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Voto: 6/10 Titolo originale: Ipersonnia , uscita: 29-11-2022. Regista: Alberto Mascia.

Ipersonnia: recensione del film fanta-thriller con Stefano Accorsi (su Prime Video)

01/02/2023 recensione film di Francesco Chello

Alberto Mascia scrive e dirige un prodotto di genere che tocca più territori, partendo da uno spunto sci-fi per poi muoversi nel thriller psicologico e complottistico. Intricato il giusto, solletica l’attenzione dello spettatore a cui offre un protagonista in parte. Al netto dell’incidenza di vecchie scorie e deformazioni di un cinema a noi meno caro, che in qualche modo inficiano la completa riuscita di un titolo che comunque supera la linea di galleggiamento

Ipersonnia film 2023 accorsi

Da lunedì 30 gennaio, la library di Prime Video può contare (in esclusiva) anche su Ipersonnia, primo lungometraggio in solitaria del regista Alberto Mascia, film che era passato dalle nostre sale lo scorso novembre dopo essere stato presentato nel corso della quarantesima edizione del Torino Film Festival. Un’uscita che quindi parla italiano.

E considerando che ne stiamo discutendo in questa sede, viene da sé che si tratta anche di un certo tipo di cinema. Un binomio, quello tra il belpaese e la cinematografia di genere, che di recente sembra dare sempre più frutti. E questa è una grande cosa. Abbiamo avuto più volte modo di parlare dei segnali di ripresa del nostro cinema di genere dopo anni di oblio e di una ritrovata predisposizione a realizzare titoli fieramente appartenenti alla categoria, io stesso ne ho scritto svariate volte.

Senza andare a ripetere concetti già espressi sul tema, bisogna constatare con piacere la frequenza con cui stiamo avendo modo di riaffrontare l’argomento. A prescindere dagli esiti (e dal gradimento) della singola produzione, e senza cantare una vittoria magari ancora lontana, possiamo prendere atto con speranza e soddisfazione che (più di) qualcosa si muove, con le piattaforme streaming che spesso guardano la cosa con interesse.

Ipersonnia film 2023 posterQuando poi cinema di genere è una definizione piuttosto ampia, che mi offre il gancio per sottolineare un altro dei segnali incoraggianti di questa ritrovata tendenza. Quella di voler spaziare in quel calderone, senza focalizzarsi soltanto su un filone in particolare. Come nel caso di Ipersonnia, incursione nello sci-fi thriller che palleggia dallo psicologico al complottistico.

Siamo in un futuro imprecisato ma non troppo lontano, i punti di riferimento temporali vengono omessi volutamente – vedi stacco nel momento in cui un personaggio di contorno chiede esplicitamente in che anno si trova.

L’aspetto futuristico (e fantascientifico) è strettamente legato all’ipersonno che ispira il titolo, vale a dire la soluzione alternativa adottata dal governo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri; a seconda del reato, gli imputati vengono condannati ad un tot di anni di sonno detentivo, interrotto soltanto da un risveglio periodico (sostenuto da immagini familiari) in cui vengono sottoposti a test psicologici e conversazioni terapeutiche.

Per il resto, vediamo una società molto simile alla nostra, sia per architettura che usi e costumi. L’idea di futuro viene costruita in buona parte sull’aspetto cromatico che risponde a precise scelte di colore, atte a costruire un clima generale piuttosto algido; tinte fredde, plumbee, predominanza di blu e grigio, pareti di cemento, persino gli indumenti rispondono a determinati criteri cromatici.

In alcuni flashback, invece, si può notare qualche tocco di calore e di colore più vivace, come a sottolineare la differenza tra un passato per certi versi più rassicurante ed un presente (futuro) segnato da un progresso che di fatto ha portato un regresso emotivo.

Una cornice fotografica quella di Matteo Vieille che viene musicata con coerenza da Federico Bisozzi e Davide Tomat. Detto del contesto, l’anima di Ipersonnia è chiaramente quella di un thriller che, come detto, si muove tra psiche e complotto, due fattori che vengono strettamente collegati tra loro. Uno spunto classico, gestito con sufficiente maturità.

Sogni e ricordi si confondono, c’è un gioco di flashback e ricostruzione, lo spettatore si muove sullo stesso piano del protagonista, che tenta disperatamente di rimettere a posto i cocci della propria memoria e, di riflesso, della propria vita. Che non a caso è la quota di Ipersonnia che funziona meglio, quella capace di risultare intrigante quel tanto che basta per spingere il fruitore ad arrivare all’ultimo fotogramma con la quantità necessaria di dubbi e curiosità.

Ipersonnia film 2023Nonostante un intreccio complottista non esageratamente articolato e magari intuibile dallo spettatore più avvezzo a un certo tipo di visioni. Una struttura che non manca di sottotesti, seppur non marcatissimi, capaci di solleticare riflessioni di natura etico/morale, dal tema del sovraffollamento delle carceri, alle condizioni dei detenuti, il reinserimento in una società piena di pregiudizi, passando per il condizionamento psicologico, politico, mediatico, senza dimenticare corruzione, giustizia manovrata e abuso di potere.

Il detenuto dipinto come cavia di laboratorio, spogliato del proprio pensiero lucido e quindi privato del suo diritto più grande. Perché disporre della libertà fisica dell’individuo in base a norme ben precise fa parte dei compiti di uno stato di diritto, controllarne la mente e il libero pensiero trascende il concetto di dittatura. Una mortificazione dell’individuo che passa anche attraverso il look e l’atteggiamento dei prigionieri, smarriti e traumatizzati, cranio completamente rasato, labbra screpolate e narici arrosate, occhiaie e pallore.

Ipersonnia però ha anche un altro lato della medaglia, che dovendo stilare un bilancio non gli permette di risultare completamente riuscito. Mi riferisco alle tare del passato. Che in un film che parla di futuro suona un po’ paradossale.

Per passato intendo quella lunga fase del nostro cinema da cui stiamo tentando faticosamente di smarcarci. Quella che per anni ha offuscato, appunto, il nostro amato cinema di genere. Un dazio che in qualche modo viene pagato dal film di Alberto Mascia (anche autore di soggetto e sceneggiatura, firmati insieme ad Enrico Saccà) che sembra portarsi dietro le scorie di quell’impostazione tipicamente nostrana, che vanno a ripercuotersi sul ritmo narrativo.

Ipersonnia film 2023 primeIn diversi momenti di Ipersonnia si può ancora respirare quell’aria (ormai rarefatta) da drammone struggente, meglio (peggio) ancora se incentrato su storie d’amore conflittuali e scandito da tempi eccessivamente dilatati che avrebbero senz’altro giovato di maggiore concitazione. Ma anche la recitazione, con lo stesso Stefano Accorsi che a più riprese non riesce a fare a meno del suo sussurrare insistito, probabile eredità (ed influenza) dei tempi di quei violini suonati dal vento.

Uno Stefano Accorsi che, al netto delle suddette parentesi sottovoce, appare convinto in un ruolo fragile, disorientato, di un uomo che vorrebbe gestire gli eventi ma invece finisce per subirli. Adeguata la spalla di Caterina Shulha, donna ambivalente.

In definitiva, Ipersonnia è per molti versi un segnale incoraggiante. Alberto Mascia gestisce dignitosamente quello che immagino sia stato un budget risicato, per proporre (in un certo senso, coraggiosamente) una tipologia di prodotto poco abusata dalle nostre parti. Parte da un presupposto fantascientifico per scrivere un thriller intricato il giusto, solleticando l’attenzione dello spettatore a cui offre un protagonista in parte.

Nonostante l’incidenza di vecchie deformazioni di un cinema a noi meno caro, che in qualche modo inficiano la completa riuscita di un titolo che comunque supera la linea di galleggiamento.

Di seguito trovate il trailer di Ipersonnia, in esclusiva nel catalogo di Prime Video: