Il regista messicano ha confessato quello che ad oggi è il suo unico rimpianto in carriera
Non è un segreto che La Forma dell’Acqua (The Shape of Water) sia essenzialmente la versione di Guillermo del Toro di Il mostro della laguna nera del 1954 (la nostra recensione), ma forse non sapete che il regista messicano a un certo punto è stato collegato al reboot vero e proprio del film di mostri classico della Universal. Inoltre, probabilmente non saprete neppure che una decina di anni fa, lo studio gli aveva praticamente regalato le chiavi del “Dark Universe”. Molto prima che “l’universo oscuro” fosse chiamato addirittura così, la Universal avvicinò infatti del Toro per chiedergli di divenire l’architetto creativo del loro ambizioso progetto.
Purtroppo, declinò l’invito.
Ho detto no a progetti davvero enormi e non mi sono mai guardato indietro. L’unica volta che mi sono pentito di non aver fatto qualcosa è stato nel 2007, quando la Universal, in un modo incredibilmente gentile e carino, mi disse: ‘Vuoi prendere in mano l’Universo dei Mostri?’. E mi avrebbero affidato le redini di diverse proprietà, e io non l’ho fatto. Una cosa di cui mi pento. Quindi questo è un momento da confessionale, mi pento. Questa è l’unica cosa.
Del Toro potrà pure essersi pentito di non aver accettato la proposta, ma pare che la sua decisione sia stata profeticamente azzeccata. Se infatti il regista sta da mesi riscuotendo il plauso della critica, oltre al profumo di una possibile nomination agli Oscar e al quasi sicuro successo finanziario con La Forma dell’Acqua, la Universal al contrario non avuto alcuna fortuna col primo capitolo del Dark Universe. Dopo il fallimento al box office di La Mummia della scorsa estate, il futuro del rilancio sembrerebbe più nero che mai, specie dopo il recente abbandono di Alex Kurtzman e Chris Morgan.
Di seguito l’intervista integrale a del Toro: