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Titolo originale: Die unendliche Geschichte , uscita: 06-04-1984. Budget: $27,000,000. Regista: Wolfgang Petersen.

Esclusivo – Intervista a Colin Arthur: “Vi racconto come ideai le creature di La Storia Infinita”

26/10/2022 news di Alessandro Gamma

Al Festival di Sitges ci siamo seduti con l'esperto di effetti speciali discepolo di Ray Harryhausen, ricordando la lavorazione del fantasy del 1984

falkor storia infinita e atreyu set

Creatore di esseri fantastici entrati nell’immaginario come i serpenti di Conan il Barbaro o Falkor di La storia infinita, oltre ad aver realizzato effetti pratici come la cascata di sangue all’Overlook Hotel di Shining, il truccatore ed effettista inglese Colin Arthur ha alle spalle una carriera di tutto rispetto, sebbene molti ignorino quanto di buono abbia fatto per il cinema di genere.

Ospite d’onore al Festival di Sitges 2022, abbiamo avuto il piacere di incontrare il 79enne allievo del grande Ray Harryhausen per una chiacchierata purtroppo troppo breve, che si ha finito per focalizzarsi ‘soltanto’ sul suo lavoro per il classico diretto nel 1984 da Wolfgang Petersen ispirato al romanzo di Michael Ende.

Può raccontarci un po’ come venne coinvolto nel progetto di La  storia infinita?

La Storia Infinita fu un’opportunità pazzesca per me. Conoscevo già il produttore del film, Bernd Eichinger, perché un paio di anni prima avevo lavorato con lui a un altro progetto, Cristiana F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, che fu un grande successo commerciale. Lui aveva una ventina d’anni all’epoca, era giovanissimo, come me, e quel successo gli permise di incamerare una somma di denaro tale da potersi permettere di scegliere un qualsiasi altro progetto fosse a lui gradito come successivo. Così scelse La storia infinita.

colin arthur sitges 2022Fino a quel momento, però, erano stati realizzati pochissimi fantasy del tipo che avremmo fatto noi, penso ad esempio a Dark Crystal, ma io avevo alle spalle un po’ di esperienza al fianco di Ray Harryhausen e sapevo com’era lavorare su un set con pupazzi e attori in carne e ossa. Aveva scelto un concept artist, Ul de Rico e c’era anche un giovane regista.

Mi convocò a Monaco di Baviera, non c’era ancora una sceneggiatura. Dopo un paio di settimane,  Bernd aveva capito che tipo di creature avrebbe voluto che comparissero nel film. Avevo visto un film con una mucca parlante, credo fosse di una decina di anni prima, e l’avevo trovato poco riuscito nella resa … Ero assolutamente conscio del problema di rendere credibile sullo schermo un animale parlante, e questo mi innervosiva.

Ul de Rico aveva disegnato queste creature, e l’unica che non avrebbe parlato era la lumaca. Così preparai una ventina di maquette e le disposi su un tavolo, perché avevo diverse idee sulle espressioni facciali, la disposizione degli occhi, le proporzioni della bocca ecc.

Cominciai a scolpirle e poi andai da Bernd e gli dissi che si poteva cominciare a preparare i calchi, che li avremmo fatti funzionare. Da quel momento preciso, avendo loro accettato la mia idea, capii come avrei poi realizzato Falkor e gli altri, che erano ancora soltanto nella mia mente, senza bisogno di altre indicazioni.

Il Fortunadrago sarebbe stato lungo 15 metri, a grandezza naturale in pratica. Sul set di Conan il Barbaro avevo conosciuto un tecnico degli animatronics, Giuseppe Tortora, una persona squisita e ingegnere minuzioso, così chiesi alla produzione di poterlo coinvolgere e fortunatamente accettarono. Lavorai splendidamente con lui, ci si completava a vicenda.  

storia infinita set mordirocciaRiuscimmo infine a far funzionare la lumaca gigante, un po’ come una automobile, ma dopo tre mesi di lavoro erano stati spesi già un bel po’ di soldi. Un giorno Bernd, in cerca di altri fondi, convocò a Monaco i responsabili di una azienda di giocattoli giapponese. Questi signori entrarono e videro la lumaca muoversi in giro, videro la scultura di Falkor e gli diedero qualcosa come 8 milioni di dollari sull’unghia! Questa cosa mi fece capire che da lì in poi non avrei potuto sbagliare nulla! [ride]

Nessuno mise mai in discussione le mie idee e nessuno le contestò mai. Fu un grande complimento per me. Una volta terminato Falkor, ci mettemmo al lavoro su Mordiroccia e poi sulle altre creature.

Nel frattempo, Bernd scaricò il primo regista e prese Wolfgang Petersen. Ricordo che lui un giorno venne sul set, diede un solo sguardo rapidissimo alla testa di Falkor e disse ‘Va benissimo!’. Credo che – proprio come era accaduto con Stanley Kubrick – fosse consapevole di essere il regista del film ma non un esperto di animatronics e di modellini e per questo si fidasse ciecamente dei professionisti che ci stavano lavorando.

Avevamo iniziato in estate, ed era dicembre, con le riprese che sarebbero partite a febbraio. Ricordo che, parlando con Wolfgang Petersen di Gmork, il lupo cattivo, lui mi disse che all’inizio avrebbe dovuto rimanere celato, che non lo avrebbe mostrato molto. Alla prima prova con le luci, però, potei vedere chiaramente com’era fatto e sembrava … ‘finto’. Andai nel panico, perché prima della fine del film avrebbe anche dovuto parlare in modo credibile …

Per fortuna lavorai con un team fantastico, specialmente Giuseppe Tortora, che seguì alla lettera le mie indicazioni su come si sarebbero dovute muovere le creature. Fortunatamente avevo fatto la gavetta con Ray Harryhausen, una palestra fondamentale per capire come muoverle a dovere. All’epoca non c’era certo la CGI che ti permetteva di fare delle proiezioni o le correzioni con un gesto del mouse. Dovevi progettare ogni cosa al millimetro.

triface storia infinita 2 filmCosa ricorda invece di La storia infinita 2 del 1990? Quale fu il suo contributo?

Mi pare che ci fossero delle clausole a riguardo nel precedente contratto, quindi mi richiamarono. Sapevo che avrebbero usato un personaggio chiamato Triface, un uomo che aveva tre occhi e due bocche, che si era già visto brevemente nella sala del Trono della Principessa nel primo film. Mi aveva colpito perché rimani confuso quando lo guardi.

Fare un animatronic di un personaggio del genere sarebbe stato però assai complesso, proprio come al tempo era stato impossibile fare le ali a Falkor. Oggi saprei eccome come farlo!

Così, cercai di spiegare il problema alla produzione e decidemmo di superare l’ostacolo optando per un personaggio a quattro facce, come un dado, che giravano in continuazione. Suggerii poi per lui il nome Pitagorus, che mi sembrava azzeccato. Ma loro mi risposero: ‘No, è Triface!’. A quel punto, capii immediatamente che stavano sbagliando clamorosamente, perché avrebbero preso in giro apertamente gli spettatori. Così, mi limitai a fare quello per cui ero stato pagato e basta.

Di seguito trovate una scena con Gmork di La storia infinita: