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Titolo originale: The Bourne Ultimatum , uscita: 03-08-2007. Budget: $70,000,000. Regista: Paul Greengrass.

Dossier: The Bourne Ultimatum, l’imbarazzante script iniziale e le correzioni in corsa

19/11/2024 news di Redazione Il Cineocchio

Riscopriamo la faida tra la star Matt Damon e lo sceneggiatore Tony Gilroy

Matt Damon in The Bourne Ultimatum Il ritorno dello sciacallo (2007)

I film di Jason Bourne sono considerati da molti come una delle migliori trilogie d’azione americane degli ultimi decenni. Nonostante lo spin-off The Bourne Legacy (2012) e il sequel Jason Bourne (2016) abbiano ricevuto accoglienze tiepide, i primi tre film rimangono un punto di riferimento per il genere.

Liberamente ispirata alla trilogia di romanzi degli anni ’80 di Robert Ludlum, la saga segue Jason Bourne, interpretato da Matt Damon, un assassino della CIA che, dopo aver perso la memoria, si ritrova braccato dai suoi stessi superiori.

Ma quale dei primi tre film è il migliore?

The Bourne Identity: un inizio memorabile

The Bourne Identity – Identità di Bourne (2002) introduce il pubblico al mistero del protagonista, permettendo agli spettatori di ricostruire la sua storia insieme a lui. Diretto da Doug Liman, il film si distingue per una narrazione avvincente e un approccio visivo tradizionale, privo della caratteristica shaky cam che avrebbe definito i successivi capitoli.

Con un mix equilibrato di suspense e azione, Identity rimane un modello per il genere, ponendo solide basi per l’evoluzione della saga.

stiles in The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (2007)The Bourne Supremacy: la svolta verso l’azione pura

Con The Bourne Supremacy – Supremacy di Bourne (2004), il ritmo accelera. Paul Greengrass assume la regia e introduce il suo inconfondibile stile visivo, caratterizzato da movimenti di camera tremolanti che immergono lo spettatore nell’azione.

Il film esplora il desiderio di Bourne di vendetta e redenzione, spingendo il personaggio verso nuove direzioni. Il cambio di tono lo trasforma in una corsa adrenalinica che aumenta la tensione con ogni scena.

Ultimatum alla CIA: il capitolo finale perfetto

Per molti, The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007) rappresenta il culmine della trilogia. Diretto ancora da Paul Greengrass, il film combina inseguimenti spettacolari con il desiderio di Bourne di scoprire la verità sulla sua identità prima che il programma Treadstone lo trasformasse in un’arma vivente.

Nonostante il successo finale, il processo creativo non è stato privo di ostacoli. In un’intervista del 2011 a GQ, Matt Damon ha rivelato le difficoltà incontrate con la sceneggiatura originale di Tony Gilroy, definendola inaccettabile:

“Non biasimo Tony per aver preso un sacco di soldi e aver consegnato quello che aveva consegnato. È solo che [la sceneggiatura] era illeggibile. È una cosa che mette fine a una carriera. Voglio dire, potrei mettere questa cosa su eBay e sarebbe la fine per quel tizio. È terribile. È davvero imbarazzante. Ci stava provando, fondamentalmente, e ha preso i suoi soldi e se n’è andato.”

Damon ha successivamente chiarito il suo disappunto, attribuendo la colpa allo studio per aver accettato condizioni troppo favorevoli per Gilroy, che aveva negoziato un contratto che gli garantiva una bozza senza revisioni.

Alla fine, il regista Paul Greengrass e un team di sceneggiatori, tra cui Scott Z. Burns e George Nolfi, hanno dovuto riscrivere il film durante le riprese. Damon ha raccontato a Collider:

“Siamo stati abbastanza fortunati da avere George Nolfi sul set ogni giorno. George era letteralmente nella sua stanza d’albergo a lavorare sulle pagine per il giorno successivo, mentre noi giravamo le scene basate sulle pagine che ci aveva già consegnato. Apportavamo modifiche in tempo reale, direttamente sul set, dicendo: ‘Ok, cambiamo questo dettaglio perché quella cosa è laggiù’. Sai, non è affatto un metodo ideale per realizzare un film. Non lo insegneresti mai in una scuola di cinema o consiglieresti a qualcuno. Ma con Paul [Greengrass], funziona.”

Nonostante questi problemi, The Bourne Ultimatum è diventato un successo straordinario, incassando 444 milioni di dollari con un budget di 110 milioni.

damon in The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (2007) filmLe scuse di Matt Damon

Nel 2012, durante la promozione di The Bourne Legacy, Damon si è poi scusato per le sue dichiarazioni su Gilroy, riconoscendo di aver esagerato e di essersi pentito delle sue parole. Ha spiegato a GQ:

“Se non avessi rispettato [Tony Gilroy] e apprezzato il suo talento, allora non me ne sarebbe importato nulla.”

Gilroy ha poi commentato l’accaduto a Empire Magazine:

“Non capisco affatto [le sue critiche]. Non so da dove provengano. Penso che Matt sia uno dei più grandi attori della sua generazione.”

L’eredità di Bourne: spin-off e delusioni

Dopo la trilogia originale, il franchise ha cercato di espandersi con The Bourne Legacy (2012), con Jeremy Renner nel ruolo di Aaron Cross, un altro assassino legato al programma Treadstone. Tuttavia, il film – che non ha visto comunque il ritorno di Gilroy – non è riuscito a replicare il successo dei capitoli con Damon, fallendo nel tentativo di creare un nuovo protagonista.

Anche il ritorno di Damon con Jason Bourne (2016) non ha soddisfatto le aspettative, nonostante gli incassi solidi al botteghino. Il film ha dimostrato quanto fosse difficile replicare la magia della trilogia originale.

Il futuro di Jason Bourne

Con l’ascesa delle serie TV e i recenti successi di Tony Gilroy con Andor, i fan si chiedono se il piccolo schermo possa essere il futuro del franchise di Bourne. Tuttavia, i primi tre film restano un esempio impeccabile di come un thriller d’azione possa unire tensione, sviluppo dei personaggi e sequenze memorabili.

Di seguito trovate il trailer di The Bourne Ultimatum: