Home » Cinema » Horror & Thriller » Intervista a Mary Lambert: la Asylum, Stephen King e il cinema italiano (esclusivo)

Intervista a Mary Lambert: la Asylum, Stephen King e il cinema italiano (esclusivo)

14/11/2023 news di Alessandro Gamma

A Sitges 2023 abbiamo incontrata la regista di Cimitero Vivente, parlando un po' di alcuni suoi progetti chiave e dei cambiamenti in atto nell'industria

mary lambert sitges 2023

Ospite d’onore a Sitges 2023, dove ha ricevuto il premio alla carriera, abbiamo avuto il piacere di intervistare Mary Lambert, regista di alcuni videoclip di culto per Madonna negli anni ’80 e dell’horror Cimitero Vivente, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Negli ultimi anni ti sei dedicata soprattutto a progetti televisivi piuttosto che per il cinema, c’è una qualche ragione specifica?

Ci sono in effetti diverse ragioni. Direi che ormai si fanno meno film per il cinema e che è diventato sempre più difficile ottenere i fondi per un film indipendente. Inoltre, in TV stanno accadendo cose davvero interessanti, sia come serie che come lungometraggi. Ho recentemente lavorato per Netflix [il film A Castle for Christmas] e devo dirti che, come regista, il loro approccio l’ho trovato molto stimolante, perché ho potuto fare le cose in modo diverso rispetto a quanto ero abituata. C’è anche da dire che le compagnie di streaming stanno diventando come gli studios classici, il che è una notizia sia buona che cattiva, perché non hanno una vasta esperienza nel settore.

MegaPythonvs.Gatoroid.jpgQuesto mi fornisce un assist per chiederti un’opinione – se vuoi rispondere – sullo sciopero degli attori in corso a Hollywood, che coinvolge, tra le altre cose, proprio il sistema di royalties di Netflix e soci 

Si, si stanno lamentando del diverso modo con cui gli streamer si occupano dei pagamenti, di compensi. Ma loro si occupano in modo diverso degli affari rispetto agli studios tradizionali. Mi pare che gli sceneggiatori siano rimasti soddisfatti di quello che hanno ottenuto, e lo stesso si può dire per i registi, che hanno rinegoziato all’inizio dell’estate. Nessuna della parti sarà mai contenta al 100%, bisogna scendere a compromessi, ma è l’intero modello di business che è cambiato.

Ma torniamo al 2011, quando hai girato Mega Python vs. Gatoroid per la Asylum, un progetto decisamente bizzarro e inaspettato da parte tua. Non ti sei preoccupata di cosa i tuoi fan avrebbero pensato?

[ride] Fu davvero divertente girarlo. Si può dire che fu un’esperienza bellissima e bruttissima allo stesso tempo, perché loro volevano semplicemente che lo portassi a casa. Il budget era minuscolo e non importava a nessuno della credibilità generale di niente. Ti dico solo che abbiamo girato in un campo da golf della California una scena ambientata nelle paludi della Florida! [ride] Normalmente assumono chiunque per girare quel tipo di film, non cercano mai un regista in particolare.

È stato comunque interessante lavorare con una palette cromatica limitata e mi sono divertita molto e penso che mi abbiano scelto perché avevo alle spalle esperienza con protagoniste carismatiche come Debbie [Gibson] e Tiffany e sapevano che io avrei saputo gestire delle ‘dive’ sul set.

Ripensandoci, forse avrei dovuto pensarci due volte a imbarcarmi in una simile esperienza, ma quando prendo un lavoro cerco sempre di fare del mio meglio e di divertirmi con chi ho intorno. Diventa davvero difficile alzarsi dal letto ogni giorno e andare sul set se cominci ad avere ripensamenti e dubbi.

Conosci il cinema italiano?

Posso dirti che Federico Fellini è stata una grandissima influenza per me, come pure Bernardo Bertolucci. Quando ero molto giovane, nel luogo dove sono cresciuta in Arkansas non avevo la possibilità di vedere film europei. Poi ho scoperto Novecento, un film grandioso, e il cinema surreale, l’immaginario e lo storytelling non lineare di Fellini, che ho fatto un po’ mio nel modo di girare i videoclip. Poi certo, all’interno del genere, conosco i film di Dario Argento.

Cimitero vivente 1Tu hai diretto Cimitero Vivente, che in tanti menzionano ancora oggi tra i non moltissimi adattamenti riusciti di un romanzo di Stephen King. Secondo te come mai continua a risultare un compito così difficile riuscire a trasporre il suo immaginario in un film?

Guarda, posso dirti che ritengo che Shining di Staley Kurbick sia un film incredibile, ma quando lo vidi la prima volta rimasi un po’ delusa perché nel libro c’erano cose che lui non aveva trasposto, che io avrei voluto vedere. Adesso, guardandolo con gli occhi di una regista, capisco molto meglio come mai fece certe scelte.

Credo che uno dei motivi per cui Cimitero Vivente è riuscito così bene, e anche perché Stephen King mi approvò personalmente per la regia, fu perché amavo – e amo ancora –  il romanzo originale e non avevo alcuna intenzione di fare dei cambiamenti. Naturalmente non puoi adattare tutte le pagine, perché alcuni libri sono molto lunghi, quindi il regista deve intervenire in qualche modo e imporre la sua visione di come il film dovrebbe essere, ma tutto si riduce a individuare esattamente il cuore della storia e limitarsi a portare sullo schermo quello, come penso di aver fatto io all’epoca.

Qualche anno fa hai dichiarato che per Cimitero Vivente 2 avevi inizialmente in mente una storia diversa da quella che poi abbiamo visto. Puoi parlarmene un po’?

Avrei voluto che fosse la storia di Ellie, ma all’epoca pensavano che una ragazzina non avrebbe funzionato come protagonista e che non avrebbe portato pubblico al cinema. Un’idea che non approvavo e che poi si è rivelata – in effetti – sbagliata. Comunque, decisero di puntare su Clancy Brown ed Edward Furlong. E non ho niente contro i ragazzini maschi protagonisti, sia chiaro. La storia era comunque interessante, perché c’era un ragazzino che a quell’età aveva una visione distorta … [ride] Inoltre, volevo esaltarne la nota di dark comedy. 

Cimitero Vivente 2 è stato anche uno dei rarissimi casi di sequel di film tratti da Stephen King. Non eri preoccupata di addentrarti in territori ignoti, visto che alla basa stavolta non c’era un libro?

In effetti non credo che lui volesse che si realizzasse un sequel … Però, come ti ho detto, io devo credere fortemente in ogni progetto in cui mi butto, quindi ho creduto profondamente in quei personaggi e in quella storia. In pratica è la stessa cosa che credere nei poteri del cimitero vivente! [ride]

Di seguito trovate la masterclass tenuta da Mary Lambert a Sitges 2023, con molte altre curiosità: