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Dossier: un James Bond donna avrebbe potuto esserci già negli anni ’60

04/12/2024 news di Redazione Il Cineocchio

Strano, ma vero

susan hayward bond

Con l’addio di Daniel Craig, il cui James Bond è stato letteralmente spazzato via nell’aldilà alla fine di No Time to Die (2023), il dibattito su chi sarà il prossimo interprete del celebre agente segreto non si è mai davvero sopito. Nel 2024, con il panorama culturale in continua evoluzione, non mancano le speculazioni su come il ruolo potrebbe essere interpretato da chiunque… magari persino, osa qualcuno, da una donna?

Prima dell’uscita di No Time to Die, il web era in fermento con l’idea che l’attrice britannica Lashana Lynch potesse essere il prossimo 007. Quando il film arrivò nelle sale, si scoprì che il suo personaggio, Nomi, aveva effettivamente ereditato il famoso codice dall’agente segreto.

Tuttavia, nel corso della storia, Nomi chiede che il titolo venga restituito a Bond, tornando così al suo nuovo codice 005. Anche se questa svolta narrativa ha fatto assaporare per un attimo l’idea di un “Bond al femminile”, alla fine non si è concretizzata. Ora che la saga si prepara a un reboot, Nomi quasi certamente non tornerà, anche se Lynch ha dichiarato che le piacerebbe riprendere il ruolo.

Sean Connery, Claudine Auger, Adolfo Celi, and Suzy Kendall in Thunderball (1965)Questa decisione rappresenta un approccio esitante nel rispondere alla domanda che ha perseguitato il franchise negli ultimi anni: James Bond potrebbe mai essere una donna?

La discussione sulla rappresentazione femminile nella saga di Bond non è nuova e ha generato opinioni diverse su come le donne dovrebbero essere trattate nel franchise. Tuttavia, ciò che molti non sanno è che questa conversazione risale a prima ancora che Bond apparisse sul grande schermo: c’è stato un momento, infatti, in cui 007 avrebbe potuto essere interpretato da una donna.

Le sfide nel casting del primo James Bond

Il primo capitolo della saga, Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No, 1962), ha visto Sean Connery assumere il ruolo dell’agente segreto, contribuendo a definire il personaggio nella percezione collettiva. Connery interpretò un Bond sarcastico, sicuro di sé e sofisticato, qualità che derivarono in parte dal regista Terrence Young. Essendo un raffinato uomo di mondo, Young aiutò Connery, con il suo background di classe operaia scozzese, a incarnare l’eleganza del personaggio.

Tuttavia, secondo il nuovo libro di Nicholas Shakespeare, Ian Fleming: The Complete Man, lo scrittore Ian Fleming inizialmente non fu impressionato da Connery. Secondo l’agente cinematografico di Fleming, Robert Fenn, l’autore lo trovò “rozzo” e incapace di parlare un inglese impeccabile. Fleming avrebbe detto: “Non è affatto la mia idea di Bond. Voglio un uomo elegante, non questo energumeno.”

Un’osservazione curiosa, considerando che nei suoi romanzi Fleming descriveva Bond come uno “strumento contundente”. È noto, inoltre, che Connery e i primi film contribuirono a rendere il personaggio più sofisticato e iconico. Tuttavia, all’epoca delle prime audizioni, nessuno tra i produttori era convinto delle opzioni disponibili.

La possibilità di un James Bond donna: Susan Hayward

Prima che Sean Connery fosse scelto per il ruolo, i produttori considerarono un ventaglio di attori molto ampio e, sorprendentemente, anche la possibilità che Bond fosse interpretato da una donna. Gregory Ratoff, produttore e co-proprietario dei diritti cinematografici di Bond all’epoca, propose l’idea rivoluzionaria di affidare il ruolo a Susan Hayward.

Ratoff aveva acquistato i diritti di Casino Royale nel 1955 e, durante i suoi tentativi di adattare il romanzo, suggerì Hayward per il ruolo principale. L’attrice, che aveva appena recitato accanto a Clark Gable in Soldier of Fortune ed era nel pieno della sua carriera, era una scelta ambiziosa ma audace. Hayward aveva già vinto un Oscar nel 1958 per Non voglio morire!, dimostrando di essere una figura di spicco nel panorama hollywoodiano dell’epoca. Tuttavia, questa possibilità non si concretizzò mai.

no time to die film 2021 daniel craigIl futuro di un Bond donna

Nonostante i tentativi di Gregory Ratoff e il breve momento in cui Lashana Lynch ha assunto il codice 007, un Bond donna non si è mai materializzato.

Nel 2020, la produttrice Barbara Broccoli ha dichiarato che 007 sarebbe rimasto un personaggio maschile, affermando: “Bond è stato scritto come uomo e penso che resterà tale.” Commenti simili risalgono al 2018, quando Broccoli disse al The Guardian: “Non vedo la necessità di trasformare personaggi maschili in femminili. Credo che le donne meritino personaggi originali altrettanto forti.”

Tuttavia, in un’epoca in cui Hollywood è ossessionata da multiversi, spin-off e nuovi modi di raccontare storie già note, sembra strano che non sia ancora stata esplorata una timeline alternativa con una Bond donna. La cautela dei produttori Broccoli e Michael G. Wilson nel modificare la formula del franchise potrebbe spiegare questa scelta, ma non è detto che i futuri detentori dei diritti non possano osare di più.

Forse un giorno vedremo finalmente una 007 donna, rendendo omaggio all’idea rivoluzionaria di Gregory Ratoff. Nel frattempo, il franchise sembra destinato a mantenere la sua tradizione, anche se le discussioni sulla rappresentazione e sull’evoluzione del personaggio continueranno a essere un tema centrale.

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