A 7 anni dall'imprevedibile successo del primo film, il regista finlandese ci riprova, privilegiando però un budget che garantisca la buona resa degli effetti speciali a una sceneggiatura in grado di divertire e lasciare un segno
Il finlandese Timo Vuorensola nel 2005 stupì il mondo con Star Wreck: In the Pirkinning, simpatico omaggio alle varie incarnazioni di Star Trek che venne diffuso gratuitamente su Internet e che ottenne un vasto passaparola favorevole, soprattutto grazie ai suoi straordinari effetti speciali realizzati dal regista stesso e da alcuni amici sul computer di casa. Da lì, l’allora 26enne ha poi realizzato il suo primo lungometraggio professionale, Iron Sky, nel 2012, che, allo stesso modo, ha ottenuto un analogo benevolo passaparola dopo che Timo Vuorensola aveva costruito online una chiassosa ed entusiasta community di fan che potesse spingere il film alla distribuzione nei cinema (tanto che è arrivato in sala perfino in Italia).
E le immagini promozionali e poi il trailer diffusi nei mesi scorsi con gerarchi nazisti a dorso di dinosauri al centro della Terra non hanno fatto che ammantarlo ulteriormente di un alone di stracult preventivo.
L’anno è il 2047. A seguito di una guerra nucleare sulla Terra, i sopravvissuti vivono su Neomenia, l’ex base lunare nazista ora governata da Renate Richter (Julia Dietze), ma le risorse si stanno assottigliando. Sono tutti sorpresi dall’arrivo di un’astronave sgangherata dalla Russia costruita e pilotata da Sasha (Vladimir Burlakov). La figlia di Renate, Obi Washington (Lara Rossi), trova nascosto l’ex Fuhrer Wolfgang Kortzfleischer (Udo Kier) a bordo della nave, il quale le rivela che è della specie delle lucertole del Vril, razza atterrata sulla Terra al tempo dei dinosauri.
A differenza della sua gente però, ha sviluppato un interesse per le scimmie prima che il Vril cercasse rifugio nel nucleo cavo della Terra con l’avvicinarsi della cometa che ha cancellato i dinosauri. Dà quindi a Obi un campione della sostanza verde con cui la ragazza è in grado di rigenerare miracolosamente Renate, malata da tempo. Kortzfleischer dà poi indicazioni ad Obi su dove trovare altro Vril e poter così salvare Neomenia. Appropriatasi dell’astronave di Sasha, che decide di seguirla assieme ad alcuni seguaci del gruppo religioso dei Jobsisti, Obi si dirige verso il centro vuoto della Terra. Lì dovrà rubare il Santo Graal, il nucleo energetico che alimenta la civiltà Vril.
In sostanza, come preventivabile, Iron Sky – La battaglia continua è una miscela assolutamente folle e delirante di intuizioni. Timo Vuorensola getta nel frullatore della sceneggiatura un compendio di idee prese di peso dal romanzo La razza ventura di Edward Bulwer-Lytton e dalle blaterazioni del teorico delle cospirazioni David Icke, giornalista e scrittore britannico che parla di individui mutaforma alieni (che lui chiama Arconti, che sono poi dei rettiliani …) che si sarebbero infiltrati chissà quando nelle ristrette élite del potere terrestri e starebbero controllando segretamente la storia dell’umanità. L’uomo non fa riferimenti nei suoi scritti però alla Terra Cava (sebbene creda che la Luna sia vuota …).
Il regista finlandese si è chiaramente divertito con questo materiale, come testimonia il flashback durante la spiegazione di Udo Kier in cui vediamo gli alieni arrivare sul nostro pianeta durante il periodo dei dinosauri, il suo interesse per le scimmie – che chiama “Adamo ed Eva” – e i dinosauri che si nutrono di verde Vril sottoterra mentre il meteorite che avrebbe generato il cratere Chicxulub si avvicina. Di gran lunga l’aspetto più divertente e ridicolo dell’intero film è la scena clou in cui l’equivalente a base di Vril di Adolf Hitler (anch’esso interpretato da Udo Kier) invade la base lunare in groppa a un T-Rex che ruggisce, sottotitolato in tedesco, “Seig heil, motherfuckers!“.
Più avanti in Iron Sky – La battaglia continua, incontriamo addirittura una versione rettiliana di Steve Jobs, che assieme al collega Adolf Hitler versione lucertola divora alcuni adepti. Ciliegina sulla torta, Timo Vuorensola getta nella mischia anche una blasfema Ultima cena di Leonardo Da Vinci, ma invece degli apostoli opta per una delegazione di ‘super villain‘, composta da Mao, Stalin, Osama bin Laden, Idi Amin, Kim Jong-un, Caligola, Vladimir Putin, Il Papa, Margaret Thatcher e Mark Zuckerberg.
Proprio come le righe precedenti, Iron Sky – La battaglia continua è un guazzabuglio di idee sulla carta divertenti senza alcun raccordo. Il che lascia la sensazione che il giovane regista farebbe meglio ad affidarsi a un gruppo di co-sceneggiatori più attenti e meticolosi (nonostante tra essi ci sia anche la pluripremiata sceneggiatrice di fantascienza finlandese Johanna Sinisalo). Il risultato complessivo finisce infatti per sembrare momenti di umorismo e scenografie random che sono stati inclusi nel montaggio perché Timo Vuorensola li ha trovati divertenti e non ha voluto tagliarli. I Jobsist sono un perfetto esempio di ciò – non hanno alcuno scopo reale ai fini della trama, se non di satireggiare sul defunto fondatore della Apple e su chi ne compra i prodotti tecnologici.
La più grande frustrazione di Iron Sky – La battaglia continua arriva però forse dal reparto degli effetti speciali, specie se paragonati a quelli delle due prove precedenti, più caserecci ma anche inventivi. Qui il budget aiuta a raggiungere un risultato prevedibilmente buono, ma raramente raggiunge vette capaci di lasciare un segno tangibile nei ricordi di chi guarda. Non ci sono memorabili scene madri (a parte quella del Tirannosauro, peraltro già spoilerata nei trailer), come ad esempio erano stati la flottiglia di zeppelin spaziali o le esplosioni di pezzi di Luna. Persino il potenziale della sequenza che coinvolge una corsa di dinosauri e un salto attraverso un burrone – che, per inciso, ricorda Van Helsing – viene grandemente diluito dalla musica comica che la accompagna.
In definitiva, Timo Vuorensola è probabilmente stato sopraffatto dall’ansia da prestazione, finendo per consegnare ai suoi fan un prodotto tutta apparenza e poca sostanza, molto meno divertente del previsto, annacquato da dialoghi insulsi e personaggi che mai diventano interessanti e da una trama convulsa. Peccato.
In attesa di capire se il terzo capitolo, Iron Sky – The Ark, sarà quello della riscossa, di seguito trovate il full trailer di Iron Sky – La battaglia continua: