in Bianco (Sarah Shahi), dopo aver scoperto l’infedeltà del marito affogava i figli nella vasca da bagno e si toglieva la vita gettandosi in un fiume, salvo ‘ritornare’ per uccidere motociclisti e viaggiatori fedifraghi lungo la vicina autostrada.

Nel 2006 invece, la ‘Donna che piange’ compare invece in ben tre film: gli americani The Wailer di Andres Navía e The River: Legend of La Llorona di Terrence Williams e il messicano Km 31 di Rigoberto Castañeda. Il primo – che ha goduto di ben due sequel – riprende fedelmente gli stilemi di lite tra marito e moglie / annegamento dei figli / suicidio / pianti misteriosi nella notte / omicidi dei malcapitati. Il secondo, con Will Morales, Mary Sanchez e Denise Gossett, seguiva le peripezie degli ospiti di una piccola locanda che venivano tormentati dallo spirito di una donna che aveva affogato i propri figli. La maligna entità cercava quindi di uccidere uno a uno gli sventurati per vendicarsi di un antico torto. Il terzo infine, si apriva con un orribile incidente verificatosi lungo un’autostrada per Città del Messico, nel quale la protagonista Agata finiva andata in coma. Catalina, la sua gemella monozigote, iniziava quindi a sentire terribili dolori e il medesimo terrore provato dalla sorella. Per risolvere il mistero, si recava quindi nel luogo in cui era avvenuto lo scontro, scoprendo che proprio lì, al km 31, una credenza locale voleva che un fantasma si aggirasse dando la caccia ai viaggiatori, intrappolandoli poi in una dimensione ultraterrena sospesa a metà tra la vita e la morte.

Nel 2007 la regista indipendente Bernadine Santistevan debutta proprio con un film incentrato sulla Llorona, The Cry, da lei co-sceneggiato assieme a Monique Salazar. Questa volta siamo a New York. I detective Alex Scott  (Christian Camargo) e Sergio Perez (Carlos Leon) stanno indagando su una serie di rapimenti infantili. Per cercare di spiegare le misteriose scomparse di diversi bambini i due si recano da una sciamana di origini messicane, Gloria (Míriam Colón), che spiega loro che uno spirito maligno sta cercando di portare via suo figlio e di annegare lui e gli altri bambini per recare sofferenza alle loro madri. Sempre o stesso anno esce un altro horror, il messicano J-ok’el di Benjamin Williams, che vede protagonisti Tom Parker, Ana Patricia Rojo e Dee Wallace. Qui troviamo uno spregiudicato uomo d’affari americano che si reca nella piccola cittadina oltre confine di San Cristobal de las Casas per aiutare la madre dopo aver scoperto che la sorellastra era stata rapita. La ragazzina era infatti vittima di uno dei rapimenti seriali ravvicinati susseguitisi in quel periodo e il cui colpevole si scopre essere nientemeno che una creatura sovrannaturale, il J-ok’el per l’appunto (un equivalente della ‘Donna che piange’). Quest’ultimo era infatti lo spirito di una donna che, dopo aver annegato molti anni prima i propri figli, era tornata dall’Aldilà per portare via i bambini degli altri in modo da lenire le sue terribili sofferenze.

La storia recentissima

A chiudere la serie di titoli che hanno preceduto La Llorona – Le Lacrime del Male vale la pena di ricordare l’insolito La leyenda de la Llorona del 2011, film d’animazione di produzione messicana diretto da Alberto Rodríguez e realizzato dagli Ánima Estudios e sequel di La Leyenda de la Nahuala (Ricardo Arnaiz, 2007). Protagonisti sono Beto e la sorellina Kika, che scalpitano per iniziare la “calaverita” (un’usanza del Messico in cui si gira per il vicinato chiedendo dolciumi e frutta, una sorta di Halloween insomma). È una notte fredda e nebbiosa, ma i due ragazzini si avventurano lo stesso entusiasti nel desertico villaggio di Xochimilco. Tuttavia, mentre la sorellina sta chiedendo a gran voce caramelle davanti a una casa in fondo alla strada, Beto scorge una sinistra figura andare verso di lei e la riconosce subito: si tratta della temibile Llorona. Così, per salvare Kika il giovane grida il nome dello spettro, che inizia per tutta risposta a inseguirlo, finché lui non scompare. La bambina e un gruppo di amici parte quindi alla ricerca del fratello, attrezzandosi nel mentre per provare a sconfiggere il fantasma. In questo caso, trattandosi di un prodotto destinato ‘a tutti’, lo spirito è tratteggiato in toni meno foschi, coi due figli morti in un tragico incidente piuttosto che ammazzati dalla madre.

Ultimo ma non meno importante, per ultimare questa panoramica sulla non esattamente sconosciuta leggenda del folklore popolare centro-sudamericano, è necessario infine citare anche l’episodio 9 della seconda stagione di un’altra prestigiosa serie TV, vale a dire Grimm, trasmesso nel 2012. Qui, la ‘Donna che piange’ compare a Louis Alvarez e al piccolo Rafael mentre sono a pesca lungo le rive di un fiume. Sospettando che si tratti di un tentativo di suicidio, l’uomo si butta subito in acqua per salvare la donna, ma lei d’improvviso svanisce, solamente per ricomparire lesta al fianco del bambino lasciato solo e portarlo via con lei. Seguono quindi le indagini per ricostruire l’accaduto e svelare il mistero dietro alla spettrale apparizione.

Di seguito il full trailer italiano e quello internazionale (per meglio apprezzare le voci originali) di La Llorona – Le lacrime del male, nelle nostre sale dal 18 aprile, nel cui cast figurano Linda Cardellini (Bloodline, Avengers: Age of Ultron), Raymond Cruz (Major Crimes) e Patricia Velasquez (The L Word):

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Published by
Sabrina Crivelli