Incontro con Frank Miller: dal Cavaliere Oscuro a Sin City, passando per Donald Trump e 300
29/10/2016 news di Alessandro Gamma
A Lucca Comics & Games 2016 abbiamo ascoltato il grande autore americano toccare molti argomenti, non solo inerenti ai suoi fumetti
Frank Miller non è certo un autore che ha bisogno di grandi presentazioni. E’ semplicemente riconosciuto piuttosto unanimemente come uno dei due (l’altro è Alan Moore) fumettisti più importanti degli ultimi 30 anni, creatore di opere seminali e incredibilmente influenti su tutta la produzione successiva come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Batman: Anno Uno, Sin City e 300 (senza dimenticare ovviamente il suo ciclo su Devil o la creazione di Elektra…).
Inutile dire quindi quanto fosse alta l’attesa oggi per la sua conferenza stampa a Lucca Comics & Games 2016 (l’evento con più alta affluenza di giornalisti mai registrato negli anni della manifestazione toscana, come confermato dallo staff). Miller – con l’usuale cappello nero a tesa larga calcato in testa – nella mezz’ora di tempo concessaci ha toccato molti argomenti, dai suoi personaggi alla politica americana, fino ai cinecomics.
Ha dichiarato che prossimamente tornerà su 300 e Sin City. Ci può dire qualcosa in più?
Il progetto più entusiasmante sul quale sto lavorando in questo momento è una sorta di prequel di 300 che si intitolerà Xerses, sul re persiano. Rivelerà la storia su chi era questo personaggio e come ha fatto a divenire re. Sto utilizzando un approccio molto più mistico rispetto a 300. Sin City invece è un progetto che continuerà ad essere realizzato per sempre finché sarò vivo.
Visti i tuoi lavori spesso profetici, che visione hai dell’America per i prossimi anni?
Io sono un fumettista, è come tale devo prendere in giro le cose che stanno succedendo. Poi diciamocelo, abbiamo un signore con i capelli arancioni che vuole diventare Presidente… è una cosa assolutamente patetica.
Cosa pensi dei cinecomics e della loro quasi mai fedele trasposizione delle corrispettive opere a fumetti?
Qualsiasi trasposizione da fumetto a film comporta delle trasformazioni, dei cambiamenti spesso sono naturali. A volte ne escono trasposizioni brutte, altre invece buone o addirittura migliori del materiale originale. Posso farti un paio di esempio in tal senso: uno è il primo film di Superman, l’altro è 300 di Zack Snyder.
Cosa ci puoi dire della tua visione di Batman e di quella di Brian Azzarello per Cavaliere Oscuro III – Razza Suprema?
Io credo che il mio Batman sia più emotivo di quello di Brian, mentre il suo è più intelligente del mio. Lavorare con lui è molto facile e molto divertente. Brian è uno degli uomini più intelligenti che abbia mai conosciuto.
Che rapporto hai con Dio?
Io e Dio non ci siamo mai conosciuti! [ride]
Nell’ambito del fumetto supereroistico, sei stato uno degli autori che hanno introdotto tematiche adulte
Ho fatto parte di un periodo di grande cambiamento dell’industria dei fumetti. Non possiamo dirlo senza non riconoscere il grande merito anche di Alan Moore. Abbiamo realizzato fumetti anche divertenti per un pubblico molto ampio. Ci rendiamo conto però di aver ispirato a volte anche materiale talvolta davvero pretenzioso.
Nelle sue opere gli eroi provano a risolvere la situazione con la violenza, che però molto spesso non porta a nulla e la tensione continua a crescere…
Se la violenza fosse la soluzione ai problemi, non ci sarebbe bisogno della polizia e dell’esercito. Le mie storie contengono violenza perché sono fumetti d’avventura e perché io sono bravo a mostrare graficamente lo scontro fisico tra i personaggi.
Qual è il suo film preferito in generale e quale cinecomic?
Il mio film preferito è Mezzogiorno di Fuoco, con Gary Cooper. Per le trasposizione da fumetti il primo Superman.
Cosa l’ha colpito del personaggio di Batman e perchè pensa continui ad affascinare i lettori?
Quando ho iniziato a lavorare sul Cavaliere Oscuro, ho cercato di distillare l’essenza di questo personaggio. Il pantheon della DC Comics può essere suddiviso in due gruppi: dèi ed eroi. Tra i primi ci sono Superman, Batman e anche Wonder Woman. Quando ho iniziato a studiare Batman, mi ha colpito la sua totale rabbia dovuta alla sua tragedia personale, alla morte dei genitori, la sua fede cieca nella giustizia e un’intelligenza straordinaria: grazie a tutte queste qualità riesce a essere l’incubo peggiore di ogni criminale.
In un momento politico molto difficile come quello che l’America sta vivendo oggi, non senti il dovere di tornare a scrivere qualcosa di esplicito come già fatto in passato?
Non la smettiamo proprio di parlare di Donald Trump, eh? Sono americano e volete proprio umiliarmi, ormai l’ho capito! [ride] Qual era la domanda? Quando si parla di Trump non capisco più niente. Mi fa male il cervello. Batman è un personaggio di fantasia: è lì fuori a combattere persone che ha commesso dei crimini violenti. Trump è invece un pagliaccio molto reale.
In Italia sta ricominciando a prendere piede Ronin. Pensi ci sia la possibilità che prosegua?
In effetti ho in mente un’altra storia di Ronin. La protagonista sarebbe Casey, che si muoverebbe in questo futuro assolutamente devastato. Un mondo dove si fonde questa stranissima mistura di tecnologia e di verde, e lei si muoverebbe per questo mondo combattendo.
C’è una storia di Daredevil che vorresti raccontare? E di Elektra?
Sicuramente c’è, ma non ci sto pensando al momento. Con Daredevil ho assolutamente finito. Magari con Elektra invece…
Qual è l’eridità di Elektra?
Elektra è morta. Penso che l’eredità di questo personaggio sia il fatto che sia riuscita ad ottenere qualcosa di impossibile: un personaggio che è morto ed è rimasto morto. Doveva morire sin dal momento della sua creazione.
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