Home » Cinema » Horror & Thriller » Riflessione | Freddy vs. Jason di Ronny Yu: il meglio dei due mondi (suppergiù)

Voto: 5.5/10 Titolo originale: Freddy vs. Jason , uscita: 15-08-2003. Budget: $30,000,000. Regista: Ronny Yu.

Riflessione | Freddy vs. Jason di Ronny Yu: il meglio dei due mondi (suppergiù)

22/04/2020 recensione film di William Maga

Nel 2003 arrivava nei cinema l'attesissimo crossover tra le saghe horror di Nightmare e Venerdì 13, l'evento epocale che avrebbe finalmente messo di fronte due dei boogeyman più amati dal pubblico

Freddy vs. Jason (2003) film

E poi finalmente, nell’anno di nostro Signore 2003, accadde. In lavorazione, in una forma o nell’altra, fin da prima di Venerdì 13 parte VII – Il sangue scorre di nuovo (1988), che alla fine culminò nella vendita del franchise alla New Line Cinema (che già possedeva i diritti di Nightmare), i creatori della serie finalmente trovarono un accordo soddisfacente e realizzarono Freddy vs Jason (2003): forse il crossover cinematografico di più alto profilo fino a quando Avengers ha rimodellato l’intero panorama dei blockbuster a sua immagine somiglianza nel 2012 (Alien vs. Predator avrebbe potuto dire la sua nel 2004, ma sappiamo bene come andò …).

Partendo da dove Jason va all’inferno (1993) si era interrotto, troviamo Jason Voorhees (Ken Kirzinger, il più alto interprete del cattivo, 193 cm) che si fa letteralmente strada attraverso gli inferi, abbattendo a colpi di machete tutti gli adolescenti che gli capita di trovare lungo la strada (e dato il tipo di attività licenziose alle quali i ragazzi vittime negli slasher tendono a dedicarsi, possiamo solamente supporre quanto impegnato sia stato il boogeyman nel decennio trascorso da quelle parti …). Ma l’infernale collega Freddy Krueger (Robert Englund, controfigurato nelle scene dazione da Óscar Gutiérrez, alias il wrestler Rey Mysterio) ha un problema. A differenza di Jason, non è soddisfatto della sorte che gli è toccata dopo la ‘morte’. Vuole infatti ritornare sulla Terra, dove può trovare adolescenti in carne e ossa per il massacro.

Freddy-vs.-Jason-2003-posterSfortunatamente, il demone dei sogni può perseguitare i vivi solo quando i suddetti individui li temono davvero (perché, contrariamente alla tradizione riguardante Freddy Krueger precedentemente stabilita, è la paura della gente nei suoi confronti a dargli i poteri che ha). Fortunatamente per lui, però, Jason Voorhees non è legato a regole simili. Jason è un sopravvissuto. Jason non rimane mai morto troppo a lungo.

Sotto le sembianze di sua madre Pamela Vorhees (Paula Shaw), Freddy ordina quindi a Jason di tornare nel mondo dei vivi e di scatenare ancora una volta il caos sul mondo (solo che questa volta non si limiterà all’usuale Camp Crystal Lake, bensì a Springwood, dove i cittadini attribuiscono naturalmente l’ondata di omicidi all’imprevisto ritorno dello squartatore Freddy Krueger, permettendo così al mostro di riprendere forza e ritornare a sua volta nell’aldiqua).

Ciò che non avrebbe tuttavia potuto mai preventivare era quanto insaziabile sarebbe diventata la sete di sangue del ‘collega’ Jason Voorhees una volta tornato nel mondo reale, né quanta risolutezza e impegno i ‘bambini’ di Springwood (tra cui Jason Ritter, Chris Marquette, Katharine Isabelle, Monica Keena e Kelly Rowland) fossero disposti a metterci per eliminare una volta per tutte i due serial killer soprannaturali.

Nonostante abbia languito ‘nell’Inferno dei progetti in via di sviluppo’ per due interi decenni – per inciso, mai un buon segno per qualsiasi progetto di qualsiasi tipo, dal momento che troppe idee casuali finiscono inevitabilmente per confondersi con quelle che hanno un vero potenziale per essere buone – Freddy vs. Jason riesce fortunatamente a limitare i danni e a portare a casa un risultato dignitoso (David S. Goyer mise mano alla sceneggiatura per renderla più concisa). Costato 30 milioni di dollari e classificato Rated R (n Italia uscì col VM 14) pur non rientrando tra i migliori capitoli in assoluto di nessuna delle due saghe, la premessa (e promessa …) dello ‘scontro del secolo‘ tra i due popolarissimi super villain e le usuali uccisioni inventive ed esagerate per cui i carismatici Freddy Krueger e Jason Voorehees erano noti, sono sufficienti a renderlo un oggetto anomalo – praticamente un unicum – all’interno del panorama horror.

Tra le migliori decisioni prese dalla New Line Cinema lungo l’irta strada c’è la selezione del regista Ronny Yu per dirigere il delicato progetto (a un certo punto era stato preso in considerazione addirittura Peter Jackson). Meglio conosciuto all’epoca per aver diretto il criminalmente sottostimato La sposa di Chucky (1998), si rivelò l’uomo perfetto per il lavoro.

La sua conoscenza pregressa dei meccanismi che regolano – e bilanciano – i momenti più raccapriccianti con quelli di umorismo dark e grottesco, significava infatti che il suo Freddy Krueger sarebbe stato molto più serio rispetto a quello visto negli ultimi capitoli di Nightmare e che il suo Jason Vorhees sarebbe stato più ‘divertente’ di quanto fosse stato prima. E, a conti fatti, Freddy vs. Jason restituisce atmosfere che si possono facilmente collocare da qualche parte tra I Guerrieri del Sogno del 1987 e Venerdì 13 parte VI – Jason vive del 1986 (per inciso, tra i migliori esponenti dei relativi franchise).

Alternando gore esagerato (teste e arti mozzati, occhi cavati) e umorismo spesso volgare (i ‘puttana’ di Freddy Krueger si sprecano), similmente a quanto fatto nel suo film sulla bambola assassina, Ronny Yu fa leva pesantemente sull’assurdità stessa insita nel concept ai limiti del cartoonesco, ma non si fa mai prendere troppo la mano, non lasciando che l’azione scomposta duri tanto a lungo da spingere lo spettatore a cominciare a mettere – eccessivamente – in discussione l’assurdità di ciò che sta avvenendo sullo schermo.

Passare da una cupa scena di morte alla slapstick spensierata significa ridere di più alle battutacce dei protagonisti e, parimenti, passare da scene comiche relativamente leggere a brutali omicidi intrisi di sangue e viscere, in rapida successione, garantisce un più alto tasso di brividi durante la mattanza dei giovinastri di Freddy vs. Jason . Si tratta di una tattica consolidata nel tempo, che risale addirittura all’epoca del teatro Grand Guignol parigino alla fine del 1800 e che si è mantenuta fedele a questa forma esattamente un secolo dopo.

freddy vs. jason filmA parte questo, non c’è davvero molto da dire sul Freddy vs. Jason. Come da copione del genere slasher, i personaggi sono prevedibilmente monodimensionali e stereotipati (la belloccia, la stronza, il figo del liceo, lo sfigato, il fumato, il bel tenebroso con problemi mentali ecc.), le uccisioni arrivano in modo rapido e furioso, gli effetti speciali decenti (anche se non sono invecchiati benissimo …), la trama si sviluppa quel tanto che basta per arrivare al momento seguente (a patto di non farsi domande troppo elaborate sulla logica generale) e l’attesissima battaglia finale all’arma bianca tra Freddy e Jason – che si svolge in più riprese, a cavallo tra incubo e realtà, e in vari scenari iconici legati ai due boogeyman – è ridicolmente divertente come lecito aspettarsi, fino all’ultimo sussulto.

Dopo quasi 20 anni, Freddy vs. Jason va preso per quello che è, un tenne horror dalla gestazione travagliata e votato per natura al nonsense, ‘girato con un fucile e montato in un frullatore‘ come qualcuno ha detto, ma mentiremmo se non ammettessimo di amarlo più della maggior parte dei film che escono in un dato anno (e anche più della maggior parte dei capitoli di Nightmare e Venerdì 13).

Se siete curiosi di leggere la sceneggiatura originale di Damian Shannon & Mark J. Swift, la trovate al link.

Di seguito una scena di Freddy vs. Jason: