Nel 1987, Chuck Russell esordiva alla regia con un film che rilanciava in grande stile Freddy Krueger dopo la sbandata del secondo capitolo
È facile dimenticare quanto sia stato un vero fenomeno horror la saga di Nightmare On Elm Street negli anni ’80. Riuscì nella clamorosa impresa di trasformare da sola il nascente studio statunitense New Line Cinema (noto principalmente per i film di John Waters e per l’importazione di titoli stranieri) in una fiorente fabbrica di successi, culminata nella produzione della leggendaria trilogia cinematografica di Peter Jackson Il Signore degli Anelli.
Altrettanto monumentale, ha dato i natali una delle icone più venerate del genere, Freddy Krueger (aka Robert Englund) Portato alla vivida vita cinematografica dall’attore non protagonista degli anni ’70 Robert Englund, il personaggio è stato una creazione grottesca sia nell’aspetto che nella personalità, riuscendo a elevarsi dall’informa magma dei boogeyman inarrestabili e infiltrarsi nella cultura mainstream. Le repliche in plastica del suo guanto dotato di rasoi fatto in caso erano l’accessorio indispensabile per la notte di Halloween di quell’epoca, ed è persino riuscito a spaventare le classifiche musicali come ospite in un disco del trio hip hop di Brooklyn The Fat Boys (dal fantasioso titolo Are You Ready For Freddy?).
La prima è stato il terzo capitolo, Nightmare 3 – I guerrieri del sogno (A Nightmare On Elm Street 3: Dream Warriors) del 1987. Avendo visto il suo amato personaggio completamente ‘mal interpretato’ nel primo sequel (La rivincita), era comprensibile che questa volta Wes Creven volesse interpretare il ruolo di ‘padrino creativo’ del film, assumendo gli oneri di co-sceneggiatore e di produttore esecutivo. Condividendo i crediti del “storia di” e di scrittura con Bruce Wagner, anche il regista esordiente Chuck Russell ha contribuito alla script, insieme a un altro personaggio destinato a grandi cose: Frank Darabont, futuro candidato all’Oscar e architetto di adattamenti di classe di opere di Stephen King.
Espandendo la tela della storia, in Nightmare 3 – I guerrieri del sogno l’azione si svolge lontano dalla famigerata Elm Street, concentrandosi su un gruppo di adolescenti di Springfield ospiti dell’istituto psichiatrico locale. Nella struttura fa il suo ingresso Kristen (Patricia Arquette), ragazza che si è auto imposta l’insonnia, che incontriamo la prima volta mentre ingurgita un cucchiaio colmo di polvere di caffè con una colossale sorsata di coca cola mentre crea febbrilmente una casa di cartapesta dal suo subconscio. Viene ricoverata in custodia cautelare a seguito di quello che sembra essere un tentativo di suicidio fallito, ma la verità è presto evidente quando gli altri ragazzi nel suo reparto cominciano a soffrire degli stessi brutti sogni che vedono protagonista un uomo orribilmente sfigurato che indossa un fedora e un malandato maglione a strisce rosse e verdi.
Naturalmente, la figura autoritaria e senza fronzoli in stile Infermiera Ratched dell’ospedale crede che sia tutta una sciocchezza, ma il gruppo trova due validi alleati nella terapista dei sogni Nancy Thompson (Heather Langenkamp, che riprende il suo ruolo dal primo film) e in medico comprensivo (Craig Wasson). Non passa molto tempo prima che la prima fatalità si verifichi tra i ragazzi, e con Freddy Krueger scatenato e assetato di anime, Nancy e il suo collega sono costretti a ricorrere a tattiche al di fuori dei tradizionali mezzi di trattamento. Con l’aiuto dell’abilità ESP di Kristen di poter entrare nei sogni degli altri, è necessario uno sforzo di squadra in cui questi ‘guerrieri’ dovranno fare appello a tutta la loro astuzia e abilità speciali per eliminare il nemico comune.
In termini di ritmo, Nightmare 3 – I guerrieri del sogno è incredibilmente snello e non perde tempo a tratteggiare il mondo degli adolescenti disturbati prima di lanciarsi, a tutto gas, nelle fantasiose scene di sogno (il ‘serpentone Freddy’ che tenta di ingoiare Kirsten prima che Nancy intervenga venne ritenuto – non a torto … – troppo fallico, così che la sua tonalità sul rosa venne sfumata nel verde, presumibilmente per evitare che lo spettatore pensasse di essere momentaneamente finito sul set di una parodia porno).
Fin dall’inizio di Nightmare 3 – I guerrieri del sogno, è chiaro che sia Chuck Russell che Frank Darabont possiedono un’acuta comprensione del genere. Il duo crea un crogiolo di influenze culturali pop attraverso le personalità nello stato di sogno dei protagonisti e il loro destino. Questi scenari sembrano una check-list di influenze derivate da un’adolescenza trascorsa incollati davanti alla TV, o sepolti in profondità nelle pagine dei fumetti horror pulp di Tales From The Crypt.
C’è poi un cenno al popolare mondo dei giochi di ruolo di Dungeon & Dragons, evidente nel personaggio di Will, il membro nerd e in sedia a rotelle del gruppo di Nightmare 3 – I guerrieri del sogno. Assume le sembianze di uno stregone nel suo stato di incoscienza ed è in grado di camminare e usare la magia come difesa. Lo stesso poster del film è incredibilmente vicino allo spirito delle copertine degli album heavy metal degli anni ’70. Il tema musicale principale è invece della rock band cotonata dei Dokken.
Naturalmente, non mancano i riferimenti ai cliché riguardanti adolescenti imbranati e arrapati, mutuati dai capisaldi del del genere slasher come Halloween e Venerdì 13 (chiari precursori del modello di franchise adottato da Elm Street). Si veda una gloriosamente bizzarra fantasia di Playboy finita in horror, con il povero Joey che scopre che quella che pensa sia l’infermiera ridicolmente sexy dell’ospedale psichiatrico è in realtà Freddy Krueger travestito. Un minuto se lì che ti godi l’inizio di un sogno erotico, quello dopo sei legato a un letto sospeso al di sopra la fossa dell’Inferno, legato da lingue animatroniche.
Per ogni aspetto positivo, Nightmare 3 – I guerrieri del sogno segna tuttavia anche l’inizio dell’ammorbidimento del serial killer, col suo lato comico/sfrontato che balza alla ribalta. Battute come “Benvenuta in prima serata, puttana!“, pronunciata prima che Freddy Krueger spinga la testa dell’aspirante attrice Jennifer (Penelope Sudrow che offre, ironia della sorte, la performance più debole del film) attraverso lo schermo di un televisore, potrebbe essere stata accolta con esultanza dai fan, ma aggiunge innegabilmente un tocco comico al personaggio, indebolendone il sadismo e l’orrore puri.
Nightmare 3 – I guerrieri del sogno fu un enorme successo al momento dell’uscita nelle sale, debuttando al primo posto in classifica negli Stati Uniti e guadagnando alla fine oltre 44 milioni di dollari in patria. Resta il terzo maggior incasso della saga dietro al crossover Freddy Vs Jason (la recensione) e Nightmare 4 – Il non risveglio (A Nightmare on Elm Street 4: The Dream Master).
Chuck Russell e Frank Darabont avrebbero invece portato la loro sensibilità per i film di serie B a un altro livello l’anno successivo con il loro remake del classico Blob – Il fluido che uccide. I terzi capitoli sono sempre rischiosissimi ma, in questo caso, la lungimiranza – azzardo? – dello studio di riporre fiducia in un paio di nuovi arrivati che, oltre a mostrare una grande riverenza verso il materiale creato da Wes Craven, sono stati anche incoraggiati a spingere oltre la propria immaginazione e mettere le proprie assurde idee sul tavolo, ha ampiamente ripagato.
Comunque, togliete dall’equazione gli omaggi ‘decorativi’ e scoprirete che Nightmare 3 – I guerrieri del sogno illustra abilmente come il potere dell’immaginazione a volte può essere usato per sconfiggere i nostri demoni, siano essi figurativi o letterali.
Di seguito il trailer internazionale di Nightmare 3 – I guerrieri del sogno: