Horror & Thriller

Esclusivo – Intervista a Claudio Simonetti: tra ‘sliding doors’, soundtrack insignificanti e guerra delle royalties

Al Festival di Sitges abbiamo incontrato il fondatore dei Goblin, parlando della sua lunga carriera e di come è cambiato il modo di concepire le colonne sonore

Ospite d’onore al Festival di Sitges, dove ha ricevuto il Golden Méliès per il suo contributo al cinema di genere nel corso della sua onoratissima – e pluridecennale – carriera, abbiamo avuto modo di parlare con Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin e autore di moltissime colonne sonore entrate di diritto nell’immaginario collettivo, tra cui quelle di Suspiria (di cui peraltro ricorre proprio nel 2022 il 45° anniversario) e Profondo Rosso di Dario Argento.

Hai mai pensato a come sarebbe stata la tua vita se i film a cui hai indelebilmente – e inevitabilmente – legato il tuo nome in quanto autore delle rispettive OST, si fossero rivelati dei flop commerciali invece che dei successi capaci di lanciare anche la tua carriera?

Si, ci ho pensato molto spesso. Non ho proprio idea di cosa sarebbe successo. Va però detto che io ho fatto anche altro, non soltanto colonne sonore, perché ho lavorato moltissimo nella dance, riscuotendo successo anche in quel campo, quindi forse mi sarei concentrato su quello.

Negli anni ’70 avevo cominciato con una band prog-rock, un genere non certo popolare al tempo, anche se la gente pensa chissà che, magari ricordando gruppi come il Banco del Mutuo Soccorso o la PFM, che però, alla fine, il successo vero l’han fatto con delle canzonette orecchiabili, non certo con pezzi prog-rock puri.

Non lo so davvero cosa sarebbe successo … è il classico ‘sliding doors’ … Posso dirti che non avevo un ‘Piano B’ in caso di flop. Non avevo nemmeno un ‘Piano A’ … Se alla fine delle registrazioni di Profondo Rosso mi avessero detto che dopo 50 anni sarei stato ancora invitato ai Festival e avrei fatto ancora concerti suonando quelle canzoni davanti a un pubblico così eterogeneo gli avrei dato del matto.

Come mai, secondo te, oggi le colonne sonore dei film e delle serie TV non restano più impresse come un tempo?

L’ultimo tema importante e bello che mi ricordo degli ultimi tempi è quello di Il Trono di Spade, per il resto vedo film bellissimi diretti da grandi registi che hanno temi musicali molto standard, troppo ‘hollywoodiani’, che ti entrano da un orecchio e escono dall’altro subito. Non vedo più quella cura che ci si metteva una volta … Penso a John Carpenter con Halloween o a Tubular Bells in L’Esorcista … La gente li ascoltava e ne rimaneva colpita, e poi andava a comprare il disco. Non mi è più capitato di trovare un regista che mi chiedesse un tema musicale che potesse ‘vivere’ anche fuori dal film. E poi sento le suonerie dei telefonini con Profondo Rosso, capisci …

Per questo motivo ti sei allontanato dalle colonne sonore negli ultimi anni?

Si … mi dedico ormai soprattutto ai concerti e alla registrazione di dischi miei. Mi propongono solo collaborazioni per film piccoli e brutti, che quasi sempre non hanno una distribuzione, né budget … Meglio lasciar stare.

Il tuo stile è stato copiato nel tempo. Ti ha fatto piacere questa cosa, oppure ti ha dato fastidio?

Mi ha fatto piacere, certo. Essere copiati ti fa capire che hai fatto qualcosa che ha lasciato il segno. A me capita di partecipare a Festival di heavy metal, in cui suonano anche gruppi estremi. Una volta, a Parigi, mi ricordo che suonai il tema di Tenebre e tutti questi metallari si misero a ballarla, mai vista una cosa del genere. E poi, parlando con molti di questi musicisti metal – penso ad esempio al chitarrista degli Opeth – mi capita che mi dicano che hanno iniziato ascoltando anche i dischi dei Goblin. Tieni considerato poi che siamo italiani, quindi è ulteriormente insolito.

Tu hai alle spalle moltissime soundtrack, ma solo una minima parte appartiene a film non italiani (penso a Zombi di Romero su tutte). C’è un motivo?

Qualcuna ne ho fatta, ma poche in effetti. Forse, non vivendo negli Stati Uniti, questo non ha favorito una produzione maggiore.

Si può dire che le tue colonne sonore più belle sono legate a film altrettanto notevoli. Riuscivi a ‘percepire’ già mentre componevi se il progetto sarebbe stato un successo o un flop?

Io penso che un bel film con una bella colonna sonora avrà successo, per uno brutto con una bella colonna sonora è quasi impossibile. Ho composto oltre 70 colonne sonore, lavorando con moltissimi registi di genere italiani, da Lucio Fulci a Ruggero Deodato, passando per Castellano e Pipolo. Diciamo che intuivo prima se sarebbero stati belli o brutti, però spesso è un terno al lotto. Oggi non è più così … spesso un film va dritto su una piattaforma o sparisce e tu non ne sai più nulla.

Infatti ci sono problemi col pagamento delle royalties, con questi produttori e distributori che fanno i furbi … Noi stiamo da qualche tempo combattendo questa battaglia attraverso una società che si chiama ACMF [Associazione Compositori Musiche per Film] per far rispettare i nostri diritti di fronte a colossi come Netflix e Prime Video, che pagano pochissimo. La nostra è una categoria poco protetta, checché se ne pensi.

So che nei prossimi mesi sarai impegnatissimo in un tour negli Stati Uniti 

Si, saremo impegnati fino al 17 dicembre. Suoneremo tutta la colonna sonora di Suspiria in una versione completamente rivisitata e riarrangiata in occasione dei 45 anni dall’uscita del film. Molte date sono già sold out, incredibile la passione della gente da quelle parti. 

Di seguito Claudio Simonetti e i Goblin suonano il leggendario tema principale di Profondo Rosso:

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Alessandro Gamma