Il regista ha rivelato la trama del potenziale seguito del suo classico del 1981, che però non piacque affatto ai produttori
Distribuito nel 1997, Un lupo mannaro americano a Parigi si rivelò una sorta di sequel scadente di Un lupo mannaro americano a Londra (il nostro dossier). Quello che forse non tutti sanno è che John Lands in realtà aveva scritto un seguito del suo classico del 1981 già negli anni ’90.
La storia è raccontata nel libro di prossima (ri)pubblicazione Beware the Moon: The Story of An American Werewolf in London.
Alcuni estratti salenti:
Mi venne chiesto di fare un sequel dalla PolyGram nel 1991. La società, con Jon Peters e Peter Guber, aveva prodotto qualcosa come 10 o 12 film, e l’unico che aveva fatto successo era stato Un lupo mannaro americano a Londra. Mi titillai un po’ con quell’idea e poi mi venne in mente qualcosa che mi piacque e scrissi una prima bozza della sceneggiatura.
Il film parlava della ragazza di cui i protagonisti parlano all’inizio di [Un lupo mannaro americano a Londra], Debbie Klein. Ottiene un lavoro a Londra e inizia a investigare privatamente sulle circostanze della morte di Jack e David. Il concetto era che, nel primo film, quando Jenny [Agutter] va a lavorare e David [Naughton] passeggia attorno all’appartamento, lui in realtà scriveva una lettera a Debbie Klein. David non aveva mai detto a Jack [Griffin Dunne] che aveva una storia con lei. La ragazza rintracciava poi il dottor Hirsch, che le diceva che Alex ora viveva a Parigi, molto traumatizzata per quello che era successo.
Lei allora ritornava all’Agnello Macellato e tutti quanti erano ancora lì! Penso che le uniche modifiche fossero un ritratto di Charles e Diana nel posto in cui prima c’erano la stella a cinque punte e un videogioco arcade di freccette invece del bersaglio da muro. È allora che lei parla con il sergente McManus, che non era morto, e che scopre che Jenny è ancora a Londra. La chiama e le lascia un messaggio alla segreteria telefonica, che poi ci viene rivelato essere stato ascoltato dai cadaveri scheletrici di Jack e David, che guardano la TV nell’appartamento di Alex!
John Landis ha quindi concluso:
La grande sorpresa era che Alex era il lupo mannaro. Era una cosa piuttosto fuori di testa. La sceneggiatura prevedeva la presenza di tutti i personaggi del film – compresi tutti quelli morti!
Quindi cosa è successo? Michael Kuhn della Polygram, a quanto pare, detestò la sceneggiatura di John Landis:
In realtà fu piuttosto offensivo a riguardo. Chiaramente avrebbe odiato anche la sceneggiatura del primo film, perché era ugualmente divertente e spaventosa – e, al massimo, un po’ pazzerella.
E quella fu la fine del progetto.
Il trailer di Un Lupo Mannaro Americano a Londra: