Il regista dell'horror del 1972 rivela come la star avesse quasi accettato il ruolo ma abbia poi dovuto rinunciare
Nei primi anni ’70 il giovane regista di pubblicità Gary Sherman si è ritrovato a Londra e in modo inspiegabile ha ottenuto il totale controllo creativo su un film horror che ha poi scritto e diretto. Quella pellicola è Non prendete quel metrò (Death Line) del 1972, una delle opere di genere più notevoli, rivoluzionarie ed emozionanti non solo del suo decennio, ma di tutti i tempi, precursore di Non Aprite quella Porta e Frightmare.
Ispirato alla storia del noto cannibale scozzese Sawney Bean, dell’orribile destino della Spedizione Donner e della creazione della London Underground, NPQM (noto anche come Raw Meat) racconta la cruda storia dell’unico sopravvissuto dei lavoratori rimasti sepolti dopo uno dei crolli avvenuti duranti i vecchi scavi dei tunnel sotterranei che, dopo essere nato e cresciuto cibandosi dei compagni morti, emerge dalla metropolitana per trascinare gli sfortunati che si imbattono in lui nella sua tana piena di sangue e ossa mentre contemporaneamente cerca una compagna con la quale portare avanti la sua deviata discendenza.
Jay Cantor, che era stato l’agente di Marlon Brando per tutta la sua carriera dice: ‘Dio, mi chiedo se Marlon vorrebbe interpretare il mostro … È a Parigi adesso, sta lavorando con Bernardo Bertolucci su un film pazzesco. Quindi, lasciatemi chiamare Marlon e lasciate che gli mandi la sceneggiatura e vediamo se vuole farlo!’ E così, Jay lo fa. E Marlon, che, dice Jay, ‘ama il make-up. Lui ama il trucco!‘. Perché, sapete, ebbe questa idea, quando Francis lo voleva per Il Padrino, e nessuno alla Paramount lo voleva nel film … Si presentò e se ne uscì l’idea di riempirgli la bocca di Kleenex, così entrò e li conquistò.
Erano Jay Cantor, Alan Ladd Jr. ed Elliot Kastner, che aveva prodotto Improvvisamente, un uomo nella notte. Cioè, non c’erano altre due persone più vicine a Cantor e Marlon Brando. E così, comunque, all’ultimo secondo, il figlio di Marlon, Christian, si prende la polmonite a Los Angeles e, pare, sia una cosa seria. Quindi, Marlon deve saltare su un aereo e tornare a L.A., e così abbiamo perso Marlon. Voglio dire, non volevamo pubblicizzare il fatto – cioè, l’intera idea era che Marlon lo avrebbe fatto e non lo avremmo mai detto – non avremmo messo il suo nome nel film e sarebbe semplicemente trapelata la notizia che ‘Forse c’è Marlon Brando’ [ride].
Di seguito il trailer di Non prendete quel metrò: