FOCUS – Le creature degli abissi che non vorreste mai incontrare
02/12/2015 news di Redazione Il Cineocchio
In occasione dell'arrivo in sala della vera storia di Moby Dick, una rassegna dei più temibili animali marini mai apparsi sul grande schermo
Il 3 dicembre Ron Howard (Rush) approderà al cinema con il suo nuovo lavoro, Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, adattamento del romanzo vincitore del National Book Award per la Saggistica Il cuore dell’oceano. Il naufragio della baleniera Essex di Nathaniel Philbrick, che indaga il disastro marittimo, realmente accaduto, che avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere il ben più allegorico Moby Dick.
Pietra miliare di un genere letterario che indaga l’atavico scontro tra uomo e natura, di cui Achab e l’enorme balena bianca sono personificazioni, il libro condivide con una tipologia filmica notevolmente prolifica, quella detta eco-vegeange, il sopracitato presupposto diegetico di base. La lunga lista di pellicole contempla svariati esponenti del genere animale che, in un attacco d’improvvisa follia o di ribellione contro la razza umana, aggrediscono la sfortunata comunità più vicina, di cui esempio emblematico è Uccelli di Alfred Hitchcock.
Sottordine del suddetto filone è quello dedicato alle belve acquatiche, a cui in un certo modo appartiene anche il lavoro di Howard in prossima uscita. In attesa di poter quindi assistere alla lotta tra una ciurma di coraggiosi marinai e il terribile cetaceo, abbiamo passato in rassegna per voi, su base tipologica, una serie di pellicole incentrate sui più mostruosi e famelici animali marini del cinema.
Piovre giganti e altre creature tentacolute
In qualche modo eredi della gigantesca bestia tentacoluta di 20.000 leghe sotto i mari, tra i primi “mostri” marini a popolare le pellicole c’è un terrificante polpo assassino nella commedia grottesca-del mistero Sh! The Octopus di William C. McGann del 1932. Quivi il protagonista, il detective Kelly, e il fido Dempsey, ritrovatisi intrappolati in un faro deserto con un gruppo di estranei, sono costretti a scontrarsi con la terribile creatura e una misteriosa figura criminale che da esso prende il nome.
Sempre all’insegna delle grandi dimensioni, il gruppo tipologico procede poi sulla spinta del terrore degli esperimenti nucleari: di qualche anno successivo sono due pellicole incentrate su terrificanti piovre mutanti troppo cresciute che attaccano le popolose coste californiane: Il mostro dei mari di Robert Gordon del 1955 e Tentacoli di Oliver Hellman del 1977.
Un discorso a parte va fatto per Shark – Rosso nell’oceano, la variazione sul tema, decisamente meno realistica, del maestro italiano dell’horror Lamberto Bava (che cavalca l’onda di Lo squalo), in cui un gruppo composto da una biologa, un addestratore di delfini, uno sceriffo e un ittiologo, cerca di fermare un terribile mostro marino, commistione tra Dunkleosteus e un polpo, che divora bagnanti e pescatori.
Chiude la serie Deep Rising – Presenze dal profondo di Stephen Sommers del 1998, decisamente più moderno, che vede una nave da crociera in avaria cadere in balia di una terribile creatura che proviene dagli abissi nel Mar Cinese Meridionale.
Se la produzione per le sale cinematografiche si esaurisce con la fine degli anni novanta, per ciò che concerne i settori film TV e straight-to-video tra anni ottanta e novanta con le miniserie La piovra e The Beast – Abissi di paura, la vena ormai piuttosto esaurita arriva fino alla prima decade del terzo millennio con Sea Ghost – Il fantasma degli abissi, Kraken: Tentacles of the Deep, Tentacoli di paura e Monster e Mega Shark vs. Giant Octopus.
Gli squali
Al centro di decine pellicole horror c’è anche un altro abitante degli abissi, lo squalo che, da quando nel 1975 è comparso nella celeberrima pellicola di Steven Spielberg, ha dato vita a 3 sequel e ispirato una copiosa e variegata filiazione che consta dei registi più disparati, tra cui anche il già citato Bava, e ha ispirato diverse variazioni sul tema, con differenti specie, esistenti o meno in natura.
Al suddetto capostipite, seguono infatti negli anni immediatamente successivi numerosi titoli, molti dei quali tutt’altro che indimenticabili. In primis, compare in ordine cronologico il non riuscitissimo Mako – Lo squalo della morte di William Grefe, in cui Sonny Stein, amante dei suddetti cetacei, dopo essere stato tradito da due loschi individui, si vendicherà dandoli in pasto ai suoi voraci amici. Su alcuni cacciatori del feroce predatore degli abissi sono incentrati altresì il dubbio e a basso costo Tintorera di René Cardona Jr. e il decisamente migliore Il cacciatore di squali di Enzo G. Castellari che ha lavorato due anni dopo anche a L’ultimo squalo, molto apprezzato negli USA. Anche la cinematografia degli anni ottanta ha sfruttato parecchio il concept incentrato su temibili squali assassini con i pessimi Çöl e Deep Blood, per arrivare agli anni novanta in cui sono stati girati il brutto Aatank e il più riuscito e recente Blu profondo di Renny Harlin del 1999.
A questi si aggiungono, sempre afferenti alla medesima genia filmica, copiosi molti prodotti destinati al piccolo schermo, partendo da Shark Kill del 1976, procedendo con Shark’s Paradise e Cruel Jaws – Fauci crudeli negli anni ’80, gli aggressivi ibridi del decennio successivo in Creatura e nella serie dei tre Shark Attack, per arrivare infine al terzo millennio col truce e preistorico predatore in Shark Hunter e in Dark Waters. La serie si chiude con titoli decisamente fantasiosi: Mega Shark Versus Giant Octopus, che conta 3 sequel, ha protagonista il sovradimensionato condritta che si scontra, nell’ordine, con una piovra, un coccodrillo, una sua replica meccanica e con il Kolossus, un gigantesco automa sovietico; dal canto loro non mancano certo di estro creativo la saga dei 3 Sharknado, con trombe d’aria popolate di squali, o Ghost Shark, con lo spirito vendicatore del ‘grande bianco’,
Infine, discendente dal medesimo filone ma declinato ad altre due pericolose creature acquatiche, sono il curioso Barracuda di Harry Kerwin e L’orca assassina di Michael Anderson del 1977.
I piranha
Tornando nuovamente agli anni ’70, un altro predatore acquatico molto temuto, sebbene di minori dimensioni, ha popolato un filone horror che arriva fino ai giorni nostri: il piranha. Primo titolo è Piranha, Piranha! del 1972 di Bill Gibson, in cui una fotografa e suo fratello, avventuratisi in Venezuela per catturare su pellicola la vita selvaggia, assoldano una guida locale, ma si imbatteranno nei Caribe, terribili cacciatori autoctoni; ad esso è seguito Piraña Paura, firmato niente meno che da James Cameron, nel 1981. Del 1978 è Piranha di Joe Dante, parodia dello Squalo, che s’incentra su un voracissimo incrocio, frutto di esperimenti militari, di tali pesci, che dilaniano chiunque si avvicini all’acqua. Ultima pellicola degli anni settanta sull’argomento è Killer Fish – Agguato sul fondo di Antonio Margheriti (1977), che vede un gruppo di rapinatori alle prese con questi famelici predatori per recuperare il proprio bottino, nascosto in fondo a un lago.
Venendo ai giorni nostri, nel 2010 è uscito Piranha 3D, splatter e remake del film di Dante ad opera del francese Alexandre Aja e il suo sequel, firmato da John Gulager, Piranha 3DD del 2012.
In attesa dunque di poter vedere sul grande schermo Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, potrete così farvi un’idea dei principali film incentrati sui predatori degli abissi…
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