Horror & Thriller

Halloween Ends: Jamie Lee Curtis rivela il finale originario e quello alternativo

L'attrice ha spiegato come mai si è poi optato per quello finito nel film

Il finale originale di Halloween Ends avrebbe dovuto essere molto diverso da quello che abbiamo visto al cinema. In un estratto dal libro Horror’s New Wave: 15 Years of Blumhouse, Jamie Lee Curtis ha raccontato che il film di David Gordon Green – inizialmente intitolato Halloween Dies – prevedeva due versioni alternative del finale, poi abbandonate in favore di un epilogo più “catartico”.

La prima conclusione era ambientata in una fabbrica di maschere, una sequenza simbolica dal forte impatto visivo e morale:

“Il finale originale di Halloween Ends, che inizialmente si chiamava Halloween Dies, si svolgeva in una fabbrica di maschere. Si vedeva un nastro trasportatore che produceva maschere di Michael Myers, e il messaggio era: ‘Siamo tutti mostri se indossiamo la maschera. Non è solo Michael. Siamo tutti noi, se indossiamo la maschera’. Eppure, in qualche modo, non bastava. Credo fosse troppo intellettuale per questo finale. Era un grande azzardo, e rispetto e sostengo quel grande azzardo.”

In questa versione, la fabbrica mostrava una catena di montaggio piena di maschere di Michael Myers, a rappresentare il concetto che il male può esistere in chiunque scelga di nascondersi dietro un volto artificiale. La Curtis ha spiegato che l’idea era potente ma “troppo concettuale” per chiudere una saga lunga oltre quarant’anni.

Il secondo finale alternativo era ancora più cupo e drammatico: avrebbe mostrato un passaggio del male da Michael a Laurie, come una sorta di possessione simbolica.

“C’era anche un finale in cui esploravamo – e abbiamo effettivamente girato – una specie di trasferimento tra Laurie e Michael. Nell’atto finale dell’uccisione di Michael, Laurie quasi diventava lui. In quel secondo di gloria – prendendo la vita di Michael Myers – lei diventava Michael Myers. A quel punto deve sparire. Deve tornare alla Laurie che abbiamo conosciuto nel primo film. Deve isolarsi per il resto della sua vita, perché ora porta dentro di sé una parte di Michael. [Ma] era troppo oscuro e troppo profondo per soddisfare la fame di chi ha seguito questo viaggio lungo quarant’anni.”

La Curtis ha definito questa versione “troppo profonda e inquietante”, ma ne ha riconosciuto la forza drammatica: Laurie, pur vincendo, sarebbe stata condannata a vivere da reclusa, contaminata dal male che ha sconfitto.

Alla fine, David Gordon Green e Jamie Lee Curtis hanno scelto un epilogo più umano e luminoso. Laurie uccide definitivamente Michael Myers e, davanti all’intera cittadina di Haddonfield, ne distrugge il corpo in una sorta di rito collettivo. Poi arriva un momento più intimo, voluto proprio dall’attrice:

“È stata Jamie Lee Curtis a insistere per un finale felice tra Laurie e Frank sulla veranda di casa, a Haddonfield, con l’intento – nelle sue stesse parole – di ‘dare speranza che finiranno in Giappone’ e che ‘Laurie avrà una possibilità di vita’.”

Tuttavia, il film si chiude con un’immagine ambigua: la maschera di Michael Myers appoggiata su un tavolo, un segno che il male non scompare mai del tutto.

“Penso che ci fosse un’ambiguità intenzionale. Credo che abbia lo stesso effetto che avrebbe avuto l’idea originale della fabbrica di maschere che produceva Michael Myers a catena.”

Un richiamo diretto, secondo Curtis, alla versione scartata ambientata nella fabbrica – e forse anche a Halloween III: il signore della notte, il capitolo più controverso della saga, incentrato sulle maschere maledette della Silver Shamrock.

In fondo, Halloween Ends (2022) chiude il cerchio della saga non solo raccontando la fine di Michael Myers, ma anche interrogandosi sull’eredità del male: un’idea che non muore, ma cambia forma – proprio come una maschera pronta a essere indossata da qualcun altro.

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Published by
Stella Delmattino