Nel 1996, Michael J. Fox era il protagonista di una horror comedy ironica e dagli effetti speciali sofisticati, snobbata dal pubblico dell'epoca
Ripensandoci oggi, non è chiaro perché, quando uscì nei cinema nel 1996 (in Italia sarebbe arrivato l’anno successivo) Sospesi nel tempo non funzionò per niente al botteghino americano (circa 16.5 milioni di dollari incassati a fronte di un budget di 26). Eppure c’erano tutti i presupposti per piacere al grande pubblico: effetti speciali prodigiosi, l’ex golden boy Michael J. Fox come protagonista, Robert Zemeckis in veste di produttore e il neozelandese Peter Jackson (reduce dal controverso Creature del cielo) alla regia, che coinvolse nella scrittura della sceneggiatura la fidata Fran Walsh.
“Ma come diavolo avranno fatto?”, ci si chiede subito vedendo la terrificante sequenza d’apertura, con il Male che gonfia le pareti come fossero di gomma e serpenteggia sotto i tappeti. A indagare su quei fenomeni paranormali è chiamato allora un esoterico detective (Fox) che campa facendo terrorizzare i suoi possibili clienti da un trio di fantasmi (Chi McBride, Jim Fyfe e John Astin) ingaggiati come soci d’affari.
Anni prima, la tranquilla cittadina di Fairwater fu scossa da un massacro perpetrato in ospedale da un portantino poi fritto sulla sedia elettrica (Jake Busey); ma qualcosa suggerisce all’intristito ghostbuster Frank Bannister che la sospetta epidemia di infarti sulla quale sta investigando la polizia venga dalla stessa mano omicida. Non fosse altro perché ogni vittima porta impresso sulla fronte, come un marchio a fuoco, un numero progressivo …
Fa davvero paura, come suggerisce il titolo originale The Frighteners, questo film tutt’altro che per bambini (non a caso venne distribuito col V.M. 14), che mescola le atmosfere del gotico, il thriller e l’horror con alcuni scatti geniali (su tutti quello che chiude il film). Anche se il tono rimane tra il beffardo e lo scanzonato infatti, Peter Jackson distilla in Sospesi nel tempo un cupo senso mortuario che aggiorna la lezione di popolarissimi titoli come Ghost e La morte ti fa bella.
Tutti comunque mammolette in confronto all’incappucciato Tetro Falciatore (svolazza spaccando letteralmente il cuore nel petto alla gente …) attraverso il quale il già incenerito killer dell’ospedale continua a uccidere nell’ansia di superare il famoso cannibale russo Andrej Čikatilo, che rubò il ‘record’ di vittime agli Stati Uniti.
E se è vero che potrebbe bastare affidarsi allo scombinato ‘complotto’ spiritistico, la cui unica pecca è forse quella dell’eccesso (di tutto, di più e, nel finale, forse di troppo …), Sospesi nel tempo è un film che bisogna (ri)vedere affidandosi al plusvalore fantastico di un racconto che sembra un remake del Settimo sigillo girato sotto Lsd. Resta un’opera originale e divertente, ma anche inquietante per il suo aspetto tetro, congeniale a un regista nato, non a caso, la notte di Halloween, che sarebbe ‘esploso’ soltanto qualche anno dopo con la trilogia di Il Signore degli Anelli.
Di seguito una scena di Sospesi nel tempo: